Le borse europee chiudono in ordine sparso e si sono mosse anche oggi con i piedi di piombo – lo stesso sta facendo Wall Street in mattinata – nel secondo giorno di colloqui commerciali tra Stati Uniti e Cina e alla vigilia del dato sui prezzi al consumo di maggio negli Usa. Dazi e inflazione potranno fornire indicazioni sulle future mosse della Fed, che la prossima settimana non dovrebbe alzare i tassi, ma potrebbe farlo almeno due volte da qui alla fine dell’anno. Intanto la Banca mondiale, dopo l’FMI, ha ridotto le sue stime globali di crescita (al 2,3%) nel 2025, poiché l’aumento dei dazi e il maggior livello di incertezza rappresentano un vento contrario significativo per quasi tutte le economie.
Alla foto finale Piazza Affari perde lo 0,63% e arretra a 40.207 punti base, con Stellantis +4,97% e Leonardo -6,3% ai confini opposti del listino, mentre le banche sono in rosso.
Anche a livello europeo tra i titoli più colpiti dalle vendite oggi ci sono stati quelli della difesa. Così Francoforte cede lo 0,58% e Madrid perde lo 0,1%. Si apprezzano invece Parigi +0,17%, Amsterdam +0,7% e Londra, +0,23%. Tensioni si sono viste poi sul settore bancario con Ubs in ribasso del 4,45% a Zurigo (-0,23%), dopo i guadagni di venerdì scorso. A far riflettere gli investitori è l’idea del governo elvetico di imporre alla banca capitale aggiuntivo per 26 miliardi di dollari, onde evitare derive come quella di Credit Suisse.
Chiudono una seduta positiva i produttori di vaccini europei, nonostante il segretario alla salute USA abbia smantellato il comitato consultivo sui sieri.
Per il FT i bond italiani, greci e spagnoli vincono la sfida dell’obbligazionario
I titoli di Stato italiani invece non conoscono crisi e anche oggi lo spread tra Btp decennale Bund di pari durata si conferma sui livelli di ieri a 92 punti base, con rendimenti in calo rispettivamente al 3,45% e 2,53%.
Un trend che ha indotto il Financial Times a dedicare un articolo ai bond italiani, greci e spagnoli definendoli gli “improbabili vincitori” della sfida del mercato obbligazionario attraversato da recenti tensioni. Ad alimentare l’ottimismo verso le cenerentole del blocco è il fatto che gli investitori sembrano meno preoccupati per l’aumento dei livelli di debito e puntano sulla cooperazione fiscale nella regione.
“Ora l’Italia paga soltanto 0,9 punti percentuali in più rispetto ai costi di rifinanziamento decennali della Germania, vicino ai minimi da 15 anni – afferma il FT in un articolo che apre l’edizione online europea – La Spagna si rifinanzia a un costo inferiore a quello della Francia, seconda maggiore economia dell’area euro, con uno spread di meno di 0,6 punti percentuali”.
Sterlina in calo
Il mercato dei cambi appare oggi poco mosso (euro/dollaro a 1,1432), anche se la sterlina si indebolisce dopo dati sul lavoro peggiori delle attese che fanno salire le probabilità di un taglio dei tassi da parte della BoE (la prima occasione per fare il punto sarà il meeting del 19 giugno).
Il cross tra la divisa Britannica e il dollaro è a 1,3525.
Anche l’oro non registra grandi variazioni (lo spot tratta a 3326,52 dollari l’oncia), mentre il petrolio si apprezza con più decisione offrendo ottimi spunti ai titoli del settore.
Il future Brent di agosto prezza 67,78 dollari al barile (+1,1%), mentre il greggio texano di luglio mostra un valore di 66,07 dollari (+1,19%).
Per quanto riguarda il petrolio russo si registra la dura presa di posizione della Commissione Europea che annunciando il 18esimo pacchetto di sanzioni contro Mosca ha anche proposto di abbassare il tetto al greggio russo portandolo da 60 a 45 dollari al barile.
Piazza Affari, terza seduta positiva per Stellantis, ma le banche vanno giù
Stellantis porta a casa oggi la terza seduta positiva di seguito, mettendo un freno all’emorragia che da inizio anno ha drenato circa il 30% del valore.
Un portavoce della casa d’auto ha riferito che l’ex Fiat ha avviato un piano di uscite volontarie per 610 lavoratori di Mirafiori, a Torino, che segue quelle di altri stabilimenti italiani per un totale di 1.600 persone coinvolte. Intanto la famiglia Agnelli avrebbe stanziato circa due miliardi di euro da investire in una società statunitense o europea per utilizzare le risorse derivanti dalla vendita parziale della sua partecipazione in Ferrari (+1,86% sul listino milanese). Lo ha detto in un’intervista a Bloomberg il direttore finanziario di Exor, Guido de Boer. La cassaforte di famiglia Exor (+1,18% ad Amsterdam) cercherà di acquisire dal 10% al 15% di un società per diventarne il maggiore azionista. Le candidate avrebbero quindi un valore di mercato nell’ordine dei 20 miliardi di euro.
Altre blue chip milanesi in spolvero sono Saipem +3,11%, Eni +2,41% e Tenaris +2,39%.
Le banche si confermano osservate speciali e oggi registrano una performance negativa. Bper perde il 3,13%, nel giorno della notizia che JP Morgan è salita nel capitale della banca modenese per quasi il 10%.
Archiviano una seduta nervosa anche Banca Popolare di Sondrio (-3,43%), oggetto di un’offerta da parte di Bper e l’azionista di controllo di entrambi gli istituti Unipol (-3,12%).
È in rosso Banco Bpm -2,6%, nel giorno in cui il Tar dovrebbe aver discusso il ricorso contro la proroga di 30 giorni concessa da Consob a Unicredit (-2,59%) per l’Ops sul gruppo guidato da Castagna. Il colosso bancario guidato da Andrea Orcel è un pretendente poco gradito anche in Germania, dove il cancelliere Friedrich Merz ha bollato come inaccettabile l’assalto di Unicredit a Commerzbank.
Mediobanca a sua volta lascia sul terreno lo 0,93% a meno di una settimana dall’assemblea del 16 giugno che voterà per l’ops su Banca Generali (-0,39%). L’appuntamento potrebbe vedere una partecipazione record, secondo quanto anticipato ieri dall’Ansa. Intanto la proposta ha incassato il sostegno di tre fondi esteri (CalSTRS, Florida SBA e Praxis). Soffre Mps (-1,35%), che ha invece nel mirino proprio Piazzetta Cuccia.
Tra gli industriali si registra il piccolo rialzo di Prysmian (+0,21%), che ha chiuso per 950 milioni di dollari l’acquisizione della texana Channell, società statunitense attiva nelle soluzioni per la fibra ottica.
Fuori dal paniere principale continua a macinare guadagni stellari Class Editori (+28,57%), mentre Safilo si apprezza del 2,5% dopo l’annuncio dell’accordo con Kering Eyewear per la cessione di Lenti, azienda fondata nel 1996 in provincia di Bergamo, produttrice di lenti per occhiali da sole e prodotti extra-ottici.