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Borsa volatile sulla frenata del Pil. A Milano corre Gtech, male Telecom Italia

Saliscendi oggi a Piazza Affari, ma il rush finale èstato negativo: ha chiuso in ribasso dello 0,3% – Hanno pesato i dati francese e tedesco sul Pil, peggiori del previsto – Le parole rassicuranti di Putin sull’Ucraina hanno determinato un’inversione di tendenza a metà giornata, ma poi il pessimismo è tornato a prevalere – Male Telecom, bene Gtech

Borsa volatile sulla frenata del Pil. A Milano corre Gtech, male Telecom Italia

Piazza Affari scivola sul finale nuovamente in territorio negativo -0,29% appesantita dal comparto bancario. In scia alle rassicurazioni di Putin sull’Ucraina (farà tutto il possibile per fermare il conflitto, ha detto), le altre Borse europee chiudono invece in territorio positivo nonostante i preoccupanti dati sulla crescita europea pubblicati oggi. Francoforte +0,29%, Parigi +0,25%, Londra +0,42%. Sulla parità Madrid a -0,09%.

Nei guai, infatti, non è solo l’Italia ma tutta l’Eurozona dove la crescita langue. Nel secondo trimestre 2014 il Pil è restato fermo , con +0,7% sull’anno. Nell’Ue-28 è cresciuto dello 0,2%, con +1,2% rispetto al secondo trimestre 2013. La Francia ha deluso le attese con la crescita che è rimasta invariata rispetto al trimestre precedente e sotto all’1% stimato. E neanche la Germania questa volta può dirsi in salvo: il Pil tedesco è arretrato dello 0,2% nel secondo trimestre 2014 rispetto al trimestre precedente. Le attese indicavano invece una possibile flessione dello 0,1%. Si tratta della prima contrazione dal 2012 per l’economia di Berlino. Una delle ragioni del rallentamento è dovuta, secondo quanto affermato da un portavoce del Governo, alla stagione molto mite nel periodo invernale, che ha portato a un alto tasso di crescita all’inizio dell’anno e ha marcato una caduta soprattutto nelle costruzioni, specialmente nel secondo trimestre. Inoltre le esportazioni sono cresciute meno delle importazioni, per questo il commercio estero ha avuto un effetto negativo sulla crescita.

Nell’Eurozona occhi poi sul dato dell’inflazione che a luglio su base annua è risultato allo 0,4%, in rallentamento dallo 0,5% di giugno. Nel consueto bollettino mensile pubblicato oggi, la Bce ha rilevato che le riforme strutturali insufficienti nei paesi dell’Eurozona costituiscono “un altro rischio al ribasso” per le prospettive economiche. Fra i rischi la Bce cita anche una “domanda interna inferiore alle attese”. “Le riforme strutturali – scrive l’Eurotower – dovrebbero mirare innanzitutto a promuovere gli investimenti e la creazione di posti di lavoro”, e i Paesi dell’Eurozona dovrebbero “procedere in linea con il Patto di stabilità e crescita senza vanificare i progressi conseguiti”, risanando i bilanci “in modo da favorire l’espansione economica”. La Bce rileva anche che le misure già decise “concorreranno a riportare i tassi d’inflazione in prossimità del 2%” ribadendo di essere “unanime nel suo impegno a ricorrere anche a strumenti non convenzionali” contro un’inflazione che dovesse rimanere bassa troppo a lungo”. Gli economisti degli istituti di ricerca hanno rivisto al ribasso, all’1% dall’1,1%, le previsioni per la crescita dell’Eurozona nel 2014, lasciandole invariate a 1,5% per il 2015. Le aspettative sull’inflazione scendono a 0,7% (da 0,9% di tre mesi fa) per il 2014, e a 1,2% (da 1,3%) per il 2015.

In questo quadro sono tornati gli acquisti sul bund decennale il cui rendimento in giornata è crollato al minimo storico sotto l’1%.Lo spread Btp bund ha chiuso a 165 punti base.

In ogni caso le Borse hanno perso slancio dopo il dato Usa inferiore alle attese sui sussidi alla disoccupazione. Le nuove richieste d sono aumentate la scorsa settimana più delle previsioni a 311 mila contro 295 mila. Si tratta comunque di un dato vicino ai minimi degli ultimi 8 anni e la media mobile a quattro settimane è aumentata di 2mila unità a 295.750 ben al di sotto del livello medio dell’anno passato e vicina ai livelli del 2006. Anche negli Usa gli indici si muovono positivi: il Dow Jones sale dello 0,25%, l’S&P500 dello 0,25% e il Nasdaq dello 0,19%. Il cambio euro dollaro è poco mosso a 1,3376 (+0,09%) . Il petrolio Wti cede l’1,44% a 96,18 dollari al barile. L’oro ritraccia dello 0,11% a 1.313,10 dollari l’oncia. Nel secondo trimestre la domanda di oro globale è calata del 16% annuo a 963,8 tonnellate a causa soprattutto del calo dei consumi registrato sui mercati principali quali Cina e India. Secondo il rapporto del World Gold Council (Wgc), la flessione in termini di valore è del 24% a 39,92 miliardi di dollari.

A Piazza Affari sale Gtech +3,91%, Buzzi Unicem +2,97%, Fiat +2,24%, Wdf +1,54%, Cnh +1,51%. In fondo al Ftse Mib Ubi -2,96%, Bpm -2,67%, Banco Popolare -2,36%, Mps -2,06%, Unicredit -1,85%. Telecom -1,58%.

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