Condividi

Borsa, ribaltone Mps e nozze Bpm-Banco Pop sotto i riflettori

Le improvvise dimissioni di Viola da ad di Mps (in pole per la successione c’è Morelli) e il via libera di Banca d’Italia alla fusione tra Bpm e Banco Popolare sotto i riflettori di Piazza Affari – Utilities in rally – Draghi delude i mercati ma Milano regge – Btp 10 sale a 1,16% – Scivola Apple.

Borsa, ribaltone Mps e nozze Bpm-Banco Pop sotto i riflettori

Tanto rumore per (quasi) nulla. Oppure, il che è lo stesso, la conferma che la Banca centrale europea non vede pericoli immediati per la ripresa in Europa. La Bce non ha adottato nessuna delle misure previste nei giorni scorsi dai mercati: il nodo dell’allungamento del Qe (“che sta funzionando”, ha ribadito Mario Draghi) è stato affidato ad una commissione di studio e delle altre misure di cui si è parlato alla vigilia “non ne abbiamo nemmeno parlato”, ha detto lo stesso Draghi. La parola d’ordine della Bce è attendere e vigilare senza sprecare munizioni.

È probabile che la stessa strategia venga adottata dalla Banca del Giappone che si riunirà il 21 settembre, lo stesso giorno in cui la Fed si dichiarerà prontissima ad alzare i tassi, salvo non alzarli. Continua così la grande bonaccia sui mercati, che hanno reagito con ribassi contenuti alla mancata scossa di adrenalina. Una situazione tranquilla ma non necessariamente solida, che offre però all’Italia il tempo necessario per affrontare la questione bancaria: il cambio della guardia a Siena va in questa direzione.

TREMA SEUL DOPO L’ATOMICA DELLA COREA DEL NORD

La scossa alle Borse asiatiche in realtà l’ha data la notizia di un nuovo test nucleare da parte della Corea del Nord. La Borsa di Seul ha perduto l’1,4%. Guadagna Hong Kong (+1,4%). Segnali positivi dal fronte dell’inflazione cinese: il calo dei prezzi alla produzione è stato in più basso dal 2012.

Debole Wall Street, già concentrata sul meeting della Fed del prossimo 20.21 settembre: il Dow Jones è sceso dello 0.25%, l’indice S&P 500 dello 0,22%. Fa peggio il Nasdaq (-0,46%).

CADE APPLE (-2,6%), ILPETROLIO SOSTIENE I MERCATI

Pesa sui listini Usa la performance di Apple (-2,46% a 105,52 ollari), cui ha senz’altro contribuito la decisione della Mela di non comunicare al mercato i dati della prima settimana di vendite dell’1Phone 7.

Prezzi del petrolio ancora in ascesa, sospinti dalle scorte settimanali americane: il light crude Wti avanza di 2,12 dollari a 47,62 al barile, il Brent sale a 49m8 dollari (+3,8%). I dati sulle scorte Usa hanno dato uno scossone ai titoli dell’energia. Exxon è salita dello 0,9%, Chevron +1,23%. A Piazza Affari Eni ha guadagnato l’1%, Saipem +0,3%.

DRAGHI NON FRENA MILANO +0,48. IL BTP 10 SALE A 1,16%

Aria di delusione nei listini europei per le (mancate) decisioni della Bce. Ma fanno eccezione Milano e Madrid. L’indice Ftse Mib ha toccato ieri un minimo a 17.118 punti nel corso della conferenza stampa del presidente della Banca centrale europea, ma ha poi recuperato tutto il terreno perso grazie alla spinta di bancari e petroliferi: chiusura a +0,48% a 17. 376 punti.

In rialzo anche la Borsa spagnola (+0,95%) e Londra (+0,18%). In ribasso Parigi (-0,36%) e Francoforte (-0,72%).

Finale negativo per il mercato obbligazionario. Il tasso del decennale italiano si è allontanato dai livelli della mattinata, quando si era tenuto vicino ai minimi storici segnati a metà agosto, in area 1,07%, chiudendo a 1,16%.

Il Tesoro ha comunicato l’importo delle aste a medio termine di martedì 16. Saranno offerti da 1,5 a 2 miliardi di Btp a 3 anni, da 3,5 a 4 miliardi del nuovo Btp 7 anni; da 750 milioni a 1,25 miliardi del Btp a 20 anni e da 500 a 750 milioni del Btp a 30 anni.

SIENA, PRIMA DEL RIBALTONE IL BOOM IN BORSA

Riflettori accesi su Monte Paschi dopo le dimissioni ieri sera, al termine di un lungo e (pare) contrastato Cda, dell’amministrazione delegato Fabrizio Viola. A far precipitare la situazione sembra siano state le perplessità di una parte del board sulle commissioni da retrocedere al consorzio di garanzia dell’aumento pari a circa il 4% dell’ammontare, ossia circa 200 milioni contro una capitalizzazione della banca di 800 milioni.

Si profila una sostituzione-lampo per rispettare i tempi della presentazione del nuovo piano industriale al mercato e per l’avvio dell’aumento di capitale che, secondo fonti citate da Reuters, potrebbe slittare di alcuni mesi. Il ministero dell’Economia, che è anche azionista dell’istituto al 4%, ha fatto sapere che “la situazione è sotto controllo”, confermando che la nomina del nuovo ad di Rocca Salimbeni avverrà a breve.

In pole position figura Marco Morelli numero uno di Merrill Lynch in Italia e dal 2006 al 2010 vice direttore generale del Monte, seguito da Giancarlo Maioli di Cariparma. L’outsider è Corrado Passera. Ieri il titolo del Monte ha messo a segno un rialzo del 3,6% dopo la promozione di Morgan Stanley che ha alzato il giudizio a Equal Weight da Underweight.

NOZZE BANCO POPOLARE-BPM: C’È L’OK DELLA BCE

Il matrimonio tra Banco Popolare (+0,08%) e Popolare di Milano (+1,23%) si può fare. La Banca d’Italia ha rilasciato l’autorizzazione alle nozze “considerato l’esito dell’istruttoria condotta” e “l’assenza di obiezioni da parte della Bce”. Già oggi, dovrebbe arrivare anche dalla Bce la concessione della licenza bancaria che permetterà di operare al Banco Bpm. Lunedì si riuniranno i consigli delle due banche per convocare le assemblee straordinarie che dovranno deliberare sull’operazione.

Il management vorrebbe convocare dell’assise per il 15 ottobre, data che potrebbe slittare alla settimana successiva (22 ottobre) nel caso non si riuscisse a svolgere tutti gli adempimenti legali entro mercoledì 15 settembre (per rispettare il necessario preavviso di un mese). Se le due assemblee approveranno l’operazione nascerà il terzo gruppo bancario in Italia con 2.500 sportelli, 4 milioni di clienti e l’obiettivo di realizzare 1,1 miliardi di utili al 2019. 

Nel resto del comparto brilla Unicredit (+2%): l’istituto ha concluso un accordo con Balbec Asset Management per la cessione pro soluto di un portafoglio di crediti in sofferenza lordi pari a circa 570 milioni di euro.

Bene anche Intesa (+1,5%). Per il sesto anno consecutivo la banca p stata inserita negli indici finanziari Dow Jones Sustainability Index Europe e Dow Jones Sustainability Index World, ossia tra le aziende più attive al mondo in termini di sostenibilità economica, sociale e ambientale.

UTILITIES IN RALLY, ITALGAS PRESTO IN BORSA

Continua il rally delle utilities, sospinte dal calo dei tassi di interesse. Avanza A2A (+1,95%) anche sulla scia delle parole pronunciate oggi dall’ad Luca Valerio Camerano sull’evoluzione dei rapporti con Linea Group Holding: il manager prevede nel 2019. un rinnovo degli attuali patti di sindacato, oppure una fusione.

Bene anche Hera (+1%) e Iren (+1,7%). Terna +0,1%: ieri la società ha firmato un accordo per la costruzione di linee elettriche in Uruguay. Ha chiuso in perdita Enel (-0,6%) dopo i forti guadagni della vigilia.Recupera nel finale Snam (+0,2%): l’ad Marco Alverà confida nella quotazione di Italgas già entro novembre, anche se l’obiettivo ufficiale rimane comunque fine anno.

FERRAGAMO +4,2%, ASSUME LA STAR DELLE CALZATURE

Da segnalare nel Lusso il rialzo di Ferragamo (+4,2%) dopo la nomina di Paul Andrew a direttore design per le calzature da donna. Si tratta della prima mossa dell’ad, Eraldo Poletto che da inizio agosto ha sostituito Michele Norsa. Paul Andrew, il primo designer di calzature a ricevere il premio Cfda/Vogue fashion, continuerà a seguire anche il marchio che porta il suo nome.
Deboli gli altri titoli del lusso: Tod’s -1%, Luxottica -0,8%. 

Contrastati i titoli industriali: salgono Leonardo (+0,8%) e Cnh Industrial (+1%). Giù Fiat Chrysler (-1,2%) e Buzzi (-4,1%). In positivo Astaldi (+0,7%), che ha perfezionato ieri la cessione alla spagnola Abertis delle quote detenute in A4 Holding per un valore di 130 milioni di euro.

Commenta