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Borsa: panico Argentina, un venerdì nero. Milano e Madrid scivolano

I timori per i mercati emergenti e in particolare per Argentina e Turchia hanno pesato oggi su Madrid (-3,64%) e su Milano (-2,3%) – Lo spread Btp-Bund schizza a 225 pb – Male le banche a Piazza Affari ma la peggiore blue chip è stata Telecom Italia (-4,73%) per le incertezze sul destino degli asset brasiliani – Bpm (+0,84%) in controtendenza.

Borsa: panico Argentina, un venerdì nero. Milano e Madrid scivolano

Strette tra la Cina e l’Argentina, le Borse europee lasciano sul campo pesanti perdite. A guidare i ribassi è Madrid (-3,64%), a causa dell’esposizione all’economia argentina. Ma pesanti sono anche Francoforte (-2,48%), Parigi (-2,79%) e Londra (-1,62%). Così come Milano, che chiude in calo del 2,3%, mentre lo spread sale a 225 punti base. Sull’andamento ha anche influito il calo del Bund ai minimi da cinque mesi, all’1,65%. Gli investitori sono alla ricerca di beni rifugio dopo il crollo delle valute di alcuni Paesi emergenti. 

In Europa l’indice Stoxx 600 ha ceduto il 2,40%, 220 miliardi di euro bruciati in una seduta. Il cambio euro-dollaro scivola leggermente dello0,14% a 1,3678, il dollaro-yen dello 0,90% a 0,93. Il petrolio Wti cede lo0,62% a 96,72 dollari al barile mentre l’oro continua la mini ripresa in rialzo dello0,36% a 1.266,80 dollari l’oncia.

I timori sul rallentamento cinese (innescato dai dati deludenti di ieri sulla manifattura) e le prossime mosse della Fed, che mercoledì potrebbe dare un’ulteriore stretta agli stimoli, hanno messo al tappeto le valute dei mercati emergenti, mentre le Borse emergenti sono scese sui minimi da luglio 2013. 

La Banca centrale argentina ha cambiato la propria strategia sui mercati valutari, lasciando il peso, la moneta nazionale, alle forze di mercato, che ne hanno subito decretato una forte svalutazione, con un calo fino al 15%. Colpito anche il rublo, che oggi ha toccato il suo nuovo record storico negativo rispetto alla divisa europea: 47,36 rubli per un euro. Scende ai minimi storici anche il rand sudafricano. 

Wall Street ne risente e alla chiusura dell’Europa: il Dow Jones cede l’1,21%, l’S&P l’1,46%, il Nasdaq l’1,78%.

A Piazza Affari, in fondo al Ftse Mib c’è Telecom Italia (-4,7%), con 233 milioni di titoli passati di mano sulle prese di beneficio e sulle speculazioni che la crisi che ha colpito il mercato valutario in Argentina possa trasferirsi al Brasile.

Azimut -4,5%, Tenaris -4,2%, Mediolanum -3,7% e Fiat -3,4%. In controtendenza solo Bpm, +0,84%. Limitano i cali Gtech -0,22% e Bper -0,33%.

Da Davos il ministro dell’economia Saccomanni annuncia che l’accordo con la Svizzera sulla tassazione dei capitali è vicino.

Intanto, i dati sul commercio dei primi 11 mesi preparano a un altro anno in rosso con un calo delle vendite tra gennaio e novembre del 2,1%, il 2012 aveva chiuso con un -1,7%. Calano anche gli alimentari, bene solo i discount. Nel solo mese di novembre comunque il calo delle vendite ha frenato segnando una variazione nulla rispetto al mese precedente.

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