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Borsa: occhio a Austria, Fed e dividendi

L’attesa per l’esito delle elezioni presidenziali in Austria e per il loro evidente riflesso sull’Europa, l’incertezza sui tassi della Fed e la stacco delle cedole per 20 blue chips del FtseMib al centro della seduta di Borsa di oggi – Banche in ripresa – Domani Ghizzoni presenta le dimissioni da ad di Unicredit

Sale l’attesa per il rialzo dei tassi usa. Stamane il Financial Times pubblica un’intervista a Erich Rosengren, presidente della Fed di Boston, in cui il banchiere, già considerato una “colomba”, sostiene che “si stanno creando le condizioni per un rialzo a giugno”. Si apre così una settimana segnata dagli interventi di diversi membri del comitato monetario della banca centrale Usa, in attesa dello show più atteso: venerdì Janet Yellen parlerà ad Harvard. Intanto, a giudicare dai sondaggi, i mercati cominciano a credere alla prospettiva del rialzo tra giugno e luglio (più probabile).

In Europa terrà banco il testa a testa in Austria tra ultra destra e verdi, altra cartina di tornasole dei disagi dell’Eurozona ad un mese esatto dal voto britannico sulla Brexit. Scontati stamane il segno meno in Piazza Affari: oggi stacca il dividendo metà dei titoli del paniere principale. L’impatto sull’indice dovrebbe essere del 2,22%.

RALLENTA IL PETROLIO, TOKYO IN FORTE RIBASSO

Intanto la Borsa di Tokyo ha iniziato la settimana in sensibile ribasso: a metà seduta l’indice lascia sul terreno l’1,2% sull’onda di nuovi dati negativo sull’import-export: le vendite all’estero di Tokyo scendono (-10,1%) per il settimo mese consecutivo, ma l’import fa peggio. Il risultato è un surplus commerciale record (ai massimi da ei anni e mezzo) e una nuova spinta allo yen. Ma a deprimere i listini è soprattutto la voce che al vertice del G7 di fine settimana il ministro delle Finanze Taro Aso ha garantito che l’aumento dell’Iva in primavera non sarà rinviato.

Positivi gli altri listini asiatici, a partire dalla Cina: Shanghai +0,6%, Shenzhen +1,1%. Hong Kong +0,25%. La Borsa di Taiwan sale del 2,5% dopo il giuramento del nuovo presidente della repubblica Tsai weng, un passo formale che si temeva potesse essere contrastato. In discesa stamane anche il petrolio: la tendenza al rialzo del dollaro, combinata con un aumento dello shale oil Usa (per la prima volta nel 2016 non è calato il numero dei pozzi in attività) ha provocato il calo del Brent a 48,58 dollari, Wti a 48,16 (-41 centesimi).

L’AGENDA: GRECIA, PIL USA E L’OPA BAYER SU MONSANTO

Il comunicato finale G7 si è dilungato sulla minaccia Brexit: governi e banchieri centrali hanno evocato il rischio di una grave crisi internazionali in caso di uscita della Gran Bretagna dalla Ue, prima tappa sulla strada di un mortifero protezionismo. Sul fronte delle valute, la ripresa del dollaro dovrebbe ridurre la pressione sullo yen.

Grande attenzione dei Grandi anche agli sviluppi del negoziato con la Grecia, in vista della riunione di domani, forse decisiva, dell’Eurogruppo. Anche se il Fmi continua a chiedere un’immediata ristrutturazione del debito di cui la Germania non vuole sentir parlare. Ma il tempo stringe, visto che per luglio la Grecia deve restituire 2,3 miliardi alla Bce: alla fine, è l’opinione generale, un compromesso di troverà.

Tra le statistiche più importanti della settimana la seconda stima della crescita Usa nel primo trimestre che sarà pubblicata venerdì: il dato potrebbe essere ritoccato all’insù, dallo 0,5 allo 0,8%. Attenzione anche ai dati Usa sulle vendite delle nuove case, sugli ordinativi dei beni durevoli e della bilancia commerciale.

Nell’eurozona sono attesi i Pil di Germania, Gran Bretagna e Spagna. Dall’Istat sono in arrivo i numeri su vendite al dettaglio, ordini e fatturato dell’industria e fiducia di imprese e consumatori. Dal fronte societario, oggi dovrebbe essere il giorno dell’offerta ufficiale di Bayer su Monsanto, stimata in almeno 46 miliardi di dollari.

ALL’ASTA I BOT A SEI MESI. IN ASSEMBLEA TELECOM E ENEL

Settimana fitta di appuntamenti per i Big di Piazza Affari. Domani si terrà l’assemblea di Poste Italiane, mercoledì sarà la volta di Stm, miglior titolo della settimana con un rialzo del 9%. Ma l’attenzione sarà concentrata sul duello a distanza dei contendenti all’acquisto di Metroweb: l’assemblea di Telecom Italia si terrà mercoledì. Per l’occasione da seguire l’atteggiamento dei fondi sui bonus garantiti al neo amministratore Flavio Cattaneo. Enel riunirà i soci giovedì.

Si avvicinano le aste di fine mese del Tesoro. Stasera il Mef annuncerà l’importo di Ctz e Btpei offerto giovedì 26. Venerdì andranno all’asta i Bot semestrali. Le caratteristiche dell’offerta a medio-lungo termine del 30 maggio saranno rese pubbliche mercoledì 25. E’ stata una settimana vivace per i T bond americani, stimolati dalla prospettiva di un aumento dei tassi. ll rendimento dei Treasury Bill americani a 10 anni è salito a 1,85%, da 1,70% di venerdì scorso. È rimasto stabile invece il Btp decennale con il rendimento all’1,48% e spread con il Bund invariato.

EFFETTO ROTAZIONE: I MERCATI RISCOPRONO LE BANCHE

Con il rialzo di venerdì (FtseMib +1,3%), la Borsa di Milano ha chiuso in rialzo una settimana caratterizzata da molte incertezze e forte volatilità. In cinque sedute l’indice FtseMib è salito dello 0,2%. Modeste anche le oscillazioni settimanali degli indici Usa: S&P +0,28%, Dow Jones -0,20%, Nasdaq +1,10%. Ma il mercato ha effettuato una profonda rotazione degli investimenti: l’indice dei titoli finanziari è salito del 4%, utilities e telecom hanno perso in media il 2%.

Anche in Europa sono ripartite le quotazioni delle banche, in sintonia con l’attesa di tassi più positivi per la redditività del settore. Intesa ha guadagnato in cinque sedute il 4,1%, Deutsche Bank+3,6%, Société Générale +3,5%. 

UNICREDIT VERSO IL D-DAY. DOMANI LE DIMISSIONI DI GHIZZONI

Cambio della guardia in vista ad Unicredit. Oggi l’ad Federico Ghizzoni sarà a Madrid per le cerimonie per l’apertura della sede spagnola dell’investment banking dell’istituto. Domani lo stesso Ghizzoni dovrebbe rassegnare le dimissioni in mano al Cda ma, nell’attesa della scelta del successore, resterà nella pienezza dei poteri.

Il cambio di rotta della Banca, del resto, andrà assai al di là della nomina del nuovo numero uno, per cui si profilano diverse candidature: Marco Morelli, vice presidente Bofa-Merrill Lynch per Europa e Medio oriente, Flavio Valeri (Deutsche Bank Italia), il francese Jean-Pierre Mustier, ex Unicredit, oltre a quello di Alberto Nagel, ad di Mediobanca. In uscita anche il presidente Giuseppe Vita, che potrebbe lasciare il posto a Lucrezia Reichlin, già capo economista della Bce.

Al di là dei nomi vanno riviste le strategie: i soci internazionali premono per un aumento di capitale tra 5-7 miliardi, soluzione che non piace alle Fondazioni, costrette in questo caso ad una pesante diluizioni. Di qui l’alternativa rappresentata dalla cessione di asset a partire dalle attività nella gestione dei pagamenti. La lista delle vendite potrebbe proseguire con Fineco Bank, la controllata polacca Pekao e la turca Yapì Credit. Sull’onda di queste voci l’istituto ha messo a segno venerdì un rialzo del 7,5%.

A condizionare il comparto del credito sarà anche la delicata partita di Veneto Banca. Per la Bce l’aumento di capitale da 1 miliardo andrà completato entro il 30 giugno, ma i pre-sondaggi sui possibili sottoscrittori non autorizzano speranze. Più concreta l’ipotesi di una cessione, anche se i potenziali compratori (Bper, Ubi) frenano.

PIAZZA AFFARI OGGI DISTRIBUISCE 8,2 MILIARDI AI SOCI

Lunedì staccano la cedola 20 società sulle 40 che fanno parte del listino principale, il paniere Ftse Mib, per una distribuzione complessiva intorno agli 8,2 miliardi di euro, più o meno la metà dei 17,5 miliardi che verranno assegnati agli azionisti nel corso dell’intero 2016. A questi vanno aggiunte altre 47 società di medie e piccole dimensioni, tra cui si possono trovare rendimenti d’eccezione. Tipo Saras (poco sotto l’11% ma dopo un digiuno che durava da sei anni), Erg (8,65%) e Cattolica Assicurazioni (5,8%).

Tra i Big spiccano le cedole “generose” di Unipol Sai (oltre l’8%) e di Azimut: l’8% se si considera, oltre al dividendo ordinario (50 centesimi) che sarà versato lunedì, anche lo stacco straordinario da 1 euro per azione già programmato per gli ultimi mesi dell’anno.

L’assegno più corposo lo staccherà Intesa SanPaolo che verserà agli azionisti ordinari 2,2 miliardi di euro (il 6% il ritorno per i soci). Al secondo posto l’Eni (il 6% complessivo) che però ha già anticipato nello scorso autunno metà dei quasi 1,5 miliardi destinati al mercato (ed al principale azionista, il Tesoro).

Ecco tutte le cedole del Ftse Mib:

ANIMA 0,25 euro 
ATLANTIA 0,480 euro a saldo 
AZIMUT 0,50 euro 
B. POP. EMILIA ROMAGNA 0,10 euro 
B. POP. MILANO 0,027 euro 
BUZZI UNICEM ordinarie e risparmio 0,075 euro 
CAMPARI 0,09 euro 
ENI 0,40 euro a saldo 
FERRARI 0,46 euro 
GENERALI 0,72 euro 
INTESA SANPAOLO ordinarie 0,14 euro
INTESA SANPAOLO risparmio 0,151 euro
LUXOTTICA 0,89 euro 
MEDIASET 0,02 euro 
MONCLER 0,14 euro 
SALVATORE FERRAGAMO 0,46 euro 
SNAM 0,25 euro 
TENARIS 0,15 dollari acconto
UBI BANCA 0,11 euro 
UNIPOL 0,18 euro 
UNIPOLSAI 0,15 euro.

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