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Borsa, mini-rimbalzo ma Powell non scalda i mercati

Dopo lo scivolone di lunedì i listini cercano il recupero e Milano è la migliore ma la spinta è fiacca e il numero 1 della Fed non apre molte speranze: pronti a sostenere l’economia ma il quadro resta incerto a causa della pandemia – A Piazza Affari focus su Unicredit e Mps – All’Onu Trump attacca la Cina: il virus è colpa sua

Borsa, mini-rimbalzo ma Powell non scalda i mercati

Clima variabile sui mercati: i listini europei chiudono misti e Wall Street, dopo un avvio positivo, viaggia contrastata con le banche in calo e i tech in ordine sparso, mentre Donald Trump, parlando all’Onu, torna ad attaccare Pechino, per la diffusione nel mondo del “virus cinese”. Lo scontro fra le due superpotenze e le preoccupazioni mai sopite per una ripresa meno solida di quanto si spera, anche a causa della pandemia, frenano la propensione al rischio. Gli Usa, fra l’altro, dovrebbero superare oggi la triste soglia dei 200mila morti da Covid 19. 

In Europa: Francoforte +0,35%; Londra +0,5%; Parigi -0,4%; Madrid -0,72%. Per fronteggiare l’epidemia la Gran Bretagna annuncia parziali chiusure e restrizioni: “dobbiamo agire ora”, dice il premier Boris Johnson, per evitare centinaia di decessi ogni giorno e proteggere l’economia. Perde terreno la sterlina, contro euro e dollaro.

In questo contesto Piazza Affari registra la performance migliore: +0,54%, ma non aggancia quota 19mila punti, superata nel corso della seduta. L’esito del voto su referendum ed elezioni regionali contribuisce al piccolo rimbalzo del listino milanese, perché viene letto dal mercato in senso favorevole al governo e all’attuale coalizione. La stabilità politica piace agli investitori, che premiano soprattutto l’obbligazionario. Lo spread fra decennale italiano e tedesco scende a 137 punti base (-7,13%) e il rendimento del Btp chiude a 0,86%, tornando a livelli pre-Covid.

Nell’azionario gli acquisti si riversano su Fca +2,83%; Interpump +2,13%; Recordati +1,85%; Unipol +1,68%. L’avvio della riorganizzazione delle attività rinnovabili in Centro e Sud America premia Enel che cresce dell’1,42%. Rialza la testa Eni, +1,53%, favorita anche da un timido rimbalzo del petrolio. Il contratto Brent, novembre 2020, sale dello 0,65%, 41,71 dollari al barile. Saipem e Tenaris rimangono invece in rosso, rispettivamente -1,34% e -1,1%. 

La blue chip peggiore è Leonardo -3%. Le banche sono contrastate. Unicredit cede l‘1,87%, penalizzata dalla retrocessione di Credit Suisse, che ha tagliato la raccomandazione sull’istituto a “Neutral” da “Outperform”. A mettere sotto pressione il titolo ha contribuito inoltre la notizia di Repubblica, secondo cui il Tesoro avrebbe nuovamente sollecitato Jean Pierre Mustier a comprare Mps (+3,88%). L’ad di Unicredit, per il quotidiano, ha chiesto però una contropartita in contanti per non subire impatti sul capitale. Secondo gli analisti di Equita: “Assumendo che l’acquisizione possa richiedere 2 miliardi di costi di integrazione, stimiamo che per essere neutrale a livello patrimoniale, sia necessario una ricapitalizzazione di circa 4 miliardi (senza considerare la copertura dei rischi legali). Riteniamo che le risorse già stanziate dal Mef (1,5 miliardi) siano sufficienti per procedere con lo spin-off dei npe (non performing exposures) ad Amco e completare il derisking, ma potrebbero risultare non sufficienti per rendere ancora più appetibile la banca in un’ottica di m&a, anche ipotizzando un intervento da parte di Unicredit”. Ribassi per Moncler -1,57%; Banca Generali -1,14%.

Fuori dal paniere principale resta sotto i riflettori Mediaset, +3,28%, a seguito delle indiscrezioni riportate dal Messaggero riguardo la prosecuzione dei colloqui con Vivendi per chiudere il contenzioso con un accordo su un progetto di espansione pan-europea del gruppo sul modello di MediaforEurope. Tra le ipotesi ci sarebbe l’incremento della quota in ProSiebensat, di cui il Biscione detiene già il 24,9% del capitale.

Sul mercato valutario prosegue il recupero del dollaro sull’euro. Il cambio fra moneta unica e biglietto verde si muove a ridosso di 1,17. 

Dal discorso reso noto da Jerome Powell, prima della sua testimonianza davanti a una commissione del Congresso, non emergono grandi novità. La banca centrale farà “tutto quello che può e per tutto il tempo necessario” per sostenere la ripresa economica, ma è il Congresso che deve approvare nuove misure di stimolo. Apre in questa direzione Steven Mnuchin:  “Credo che un pacchetto di aiuti mirato sia ancora necessario e l’amministrazione è pronta a raggiungere un accordo bipartisan”; peccato che, da settimane, democratici e repubblicani non compiano passi avanti su questo piano di stimol per aiutare famiglie e imprese.

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