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Borsa: Milano zavorrata da utility e petrolio, Europa di cattivo umore dopo l’inflazione Uk. Salgono i rendimenti dei titoli governativi

Quarta seduta consecutiva in calo per Piazza Affari con i listini europei che perdono terreno in attesa delle minute Fed e della trimestrale Nvidia. Lagarde all’Esma: “Serve unione del mercato dei capitali”. Ancora giù i prezzi del petrolio

Borsa: Milano zavorrata da utility e petrolio, Europa di cattivo umore dopo l’inflazione Uk. Salgono i rendimenti dei titoli governativi

Quarta seduta consecutiva in calo per Piazza Affari che si allinea al malumore delle altre Borse europee. In attesa delle minute della Fed e della trimestrale Nvidia, in programma nelle prossime ore, a fiaccare i listini è l’inflazione del Regno Unito che ad aprile è risultata superiore alle attese, facendo sorgere nuovi dubbi sul possibile taglio dei tassi a giugno da parte della Bank of England. 

Lagarde: serve unione del mercato dei capitali

I mercati attendevano anche le parole della numero uno della Bce Christine Lagarde che, intervenendo a un evento online dell’Esma per il lancio di un position paper sui mercati dei capitali in Europa, ha detto: “L’Europa si trova di fronte a nuove sfide derivanti dalla frammentazione geopolitica, dal rallentamento della crescita della produttività e dal cambiamento climatico. Affrontare queste sfide richiederà investimenti senza precedenti e bisogni di finanziamento che superano la capacità dei mercati frammentati attuali”. 

“Oggi, l’Europa ha l’opportunità di ancorare la propria Unione dei Mercati dei Capitali a un progetto unificante che comprenda le transizioni verdi, digitali e geopolitiche – ha aggiunto – A questo fine serve un cambio di strategia per l’unione del mercato dei capitali passando da una legislazione frammentata a livello di singoli paesi a un libro delle regole valido per tutti, un insieme unificato di norme direttamente applicabili ai mercati dei capitali per facilitare il commercio e la concorrenza transfrontaliera. In quest’ottica diventa ancora più cruciale il ruolo del supervisore, nello specifico l’Esma i cui poteri andrebbero estesi per supervisionare direttamente le imprese sistemiche. “Implementare questa strategia aiuterebbe a eliminare le barriere tra i mercati nazionali e a sbloccare benefici sostanziali in termini di finanziamento, creando un bacino più ampio di investitori, emittenti e strumenti finanziari, facilitando l’accesso ai finanziamenti per le imprese innovative, e stimolando la concorrenza tra i fornitori di infrastrutture di mercato”. “È necessario che tutte le parti si uniscano per costruire una vera Unione dei Mercati dei Capitali, dalla quale dipendono la nostra prosperità  e il nostro futuro“, ha concluso Lagarde.

Ancora in calo il petrolio

I prezzi del petrolio scendono di oltre l’1%, arretrando per il terzo giorno consecutivo e zavorrando il comparto in Borsa. A pesare sono le aspettative che la Federal Reserve possa mantenere i tassi di interesse Usa più alti per un periodo più lungo a causa dell’inflazione sostenuta, con un potenziale impatto sull’uso del carburante nel maggiore consumatore del mondo.

Alle 12 i futures sul Brent perdono l’1,3%, a 81,78 dollari al barile, mentre il greggio statunitense West Texas Intermediate (Wti) scende dell’1,4%, a 77,59 dollari. Ieri i prezzi del greggio sono calati di circa l’1%. 

Rimanendo sulle materie prime, è lontano dai massimi toccati a inizio settimana l’oro, con il prezzo spot che si attesta a 2,415 dollari l’oncia. Sale infine il valore del gas naturale, che ad Amsterdam è in rialzo dello 0,29% a 33,1 euro al MWh.

Borse europee in calo a metà giornata 

A metà mattinata lo Stoxx 600 è in ribasso dello 0,38%. Fa meglio il Ftse Mib che registra un calo dello 0,16% a quota 34.546 punti. La maglia nera è  Parigi (-0,46%) zavorrata da Lvmh (-1,4%). Questa mattina, il colosso mondiale del lusso ha annunciato un’estensione quinquennale della partnership con il gruppo tech cinese Alibaba Group per potenziare ancora di più la presenza nel mercato asiatico attraverso innovazioni basate sull’intelligenza artificiale con Tmall.

Tornando alle Borse, Francoforte è in calo dello 0,29%, Madrid dello 0,1%, Amsterdam è piatta. Fuori dalla Ue Londra cede lo 0,25% dopo il dato sull’inflazione. Ad aprile l’indice dei prezzi al consumo britannico è aumentato dello 0,3% mensile dal +0,6% di marzo mentre su base annua è salito del 2,3% rispetto al +3,2% di un anno fa. La componente core, che esclude i prezzi dei beni di energia, alimentari, alcol e tabacco, segna +3,9% annuo dal +4,2% di marzo e +0,9% mensile da +0,6% del mese precedente.

A zavorrare le Borse c’è anche la debolezza del settore auto, con il settore che cede l’1,8% ai minimi di oltre tre mesi. Mercedes-Benz, Bmw e Volkswagen in calo tra l’1,2% e il 2,3%.

La Cina dovrebbe aumentare al 25% i dazi sulle importazioni di auto a benzina di grossa cilindrata, ha detto al quotidiano cinese Global Times un esperto di un ente di ricerca nel settore auto affiliato al governo, mentre il Paese si trova ad affrontare il forte aumento dei dazi statunitensi sulle importazioni di auto e forse ulteriori dazi per entrare nell’Ue. A ottobre la Commissione europea aveva avviato un’indagine per verificare se le auto elettriche prodotte in Cina ricevessero sussidi distorsivi e giustificassero tariffe aggiuntive. L’Ue potrebbe imporre dazi provvisori a luglio. 

A Piazza Affari vendite su utility e petroliferi 

In fondo al Ftse Mib si piazzano utility e petroliferi con Enel che registra la peggior performance dell’indice (-1,4%), seguita dagli altri titoli del comparto: Italgas (-1,57%), A2a (-1,35%), Snam (-1,12%), Erg (-1,38%). 

La debolezza del petrolio zavorra i titoli del settore con Tenaris ed Eni che perdono rispettivamente l’1,13% e l’1%. 

Vendite su Iveco (-1,37%), mentre nell’automotive Stellantis recupera in parte le vendite della mattinata e cede lo 0,8% con i dati sulle immatricolazioni di auto in Europa che mostrano una nuova sottoperformance del gruppo italo-francese in attesa dei nuovi modelli e degli incentivi. In deciso calo dell’1,7% circa tutto il settore auto europeo.

Gli acquisti premiano Leonardo (+2,35%) dopo che Moody’s ha confermato il rating di lungo termine Baa3 su Leonardo con outlook stabile.

Ben intonate le banche: Mps (+2,6%), Intesa Sanpaolo (+0,4%) Bper e Unicredit che segnano rialzi sopra 0,2%. In un’intervista al Financial Times, l’amministratore delegato Andrea Orcel ha detto che UniCredit studia ogni possibile obiettivo di acquisizione, ma ha escluso un interesse per Societe Generale. Il quotidiano ha anche scritto che Unicredit registrerà accantonamenti per potenziali perdite nelle prossime trimestrali dopo il sequestro di alcuni degli asset in Russia ordinato da un tribunale.

Tra i titoli in verde anche Moncler (+1,02%) e Amplifon (+0,90%).

Fuori dal Ftse Mib occorre segnalare la performance di Bff Bank (+2%) sostenuta dai rumors relativi a un interesse sull’istituto da parte di investitori internazionali dopo il crollo registrato a seguito dell’intervento di Banca d’Italia che ha sospeso la distribuzione di dividendi.

Euro e spread stabili, ma sale il rendimento sul decennale

Sul valutario, l’euro vale 1,084 dollari, sostanzialmente stabile rispetto alla chiusura di martedì martedì (a 1,085). Lo spread sale leggermente a 130 punti base dai 129 della vigilia, con il rendimento sul decennale benchmark in rialzo al 3,84% dal 3,80% di ieri. 

I rendimenti dei titoli governativi sono in generale rialzo dopo il calo registrato martedì in scia alle parole di Cristopher Waller della Fed che hanno alimentato la speranza di taglia sui tassi Usa. Secondo Waller i dati recenti sembrano registrare un andamento dell’inflazione verso il target del 2% anche se serviranno ulteriori conferme statistiche per decidere l’allentamento della politica monetaria.

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