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Borsa, Milano in rally (+1%) con banche e oil

Chiusura negativa per i listini europei ma non per Piazza Affari che mette a segno un +1%, trainata dall’exploit di Bper e dalla risalita del petrolio oltre i 50 dollari dopo l’accordo Opec – La spinta arriva anche dai dati macro sul Pil migliore del previsto e l’indicatore Pmi manifatturiero in rialzo – L’incertezza sul referendum penalizza Mps – Spread in calo – Wall Street a due velocità

Borsa, Milano in rally (+1%) con banche e oil

La Borsa di Milano aumenta quasi di un punto percentuale (+0,99%) con oil e bancari (Bper +8,02%), in una giornata debole per i listini europei e a doppia velocità per Wall Street, mentre il petrolio dispiega la sua spinta propulsiva dopo l’accordo raggiunto ieri dai paesi Opec per un contenimento della produzione. 

Per l’Italia arrivano buone notizie dal fronte macro. Il 2016 dovrebbe chiudersi con una crescita del pil marginalmente migliore dello 0,8% segnato dal governo nell’ultima nota di aggiornamento al documento di economia e finanza, mentre l’indicatore Pmi sul settore manifatturiero si rafforza a novembre da 50,9 a 52,2 punti, maggior incremento degli ultimi 5 mesi. Scende invece in Germania da 55 a 54,3 punti.

In rosso le altre piazze del continente: Francoforte è la peggiore, -1%; seguita da Parigi -0,39%; Londra -0,45%; Madrid -0,22%. Apertura contrastata a New York: il Dow Jones avanza; l’S&P 500 galleggia; il Nasdaq arretra. 

Il petrolio di qualità Wti, riferimento per gli Usa, conferma il rialzo sopra quota 51 dollari (51,65, +4,47%), mentre il Brent supera i 54 dollari al barile (54,32), +4,78%.

 A Piazza Affari i petroliferi restano in evidenza con Eni +3,58%; Tenaris +4,11; Saipem +3,04%. 

Giornata a tinte forti per il comparto bancario. Monte dei Paschi, il titolo più volatile in questa settimana che conduce al referendum, perde terreno in misura del 3,69%. Le incognite sulla sua salvezza sono una spada di Damocle sul futuro del sistema. Domani è il termine ultimo per la conversione dei bond in azioni e la banca spera che si mantenga la tendenza avviata da Generali, che ha annunciato di aderire con i suoi 420 milioni di subordinati (pari all’8% del capitale). Secondo il Wall Street Journal, l’esito è “cruciale” per evitare, a cascata, “una più ampia crisi sistemica in Italia e nell’Eurozona”. Se andrà in porto la conversione volontaria dei bond subordinati, da cui Siena attende di raccogliere più di un miliardo, la prossima settimana ci sarà il lancio dell’aumento di capitale. Nel frattempo il Monte spera di portare a casa l’impegno formale di un investitore, che metta sul piatto almeno un miliardo. Per il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Claudio De Vincenti, “non ci sarà bisogno di alcun intervento dello Stato, Mps è perfettamente in grado di capitalizzarsi sul mercato”. 

Sulla sponda opposta si collocano quasi tutti gli altri titoli del settore. Bper è la regina delle blue chip e compie un balzo dell’8,02%, nell’attesa di un segnale per possibili aggregazioni. L’ipotesi di un matrimonio con Creval (+6,14%) premia entrambe le banche. 

Prevalgono gli acquisti su Ubi Banca +3,8%; Unicredit +2,97%; Intesa Sanpaolo +2,10%; Mediobanca +3,15%; Bpm +3,37%; Banco Popolare +3,09%. 

Ancora in grande spolvero Generali +3,52%. Giornata di vendite invece su Recordati, -3,43%; Snam -3,56%; Stm -2,49%.

Lo spread scende del 4% a 168 punti base, ma il rendimento del decennale italiano si mantiene sopra quota 2% (al 2,04% per l’esattezza). L’euro tenta un piccolo recupero in giornata: +0,28. L’oro perde lo 0,34%.

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