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Borsa: il tonfo di Stm spinge il Ftse Mib sotto i 22mila

Borse europee prudenti in vista della riunione del Direttorio della Bce sulla politica monetaria – Stm però crolla e perde oltre 10% dopo a ver annunciato la lo slittamento degli obiettivi di vendita

Borsa: il tonfo di Stm spinge il Ftse Mib sotto i 22mila

Finale in frenata per i listini europei, con Piazza Affari che chiude in maglia nera e perde quota 22mila punti (21.969). Il Ftse Mib cede lo 0,38%, zavorrato da Stm (-11,89%). Il tonfo del gruppo italo-francese pesa inoltre su Parigi, -0,25% (dove arretra dell‘11,8%), mentre segnano piccoli progressi Francoforte (+0,46%), Madrid (+0,1%) e Londra (+0,07%). La propensione al rischio ha ceduto il passo all’incertezza nell’ultima mezzora con il cambio di umore di Wall Street, che è partita in rialzo nella convinzione che democratici e repubblicani troveranno un’intesa sul piano di sostegno. Poi il clima è cambiato e gli indici si muovono ora in rosso, così come il petrolio (Wti -0,96%, 45,16 dollari al barile; Brent -0,49%, 48,6 dollari) dopo il dato sulle scorte settimanali Usa, che registra un notevole e inatteso aumento. Fra le materie prime scende anche l’oro, -0,99%, 1850,9 dollari l’oncia.

Gli occhi del mondo restano puntati sui vaccini anti Covid, in particolare quelli di Pfizer-Biontech, che hanno avuto il primo semaforo verde dalla Fda e il via libera del Canada, mentre il Regno Unito è già partito con la somministrazione delle prime dosi. Oggi però gli inglesi hanno dovuto mettere uno stop a chi soffre di allergie a causa di alcune reazioni avverse.

Massima allerta anche sulla Brexit, in attesa dell’incontro serale della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, con il primo ministro britannico Boris Johnson, nella speranza che evitino un’uscita senza accordo commerciale. Intanto, la sterlina recupera terreno. L’euro scambia in calo a 0,9 (-0,33%). La moneta unica è in leggero regresso anche contro il dollaro, benché il cross resti oltre quota 1,2, alla vigilia della riunione della Bce di domani, l’ultima dell’anno, che potrebbe introdurre nuove armi a supporto dell’economia europea.

A quest’appuntamento guarda con fiducia il secondario italiano. Lo spread con il decennale tedesco scende a 115 punti base e il rendimento del Btp scende a 0,54%. Per quanto riguarda le aste, sono stati assegnati Bot annuali con un rendimento al minimo storico di -0,498. Il Tesoro ha collocato l’intero importo di 7 miliardi, a fronte di una maxi-richiesta pari a 12,81 miliardi, con un rapporto di copertura di 1,83.

Per Piazza Affari invece le cose sono andate un po’ peggio, soprattutto a causa di una pioggia di vendite che si è abbattuta su Stm, dopo che il Ceo Jean-Marc Chery, nel corso del capital market day, ha detto che il gruppo italo-francese ha rinviato di un anno, al 2023, il target di 12 miliardi di dollari di ricavi annui, stimando anche un margine operativo compreso tra il 15% e il 17%, inferiore alle attese. Il produttore di chip soffre per la guerra dei dazi tra Usa e Cina e l’embargo contro Huawei, uno dei maggiori clienti del gruppo, elementi che rallenteranno la crescita e influenzeranno la redditività, anche se la domanda si riprenderà dopo un anno segnato dal Covid-19.

Dalla parte opposta del listino svetta ancora Moncler, +3,81%, che si rafforza ogni giorno dopo la decisione di acquistare Stone Island.

Denaro su Fiat, +2,76%, favorita dalle indiscrezioni su un prossimo via libera dell’Antitrust Ue alla fusione con Psa. Meglio ancora Ferrari (+2,81%). Nel settore auto si apprezza inoltre Pirelli (+2,11%).

Ma a tenere più viva che mai l’attenzione sono le scommesse sul risiko bancario. Al centro di nuove ipotesi stampa sono Bper (+2,48%) e Unicredit (+1,38%). L’elemento di combinazione potrebbe essere la scadenza della partnership assicurativa tra Unicredit e gli inglesi di Aviva. I britannici potrebbero essere sostituiti da Unipol (+0,51%), che controlla a sua volta Bper, anche se di recente Carlo Cimbri si è espresso a favore di nozze tra Modena e Banco Bpm (+1,26%). L’alternativa deprime un po’ Mps (-0,45%), pronta con il piano strategico che conterrà “taluni scenari” di fabbisogno patrimoniale, mentre si guarda al voto in Commissione sulla manovra e all’emendamento M5S che intende tagliare drasticamente la dote fiscale di 3 miliardi destinata ad un eventuale acquirente di Siena.

Progressi per Telecom (+1,77%), impegnata nella trattativa per il rinnovo serie A Tim, che scade a fine Campionato dopo oltre 20 anni.

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