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Borsa: giù Fca, Mps e Popolari. Spread in altalena

Le incertezze politiche sia per le elezioni Usa che per il referendum costituzionale orientano negativamente i listini – In calo a metà giornata le piazze europee mentre Piazza Affari prosegue sotto quota 17.000. In ribasso tutte le Popolari – Tonfo di Stefanel dopo l’annuncio sul doppio concordato – Il differenziale Btp-Bund sfonda quota 160 poi si ridimensiona.

Borsa: giù Fca, Mps e Popolari. Spread in altalena

Le incertezze politiche e finanziarie sono troppe e le borse reagiscono andando giù. Piazza Affari, anche stamattina, va sotto quota 17mila punti e, alle 12, perde l‘1,37%. In altalena i titoli di stato, che prendono fiato da un’ipotesi di rinvio del referendum: Il differenziale fra Btp e Bund scende a 155 punti base da 162 di stamane col tasso sul titolo a dieci anni all’1,66%. In rosso anche le altre borse europee: Madrid -1,31%, Francoforte -0,91%, Parigi -0,74% e Londra -0,35.

Non riscalda gli animi neppure l’indice manifatturiero in Europa, che, in ottobre, sale a 53,5 dal 53,3 di settembre, mentre le attese erano per un dato invariato. Nei due principali paesi manifatturieri del continente però, Germania e Italia, l’indice scende rispettivamente da 53,5 da 53,3 e da 51 a 50,9, mentre era atteso in salita. I tedeschi si possono consolare con un tasso di disoccupazione al 6% nel mese scorso, minimo storico mai toccato dalla riunificazione.

In questo 2 novembre il Ftse Mib affonda insieme ai finanziari, ma anche con Fca che perde il 3,94% dopo i dati sulle vendite negli Usa diffusi ieri, anche se oggi viene reso noto il dato sulla Francia di segno opposto: +11,1% le immatricolazioni in ottobre e +11,3% nei primi dieci mesi dell’anno. Fra le banche soffrono particolarmente le popolari: Bpm -4,37%, Bp -4,42%, Bper -3,45%.

Mps, dopo una partenza da paura, arretra del 4,37%%. A quanto pare non c’era molto da festeggiare per l’addio di Corrado Passera. Oggi, a Rocca Salimbeni, si riunisce il cda in vista dell’assemblea del 24, in veideoconferenza con il ceo Marco Morelli, a New York per presentare il piano che dovrà portare nelle casse della banca 5 miliardi di euro. Il giro proseguirà a Londra, Parigi, Singapore e Hong Kong, per poi tornare a Boston.

Brutta giornata per Unipol (-3,46%), Mediobanca (-2,60%), Unicredit (-2,70%), Cnh Industrial (-3,28%). In controtendenza Recordati (+1,43%) e Telecom (+ 0,32%).

Fuori dal listino principale si registra la nota con cui Stefanel annuncia di voler presentare domanda di ammissione al concordato preventivo “in bianco” o “con riserva”, procedura nell’ambito della quale si riserva di poter presentare un ricorso per l’omologazione di un accordo di ristrutturazione dei debiti. Il titolo viene sospeso per eccesso di ribasso in tarda mattinata.

Prezzi del petrolio ancora in calo per il quarto giorno consecutivo e nel pomeriggio arriverà un aggiornamento sulle scorte settimanali di greggio, negli Stati Uniti.

Intanto, si è chiuso un mercoledì nero per le piazze asiatiche. Tokyo: Nikkei -1,76%; Topix -1,79%. Seul -1,42%; Taiwan – 1,44%. Hong Kong – 1,45%. A Shanghai l’indice composito archivia la seduta con una flessione dello 0,63% a 3.102,73 punti. Analogo calo per la Borsa di Shenzhen con l’indice che si ferma a 2.060,05 punti.

Stasera la Fed comunicherà le sue decisioni di politica monetaria, anche se prevale la convinzione che la decisione su un eventuale rialzo dei tassi sarà rinviata a dicembre.

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