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Borsa, Ftse Mib chiude in rialzo e sfonda quota 21 mila

In attesa del verdetto di Moody’s sul rating dell’Italia, Piazza affari chiude la settimana in rialzo (+0,8%) e il Ftse Mib dei 40 principali titoli supera la soglia magica dei 21 mila punti base – In evidenza soprattutto Stm, Recordati, Unipol, Brembo e la Juventus – Vendite sulle banche e su Saipem.

Borsa, Ftse Mib chiude in rialzo e sfonda quota 21 mila

La richiesta di rinvio della Brexit fa tirare un sospiro di sollievo alle borse europee che aggiornano i massimi dall’autunno scorso e archiviano positivamente anche l’ultima seduta della settimana: Milano +0,8%; Francoforte +0,81%; Parigi +1,04%; Madrid +1,42%; Londra +0,59%. Sono favorevoli i venti dell’ovest, con Wall Street che, dopo un avvio incerto, viaggia ben intonata nella prospettiva che l’accordo commerciale con la Cina arriverà forse un po’ più tardi del previsto, ma si farà. Euro-dollaro in ripresa per la moneta unica con il cambio in area 1,132. 

Piazza Affari supera quota 21mila punti (21.045), grazie alle ottime performance di Stm +4,65%, Recordati +3,12%, Brembo +3,1%, Unipol +2,64%. Su Telecom (+1,39%) splende il sole, mentre gli azionisti sono nella tempesta con Vivendi che torna alla carica e denuncia il comportamento dei membri del cda nominati da Elliott, che ieri hanno rigettato a maggioranza il rapporto stilato la scorsa settimana dal collegio sindacale.

Brilla ancora la buona stella della Juventus, +1,77%, questa volta grazie al sorteggio dei quarti di Champions League con l’Ajax. Le banche sono contrastate, dopo i recenti guadagni, giù Banco Bpm, -1,85% e Bper -0,61%, nell’attesa del verdetto di Moody’s, questa sera, sul rating dell’Italia. Il futuro si gioca sul filo del rasoio, visto che a ottobre l’agenzia ha tagliato il suo voto a Baa3 con outlook stabile, poco sopra il livello “spazzatura”. Complessivamente però si nutre una pacata fiducia nella pagella della maestra più severa e anche l’obbligazionario resta stabile: il rendimento del decennale è al 2,5% e lo spread con il Bund di pari durata è 241.40 punti base (-0,45%). Continua in ogni caso la riduzione dei titoli di Stato in mano a investitori esteri: a dicembre sono scesi a 634 miliardi di euro contro i 681 dello stesso mese del 2017 e i 647 di novembre. Il calo prosegue da luglio quando si era avuto un rimbalzo a 672 miliardi dopo il ribasso dei mesi precedenti. In diminuzione anche i titoli in mano alle banche italiane, 384 miliardi dai 401 miliardi di novembre (però erano 333 nel dicembre 2017).

L’oro supera 1302 dollari l’oncia, mentre si sgonfia un poco il petrolio: Brent -0,64%, 66,8 dollari al barile. Ne risente Saipem -1,67%, ma Eni sale dello 0,32%, dopo l’annuncio di dividendo in aumento a 0,86 euro nel 2019 e buyback da 400 milioni l’anno fino al 2022. Fra le blue chip peggiori c’è Banca Generali -0,54%. 

Fuori dall’indice principale Autogrill +8,4%, a seguito dei risultati pubblicati ieri. Le prese di beneficio invece mandano a tappeto Brunello Cucinelli -10,38%.

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