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Borsa: Ferragamo corre, Prysmian sprofonda

La casa di moda fiorentina in vetta al Ftse Mib dopo i conti dei 9 mesi chiusi con ricavi in salita a 994 milioni – Prysmian crolla: risultato netto sotto le attese e previsioni sull’ebitda 2018 deludenti per gli analisti

Borsa: Ferragamo corre, Prysmian sprofonda

Salvatore Ferragamo in vetta al Ftse Mib, Prysmian in coda. In entrambi i casi la performance è determinata dai conti trimestrali pubblicati il 12 novembre a mercati chiusi.

Partiamo dalla moda. Il titolo Ferragamo guadagna il 2,9% a 18 euro, una prestazione in netta controtendenza rispetto a quella del Ftse Mib, che a metà mattinata cede oltre l’1% del suo valore. A spingere le azioni è sono le nuove stime per il 2019, ritoccate all’insù, e i risultati sopra le attese dei margini. Nel dettaglio, la casa fiorentina ha chiuso i 9 mesi del 2019 con ricavi pari a 994 milioni, in salita del 2,3% a tassi di cambio correnti e dell’1,9% a tassi di cambio costanti rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tenendo in considerazione solo il periodo luglio-settembre 2019 però, il fatturato è sceso del 2,9%.

L’utile netto del periodo escluso IFRS16, inclusivo del risultato di terzi, è stabile a 65 milioni di euro (-0,5%) per i primi nove mesi dell’esercizio 2019, mentre l’utile netto di pertinenza del gruppo escluso IFRS162 scende da 64 a 63 milioni (-1,5%).

Secondo Equita i conti presentati da Ferragamo sono migliori delle attese soprattutto per quanto riguarda i margini “supportati più del previsto dal mix di canale, meno scontistica, mix di prodotto e cambi”.

Per quanto riguarda l’intero 2019, il fatturato dovrebbe arrivare a quota 1,37 miliardi, mentre l’ebitda, escluso l’impatto Ifrs, a 200 milioni di euro.

Passando all’industria crolla Prysmian, che tornata in contrattazione dopo una sospensione in asta di volatilità perde oltre il 7% a 18,96 euro nonostante nei 9 mesi l’utile netto sia salito del 53,4% a 273 milioni a fronte di ricavi aumentati dello 0,3% a 8,64 miliardi. Il gruppo ha confermato la guidance per l’intero anno che prevede un ebitda compreso nel range fra 950 milioni e 1,02 miliardi con un free cash flow a 300 milioni (con una variazione sia al rialzo che al ribasso del 10%) dopo 90 milioni di costi per ristrutturazione.

A pesare sul titolo il risultato netto, giudicato deludente dal consensus. Non solo. Durante la conference call, il numero uno della società, Valerio Battista, ha annunciato che l’ebitda del 2019 si attesterà nella parte bassa delle indicazioni fornite in precedenza.

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