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Borsa chiusura 11 aprile: Lagarde non convince e le banche trascinano giù Piazza Affari

Le vendite sulle banche spingono al ribasso Piazza Affari che oggi è la peggiore tra le Borse europee. Lo spread risale a quota 141

Borsa chiusura 11 aprile: Lagarde non convince e le banche trascinano giù Piazza Affari

Le banche mandano ko Piazza Affari, -0,96% (33.713 punti base) nel giorno in cui la Bce, per la quinta volta consecutiva, ha deciso di confermare i tassi al suo massimo storico (4,50%), lasciando presagire però l’atteso primo taglio del costo del denaro a giugno. “Dipendiamo dai dati non dalla Fed” ha precisato la presidente Christine Lagarde, prendendo le distanze dalle possibili mosse del collega Jerome Powell, che dovrà far i conti con un’economia e un’inflazione Usa più forti del previsto. Il dibattito dentro Eurotower è aperto: alcuni banchieri erano pronti a un allentamento già nella riunione odierna, anche se alla fine anch’essi hanno convenuto con la maggioranza che è meglio aspettare qualche mese.

In questa prospettiva gli investitori hanno preferito fare cassa sui titoli delle banche, dopo l’ennesima impennata di ieri.

Il peso del settore si fa sentire anche sul principale indice di Madrid (-1,17%), mentre le perdite sono più contenute a Parigi (-0,27%) e Amsterdam (-0,32%). Francoforte arretra dello 0,76% e Deutsche Telekom cede il 6,11%, dopo lo stacco dividendo. Fuori dalla zona euro Londra perde lo 0,45%.

Wall Street contrastata

Oltreoceano Wall Street stenta a prendere una direzione con i dati sull’inflazione che fanno riflettere gli investitori. Oggi i prezzi di marzo alla produzione, inferiori alle attese (+02% su febbraio, contro +0,3% stimato), stanno aiutando il recupero sui titoli tecnologici, dopo la cocente delusione della vigilia, dovuta alla corsa dei prezzi al consumo nel mese di marzo. Il Nasdaq sale dello 0,43%, ma il Dow Jones cede circa mezzo punto percentuale.

Domani il tema del giorno saranno i risultati trimestrali di tre grandi banche come JPMorgan Chase & Co, Citigroup e Wells Fargo che pubblicheranno i risultati del primo trimestre.

Euro debole dopo Lagarde

Sul mercato dei cambi l’euro si conferma debole contro dollaro, per un cambio che punta verso 1,07.

Tra le materie prime l’oro vola ancora alto, con lo spot gold oltre i 2340 dollari l’oncia.

Anche il petrolio (attualmente in rosso) sembra muoversi poco lontano dai massimi di sei mesi toccati in questo periodo. L’Opec, nel suo rapporto mensile, ha lasciato invariate le stime sulla crescita della domanda globale di petrolio nel 2024 e nel 2025, tagliando le previsioni sulla crescita dell’offerta non-Opec. Il Brent tratta poco sotto 90 dollari al barile.

Piazza Affari, bene le utility

A vedere il bicchiere mezzo pieno oggi sono soprattutto le utility, che beneficiano della prospettiva che i tassi vengano tagliati.

Tra le migliori blue chip del giorno Erg +2,06%, A2a +1,04%, Italgas +0,8%, Hera +0,32%, Enel +0,14%.

Gli acquisti premiano ancora Saipem, +0,56%, sostenuta anche dal fatto che Jp Morgan ha alzato il prezzo obiettivo a 3,20 euro dai 3 euro precedenti. Tra i titoli oil Maire Tecnimont lascia sul terreno il 4,44%. Secondo un trader – citato da Reuters – si tratta di prese di profitto da parte di qualche grosso fondo dopo il rally del titolo che da inizio anno registra un saldo positivo di oltre il 51%.

Tra le blue chip Diasorin +0,81%, si conferma in denaro.

Torna il segno più per Leonardo +0,37%.

La prospettiva di un calo dei tassi pesa invece sul settore bancario, che dalla stretta ha avuto molto da guadagnare. Tra i maggiori ribassi del giorno Bper -3,89%, Banco Bpm -3,54%, Popolare di Sondrio -2,89%, Unicredit -2,8%, Intesa -2,03%.

La maglia nera va a Iveco, -4,06%, che è anche il peggior titolo della galassia Agnelli, quando la holding Exor ha chiuso il 2023 con un utile consolidato di 4,194 miliardi di euro, in calo di 33 milioni rispetto ai 4,277 miliardi del 2022.

Fuori dal paniere principale Ferragamo, -6,08%, è ai minimi da circa 4 anni, dopo che Stifel ha portato il target price a 10,3 euro da 11,5. Una retrocessione già vista ieri con Jp Morgan (a 9,50 euro da 10,5 euro).

Sale lo spread

La riunione della Bce non ha portato una ventata di ottimismo sul secondario e chiude una seduta in rosso la carta italiana. Lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata sale a 141 punti base e i rendimenti crescono rispettivamente al 3,86% (da 3,76% di ieri) e 2,45% (da 2,41%).

I tassi sono risultati in rialzo anche nelle aste di oggi (a tre, sette e 15 anni).

Intanto il Mef ha annunciato una nuova “emissione speciale” di Btp valore, dal 6 al 10 maggio. La durata è di sei anni e il premio fedeltà sale allo 0,8%.

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