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Borsa, bene banche e tlc. Tonfo DiaSorin

Wall Street poco mossa non risveglia le Borse europee che chiudono in calo in vista della Fed e in scia ai timori sui contagi in India. Milano piatta, giù i petroliferi – Attesa per il cda di Atlantia in programma per il 30 aprile

Borsa, bene banche e tlc. Tonfo DiaSorin

Bocce ferme in attesa della Fed: i mercati europei proseguono la settimana senza slancio e, dopo i frazionali guadagni di ieri, archiviano oggi una seduta leggermente negativa, condizionata dal preoccupante andamento dei contagi di Sars-Cov-2 in India e dell’apertura in calo di Wall Street, dopo i record della vigilia da parte di S&P 500 e Nasdaq. Gli investitori indugiano, aspettando le parole Jerome Powell. Non si stimano cambiamenti su tassi d’interesse o acquisti di debito, ma il presidente della banca centrale Usa potrà forse accennare qualcosa su un allentamento degli stimoli?

Nelle more risalgono blandamente i rendimenti dei titoli di Stato e in particolare il decennale a stelle e strisce segna +1,58% (+0,9% rispetto alla chiusura di ieri). È poco mosso il dollaro; l’euro staziona in area 1,2.

Nell’azionario statunitense il focus resta sulle trimestrali: questa sera toccherà ad Alphabet (-0,8%) e Microsoft (-0,35%), dopo i conti record di Tesla (-4,31%) che non hanno convinto il mercato per utili dovuti più al bitcoin e ai crediti ambientali venduti alle altre case automobilistiche che alle proprie auto.

In Europa: Francoforte perde lo 0,19%, Parigi -0,03%, Amsterdam -0,45%, Londra -0,28%. In controtendenza Madrid +0,5%.

Piazza Affari cede lo 0,17%. Brilla Unicredit, +1,78%, ma pesano Diasorin -5,45% e i titoli petroliferi, Saipem -2,67% e Tenaris -2,09%. 

A far traballare il titolo della società di diagnostica sarebbe la revisione al ribasso delle stime per il primo semestre e per l’anno in corso da parte della rivale francese Biomerieux (-6,89% a Parigi) a causa della contrazione della domanda di test Covid-19 in particolare negli Stati Uniti, dove l’ampia campagna vaccinale sta contenendo la pandemia. Diasorin darà i risultati del suo primo trimestre il 13 maggio.

Continua la parabola discendente di Leonardo, -1,95%, a seguito dell’accordo per l’acquisizione del 25,1% della società tedesca Hensoldt per circa 606 milioni, in un deal valutato dal mercato come “caro”. Oggi JP Morgan ha tagliato la raccomandazione a “Equal-Weight” da “Overweight” con un prezzo obiettivo a 7,1 euro da 8,3 euro precedente.

Pirelli scivola dell‘1,67%, guardando alla trimestrale sotto le attese di Michelin (-1,6% a Parigi).

Atlantia cede l‘117% e annuncia che riunirà il 30 aprile il cda per le “necessarie determinazioni” sull’offerta vincolante per l’88% di Autostrade per l’Italia (Aspi) da parte del consorzio guidato da Cdp.

Sono positive le banche: Unicredit è la blue chip migliore del listino, dopo l’aggiornamento sulle stime di consensus degli analisti per il primo trimestre del 2021, che dovrebbe segnare il ritorno all’utile dell’istituto. Secondo il consensus delle banche d’affari Unicredit dovrebbe aver chiuso i primi tre mesi dell’esercizio con un utile netto di 413 milioni di euro (valore mediano); la stima si confronta con la perdita rettificata di 58 milioni di euro contabilizzata nello stesso periodo del 2020 (perdita netta contabile di 2,71 miliardi). Il margine di intermediazione è previsto a 4,28 miliardi di euro (valore mediano), in calo rispetto ai 4,38 miliardi del primo trimestre del 2020; il risultato di gestione netto è stimato a 1,21 miliardi di euro, dopo svalutazioni su crediti per 625 milioni di euro. Bene anche Banco Bpm +1,04% e Intesa +0,55%, mentre Bper cede lo 1,09%.

In rialzo Prysmian, +1,56%, con il rame ai massimi storici. Si apprezzano Finecobank +1,21% e Nexi +1,07%. Bene Telecom Italia (+0,9%).

Fuori dal paniere principale Mediaset +1,27%, dopo  i risultati dell’esercizio 2020 e la decisione di trasferire la sede legale in Olanda.

Il rosso è acceso sul secondario italiano: lo spread fra Btp 10 anni e Bund di pari durata sale a 107 punti base (+2,16%) e il rendimento del titolo cresce a +0,82%.

Dopo il via libera, stamani, del Recovery Plan alla Camera, stasera toccherà al Senato pronunciarsi. Intanto S&P Global, in un report dedicato agli effetti del Recovery Fund sulla crescita dell’Unione Europea, dice che per l’Italia il Next Generation Eu potrebbe valere fino a 6,5 punti di pil in più nell’arco di cinque anni. Il contributo si ridurrebbe invece all‘1,9% in uno scenario a “basso impatto”. Per la Ue la forbice va da +1,5% a +4,1%.

Fra le materie prime si segnala il balzo del rame, che oggi ha toccato una quotazione massima di 9.965 dollari a tonnellata prima di ritracciare leggermente. Secondo gli esperti, il prezzo del rame riflette da una parte l’indebolimento del dollaro e dall’altro uno squilibrio fra una domanda molto forte, soprattutto dalla Cina, e un’offerta che cresce a ritmi inferiori a causa delle proteste che si sono verificate nei giorni scorsi nei settori minerario e portuale in Cile, ovvero il maggiore produttore mondiale del metallo.

L’oro è piatto. L’intonazione è moderatamente positiva per il petrolio, in attesa  di una riunione in settimana dell’Opec+.

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