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Borsa alle prese con la frana Atlantia, trimestrali al via

A Piazza Affari il focus è ancora sulla vicenda Autostrade mentre spunta anche l’ipotesi di commissariamento – Negli Usa si apre la stagione delle trimestrali e il Nasdaq frena – Nuove tensioni con la Cina

Borsa alle prese con la frana Atlantia, trimestrali al via

Non c’è solo il Recovery Fund o il caso Atlantia (che ha ormai assunto rilievo internazionale) ad agitare le acque dei mercati. Ieri sera il Nasdaq ha interrotto la sua corsa dopo la dura presa di posizione di Washington contro le ambizioni di Pechino, sempre più aggressiva sul fronte del mar Giallo, ormai la frontiera più calda della nuova guerra fredda. Ieri sera la Segreteria di Stato ha affermato che le pretese di Pechino sul Mare della Cina del Sud, risalenti al periodo del Kuomintang, sono infondate e illegittime. Fino a oggi, Washington aveva evitato di schierarsi sulla contesa, rimasta accesa anche dopo la sentenza di un tribunale delle Nazioni Unite che ha respinto le pretese di Pechino. Intanto, in risposta alle sanzioni imposte dagli Usa contro quattro funzionari comunisti, giudicati responsabili della repressione della minoranza musulmana nello Xinjiang, la Cina ha disposto sanzioni contro un ambasciatore Usa, tre membri del Congresso e l’intera commissione esecutiva del Congresso che si occupa dei rapporti con la stessa Cina.

NUOVE TENSIONI CON PECHINO. STOP ANCHE PER TESLA

I nuovi venti di guerra hanno fornito il pretesto per raffreddare i bollenti spiriti del Nasdaq: -2,13% in chiusura dopo aver segnato un nuovo record assoluto. In ribasso anche Tesla (-3,1%) dopo aver segnato un rialzo da vertigini (+16%) nella prima parte della seduta. La corsa dell’auto elettrica è stata sostenuta dagli acquisti del “parco buoi” (i Robinhooders): almeno 40 mila compratori hanno acquistato titoli della società di Elon Musk, che ieri ha superato nientemeno che Warren Buffett come l’investitore più ricco.

È questa la premessa all’avvio oggi dell’atipica stagione delle trimestrali: Goldman Sachs sostiene che ben più rilevanti delle cifre del trimestre siano le previsioni sulla seconda parte dell’anno e ritocca all’insù le stime sull’utile per azione medio delle società dell’S&P500, portandolo a 115 dollari per il 2020. La Banca d’investimenti conferma la previsione sul 2021 a 170 dollari per azione, il 4% sopra il valore del 2019.

CINA, RECUPERA LA BILANCIA COMMERCIALE. GIÙ SHANGHAI

La Cina intanto si prepara all’annuncio sul dato del Pil che sarà pubblicato domani nella notte italiana. Nell’attesa i dati della bilancia commerciale segnalano una robusta ripresa.

Le Borse dell’Asia stamattina scendono: la peggiore è quella di Hong Kong (Hang Seng -1,5%). Lo Shanghai Composite perde l’1,1%, anche se i dati sulla bilancia commerciale hanno superato le aspettative: a giugno le esportazioni sono salite dello 0,5% anno su anno, in forte recupero dal -5,3% di maggio.

Il petrolio tipo Brent è in calo del 2%, a 41,9 dollari il barile, mentre ieri il greggio del Mare del Nord ha perso l’1%.

I timori di uno scontro militare tra Pechino e Washington nell’area di mare circostante le isole di Paracelso hanno fermato il rally del rame, arrivato ieri sui massimi degli ultimi due anni. Scendono anche zinco e nichel.

I PROGRESSI SUL VACCINO SPINGONO PFIZER

L’oro scivola poco sotto la soglia dei 1.800 dollari.

Deboli gli indici di Wall Street: Dow Jones -0,04%, S&P -0,94%. In evidenza i titoli di Pfizer (+10%) e della tedesca BioNTech, che hanno ricevuto l’Ok della Fda per lo sviluppo accelerato delle ricerche sul vaccino anti Covid-19.

Oggi daranno i numeri JP Morgan, Wells Fargo], Citigroup e Delta Airlines.  

L’EUROPA CORRE, MA SUL RECOVERY LA MERKEL DETTA CONDIZIONI

Partenza lanciata ieri delle Borse europee all’inizio di una settimana cruciale. A spingere gli acquisti sono state le buone notizie sul fronte dei vaccini e la scommessa sull’accordo sul Recovery fund europeo. Ma dal vertice tra Conte e la cancelliera tedesca Angela Merkel sono emerse ancora forti distanze: la Germania appoggia il piano di affidare la governance del piano al Consiglio Europeo, un’idea indigesta a Roma.

MILANO OLTRE 20 MILA PUNTI, A PARIGI SCANDALO IN UBISOFT

La spinta al rialzo è stata così robusta da compensare l’impatto della crisi di Atlantia. Piazza Affari (+1,19%) ha varcato di nuovo la soglia dei 20 mila punti (20.003).

La piazza più tonica è stata Parigi (+1,73%). Corrono i titoli ciclici al seguito di Arcelor Mittal (+4,97%) e Airbus (+3,67%). Il produttore di videogiochi Ubisoft cede l’8,2% dopo l’uscita dall’azienda di diversi manager accusati di molestie sessuali.

Francoforte +1,32%. Assieme all’americana Pfizer, la biotech tedesca BioNTech ha ricevuto l’autorizzazione per una procedura di sperimentazione accelerata di un vaccino anti Covid 19.

TORNA LA VOGLIA DI VIAGGIARE: AMADEUS +6% A MADRID

Positive anche Londra (+1,33%) e Madrid (+1,45%). La spagnola Amadeus, attiva nella gestione delle prenotazioni di viaggi e soggiorni, ha messo a segno un rialzo del 6%.

SPREAD A 169. OGGI IL NUOVO BTP A 7 ANNI

Alla vigilia delle aste a medio termine i Btp chiudono in marginale ribasso grazie al recupero nel finale. Oggi il Tesoro offre il nuovo 7 anni.

Alle 17,30 italiane, la forbice tra i tassi Btp e Bund sul tratto a 10 anni si attesta a 169 punti dai 174 del finale di seduta di venerdì. Il tasso del decennale è a 1,24% da 1,23% dell’ultima chiusura. Parallelamente il Bund è in deciso ribasso con il rendimento che ha segnato oggi il massimo da una settimana a -0,41 (+ 6 punti base).

CONTE FULMINA ATLANTIA (-15%)

È stata una giornata di passione per Atlantia. Come un plotone di esecuzione il mercato ha fulminato a suon di vendite il titolo fin dalle prime battute dopo il secco no del premier Giuseppe Conte alle proposte della società per scongiurare il ritiro della concessione. Al termine della giornata il titolo, dopo numerose sospensioni, ha registrato un calo superiore al 15% per una capitalizzazione scivolata sotto i dieci miliardi, ai minimi da quattro mesi. Il tracollo è proseguito nel pomeriggio dopo che il segretario del Pd Nicola Zingaretti ha definito “deludente” la lettera di Aspi al Governo.

EQUITA: IL DEFAULT COSTA 20 MILIARDI

Oggi sul tema Autostrade si terrà un Consiglio dei ministri sollecitato dal premier, che ha sottolineato come “la decisione su Aspi debba coinvolgere tutto il governo. Io ho già anticipato alcune valutazioni, domani tutti i ministri saranno nelle condizioni di conoscere i dettagli”.

E adesso? La revoca della concessione, così come ventilata da Conte, provocherebbe secondo Equita sim “un default di 10 miliardi in Aspi e, considerando che Atlantia garantisce 5,5 miliardi di bond Aspi e ha ulteriori 5 miliardi di debiti, nel complesso sarebbero 20 miliardi i debiti in default”. L’alternativa è la cessione della quota Atlantia in Aspi (l’88% del capitale) ad uno o più partner pubblici. Se proprio lo Stato vuole tornare nella proprietà – scrive su Facebook Matteo Renzi – l’unica possibilità è una operazione su Atlantia con un aumento di capitale e l’intervento di Cdp (Cassa depositi e prestiti)”.

SPUNTA IL COMMISSARIO. PRESSIONI DA CINA E GERMANIA

Questa la cornice del Consiglio dei ministri che alle 11 di oggi dovrebbe tirare le fila della lunga disputa tra lo Stato e Autostrade per l’Italia. Poco prima della chiusura del mercato, Atlantia, che oggi riunirà il cda, ha diffuso un comunicato nel quale chiede al governo di tenere in considerazione i piccoli obbligazionisti e i dipendenti che rischiano di pagare il conto in caso di revoca della concessione. Pressioni anche da Pechino, preoccupata per l’investimento di Silk Road in Atlantia. L’ambasciatore italiano è stato chiamato ieri dalle autorità della Città Proibita “per chiarimenti”. Anche Angela Merkel ha manifestato le paure di Allianz, che possiede il 7% della holding dei Benetton

VOLA TIM. IL MERCATO CREDE ALL’ACCORDO SULLA RETE

In grande spolvero, al contrario, la galassia Telecom (+5,5% l’ordinaria, addirittura + 5,9% la risparmio), l’altro tema al centro dell’attenzione dell’esecutivo. A scatenare la corsa all’acquisto è stata la notizia di un incontro venerdì scorso tra il Ceo di Enel e il ministro delle Finanze Roberto Gualtieri alla presenza dei Ceo di Tim e Cdp.

Al centro dei colloqui l’aggregazione tra Open Fiber e FiberCop, il veicolo che controlla la rete secondaria di Telecom Italia e dove dovrebbe entrare Fastweb, concambiando la propria quota di FlashFiber, e l’americana KKR.

All’accordo di massima manca ancora l’ok di Enel, a cui il Governo avrebbe chiesto di prendere una decisione entro fine mese. Telecom Italia intanto sta parallelamente procedendo per definire l’accordo con KKR entro il Cda del 4 agosto. Cassa Depositi e Prestiti, infine, sarebbe pronta a esercitare la prelazione sulla quota di Open Fiber in mano a Enel. Equita ritiene che “le chance di successo del deal, dopo anni di discussioni inconcludenti, siano elevate”.

IN VOLO LEONARDO, CNH E STM

In rally alcuni industriali: Cnh Industrial sale del 4,19% dopo la conferma del rating hold da parte di Fidentiis. Nell’automotive brillano anche Fca (+1,52%) e Pirelli (+1,86%). Vola Leonardo (+7,01%). Stm +2,1% sull’onda del boom dei semiconduttori in Usa.

In rialzo anche il settore bancario dopo la conferma del rating di credito sovrano dell’Italia a BBB-, con outlook stabile, da parte di Fitch. In forte recupero Bper (+4,6%) davanti a Mediobanca (+2,46%) e a Unicredit (+2,14%).

SI RISVEGLIA IL RETAIL. BOOM DI UNIEURO E OVS

Da segnalare la riscossa del retail. Miglior titolo del listino è stato Unieuro (+14,2%) dopo risultati trimestrali migliori delle attese grazie al boom delle vendite sul canale online. Kepler Cheuvreux ha ribadito la raccomandazione buy e un prezzo obiettivo a 10 euro sul titolo.

Acquisti anche su Ovs (+6,1%) dopo indicazioni “incoraggianti” a detta di Equita su vendite e margini.

In rosso dopo i conti Enav (-2,68%): Banca Imi ha ridotto la raccomandazione da add a hold, con Target che passa da 6,1 a 4,5 euro.

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