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Borsa 19 dicembre: rally di Natale in Europa e in America e a Piazza Affari Mps guida i rialzi

Listini azionari in generale rialzo e spread Btp-Bund a quota 163 – Mps, Cucinelli, Amplifon e Prysmian i titoli più acquistati a Piazza Affari

Borsa 19 dicembre: rally di Natale in Europa e in America e a Piazza Affari Mps guida i rialzi

Le borse europee chiudono in rialzo oggi, in un clima prenatalizio, con scambi ridotti, ma comunque idoneo a consolidare i guadagni messi a segno fin qui. 

Nell’area euro la conferma della frenata dell’inflazione a novembre non galvanizza tanto l’azionario quanto i titoli di Stato, che vedono tassi in netto ribasso.

Così Piazza Affari si apprezza dello 0,41% a 30.363 punti base, al seguito di Banca Monte Paschi (+2,67%) e Brunello Cucinelli (+2,55%). Fa ancor meglio l’obbligazionario: lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata è indicato in chiusura a 162 punti base (-3,67%) e i rendimenti sono in ribasso rispettivamente al 3,64% e 2,02%.

Le altre principali piazze europee sono più o meno allineate al listino milanese: Francoforte +0,58%, Parigi +0,08%, Amsterdam +0,42%, Madrid +0,51%, Londra +0,31%.

A sostenere l’umore nel Vecchio Continente ha contribuito nel pomeriggio l’avvio intonato di Wall Street, al momento in progresso frazionale con DJ (+0,47%), S&P 500 +0,41%, Nasdaq +0,46%. 

La BoJ mantiene in tassi sotto zero e aiuta i listini; scivola lo yen

L’anticiclone che mantiene questo bel tempo sui mercati porta il nome delle banche centrali, nella convinzione degli investitori che il 2024 porterà un deciso taglio del costo del denaro negli Usa e in Europa. Stamani la pressione è ulteriormente aumentata dopo che la Bank of Japan ha mantenuto la sua politica ultra accomodante; la scelta ha spinto gli acquisti a Tokyo (+1,32%) e le vendite di yen, con la moneta nipponica che è in calo contro le principali valute.

In Europa intanto Eurostat ha certificato la frenata dell’inflazione nella zona della moneta unica a novembre, al 2,4% dal 2,9% di ottobre. Tra i paesi dove la discesa dei prezzi è più marcata c’è l’Italia, con +0,6% il mese scorso, contro +1,8% del mese prima e 12,6% di novembre 2022.

L’euro ha reagito al dato senza scossoni e oggi si apprezza contro il dollaro, mettendo nel mirino un cambio di 1,1.

Sono in prevalenza positive le materie e nonostante qualche volatilità il petrolio ha ripreso a salire dopo i guadagni di ieri a seguito dei problemi sulla rotta del Mar Rosso. Il Brent febbraio 2024 sale dell’1,67% a 79,25 dollari al barile; il greggio texano di pari scadenza cresce dell’1,6% a 73,97 dollari.

Il gas naturale invece, dopo il balzo della vigilia, riavvolge il nastro praticamente in eguale misura e arretra del 7% a 33 euro al MWH.

La guerra in Ucraina e le pesanti sanzioni contro il gas russo si riflettono intanto su Gazprom, che ha reso noto un calo del 40% dell’Ebitda 2023 a circa 2200 miliardi rubli (24,3 miliardi di dollari) contro 3600 miliardi 2022. I risultati includono le attività di produzione di gas, petrolio ed energia elettrica.

Piazza Affari, lusso e banche tonificano il Ftse Mib

Lusso e banche sostengono oggi il listino principale, coadiuvate da alcuni titoli industriali a partire da Prysmian (+2,03%). Il mercato ha apprezzato l’annuncio di una riorganizzazione del leadership team della regina dei cavi, articolato su quattro nuovi segmenti di business operativi dal primo gennaio prossimo.

Bene Amplifon +1,61%.

Tra le banche svetta Monte Paschi e sono in luce anche Unicredit +0,87% e Intesa +1,03%.

Il lusso si apprezza a partire da Cucinelli, dopo il debutto sottotono di ieri sul listino principale al posto di Cnh. In scia Moncler +0,95%. Tra le utility, generalmente deboli, si distingue Hera +1,48%.

La maglia nera del giorno va a Stellantis -1,07%, seguita da Finecobank -0,52%, Banca Generali -0,44%, Snam -0,43%.

Arretra Telecom -0,36%, dopo il boom di ieri a seguito della proposta di fusione presentata da Iliad a Vodafone tra le rispettive attività italiane.

È di oggi invece la notizia che il cda della Fondazione Crt ha deliberato di investire 15 milioni di euro nel fondo F2i-Rete digitale, partecipando così all’acquisizione della rete fissa di Tim. A commento il presidente Fabrizio Palenzona ha sottolineato che “la Fondazione Crt conferma il proprio ruolo di investitore istituzionale per rafforzare lo sviluppo e la crescita del Paese su un asset strategico come l’infrastruttura delle telecomunicazioni”.

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