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Bolletta gas: a maggio resta stabile a -0,2% ma rischia un nuovo aumento a giugno 2023: ecco perché

L’impatto degli oneri di sistema azzera il calo del prezzo della materia prima – Intanto il gas in Europa del 20% grazie alla riduzione degli invii di gnl e del taglio dell’Opec+: ecco tutti i dettagli

Bolletta gas: a maggio resta stabile a -0,2% ma rischia un nuovo aumento a giugno 2023: ecco perché

A maggio, la bolletta del gas vedrà un calo dello 0,2% rispetto al mese precedente per le famiglie sotto tutela, nonostante il prezzo della materia prima sia sceso. Lo rileva Arera, l’autorità di regolamentazione del mercato dell’energia e del gas, nell’ambito del consueto aggiornamento mensile sul gas. Una differenza quasi impercettibile, ma dopo il maxi-rincaro di aprile (+22,4%) è una buona notizia: a maggio, la bolletta del gas rimane stabile nonostante il venir meno delle componenti di “sconto” applicata dal Governo, mentre la cattiva, è la fiammata delle quotazioni del metano negli ultimi due giorni, in scia ai timori di una competizione con l’Asia per il gas liquefatto statunitense (gnl) e al rialzo del prezzo del greggio, innescato dalla decisione dell’Opec+ di prolungare al 2024 i tagli alla produzione. Ma andiamo per ordine.

Scende il prezzo del gas ma la bolletta resta stabile

Nelle ultime settimane, abbiamo assistito a un decisivo calo del prezzo del gas all’ingrosso sul mercato internazionale. Eppure, questo non si rifletterà nella bolletta a causa dei tagli agli aiuti previsti dal Governo guidato da Giorgia Meloni. Con l’ultimo decreto Bollette, infatti, è stato previsto che gli oneri generali di sistema tornino a salire e sono stati azzerati anche altri sconti. In particolare, come ricordato dall’autorità pubblica che si occupa di energia, l’Iva sul gas è stata mantenuta al 5%, e anche gli oneri di sistema sono stati azzerati come in passato. La differenza è che un particolare sconto, quello sulla componente UG2 della bolletta – applicata agli scaglioni di consumo fino a 5.000 metri cubi all’anno – è stato progressivamente azzerato. Il motivo? Il prezzo dell’energia si trova adesso a livelli molto più bassi rispetto a un anno fa: a maggio, il prezzo della materia prima gas in bolletta sarà di 34,06 euro al megawattora per i clienti in condizioni di tutela (numeri lontani dal picco dell’estate scorsa oltre i 300 euro al megawattora).

La tariffa per la famiglia tipo

L’aggiornamento complessivo della tariffa per la famiglia tipo, che ha consumi medi di gas di 1.400 metri cubi annui, resterà quindi uguale perché ci saranno due effetti che si bilanciano: il calo della spesa per la materia gas naturale pari a -13,2% e l’aumento degli oneri generali per la parte legata all’UG2 pari a +13%. Invariata la tariffa legata alla spesa per il trasporto e la misura. La bolletta fa segnare così un -0,2% finale per la famiglia tipo.

La spesa gas per la famiglia tipo, da giugno 2022 a maggio 2023 risulta pari a 1.514 euro, senza tenere conto delle imposte, registrando un -6,7% rispetto al periodo giugno 2021- maggio 2022.

Il prezzo del gas in Europa aumenta: ecco perché

I futures sul gas naturale in Europa hanno segnato un rialzo massimo del 20,2% a 28,48 euro al megawattora, dopo aver toccato un minimo di due anni la scorsa settimana sotto i 23 euro. Ma perché?

Ad alimentare l’impennata del gas sono i rischi di una concorrenza con l’Asia per i cargo statunitensi di gnl che, secondo Bloomberg, nei prossimi mesi diventerà una destinazione di importazione più redditizia rispetto all’Europa. Secondo i dati preliminari di Refinitiv Eikon, le esportazioni statunitensi gnl sono scese a maggio a 7,66 milioni di tonnellate rispetto al record di 8,01 milioni di tonnellate di aprile, a causa della manutenzione di alcuni impianti che ha limitato la produzione e dell’indebolimento dei prezzi in Europa che ha ridotto i flussi verso la regione, mentre è stato consegnato più gnl in Asia e America Latina.

Non solo. Anche diverse interruzioni di servizio incidono su questa fiammata. Fino alla metà di questo mese sono previste diverse interruzioni di grandi giacimenti di gas norvegesi per lavori di manutenzione, mentre i flussi attraverso il gasdotto Turkstream, che trasporta il gas dalla Russia alla Turchia attraverso il Mar Nero, sono sospesi fino al 12 giugno, sempre per lavori di manutenzione.

Nel frattempo, sul mercato petrolifero, l’Arabia Saudita ha dichiarato che effettuerà un profondo taglio alla produzione a luglio, in aggiunta a un più ampio accordo Opec+ per limitare l’offerta fino al 2024, mentre il gruppo cerca di rilanciare i prezzi del petrolio in calo. Il ministero dell’Energia saudita ha dichiarato che la produzione del Paese scenderà a 9 milioni di barili al giorno (bpd) a luglio, rispetto ai circa 10 milioni di bpd di maggio. Si tratta della più grande riduzione degli ultimi anni.

Tuttavia, vale la pena ricordare che gli stoccaggi in Europa rimangono “in salute”, sostenuti da un inverno mite, grandi scorte e una domanda relativamente debole.

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