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Biden sale sull’auto elettrica ed è già boom

Biden sale sull’auto elettrica ed è già boom

“Tutti i mezzi a disposizione dello staff del presidente saranno elettrici”. L’annuncio di lunedì sera in arrivo dalla Casa Bianca ha un evidente valore politico a sostegno della politica ambientale di Joe Biden, in aperto contrasto con le indicazioni dell’amministrazione Trump. Ma il presidente non ha fatto altro che recepire una tendenza che, di settimana in settimana, si sta affermando sia in Usa che in Europa.

In realtà, come attesta stamane una ricerca di Bernstein, si parte da volumi ancora bassi: l’elettrico vale il 3% circa del parco machine Usa. Ma, ancor più dei volumi, conta l’accelerazione dell’impegno dei produttori, sia sul continente americano che in Europa. General Motors, in particolare, ha lanciato la sua sfida dal Ces di Las Vegas, potendo contare sull’accordo con FedEx che intende elettrificare l’intera flotta di veicoli commerciali. Ancor meglio Ford (+17% il titolo in settimana, +31% da inizio 2021) proprio sulla spinta dell’auto elettrica.

Certo, siamo distanti dai numeri di Tesla, cresciuta a Wall Street di otto volte nell’utimo anno. Ma, per la prima volta negli ultimi anni, il mercato riconosce i progressi dei due gruppi, finora trascurati perché le vendite (pur buone) erano concentrate su propulsori a benzina e diesel. Parte così la sfida agli asiatici. In particolare alla coreana Hiunday, finora la meno attiva sul fronte dell’elettrico, che ha annunciato stamane l’obiettivo di vendere 160.000 vetture Ev (+60%) nel corso dell’anno contando anche sul propellente del recente accordo con Apple sull’auto a guida autonoma.

Il fenomeno elettrico ha investito, in maniera forse più clamorosa, l’Europa. Con una novità: Tesla, che fino ad un anno fa dominava il mercato, è stata sorpassata da Volkswagen e Renault, tallonata da vicino da Stellantis. Secondo i dati diffusi dalla società di consulenza di Mathias Schmidt, Tesla che nel 2019 aveva venduto 109.467 vetture in Europa ha registrato una frenata (97.191), in parte legata a problemi di produzione ma dovuto per lo più all’offensiva dei gruppi europei, a partire da Volkswagen. Il colosso di Wolfsburg ha cercato, senza riuscirci, di centrare l’obiettivo di ridurre le emissioni complessive di CO2 sotto la soglia indicata da Bruxelles grazie al boom dell’elettrica ID-3, il modello di punta dell’elettrico del gruppo, cosa che costerà al gruppo una multa superiore ai 100 milioni di euro. Ma nell’anno del debutto dei nuovi veicoli della flotta guidata da Herbert Diess, i progressi sono stati comunque clamorosi.

Con 173.943 macchine vendute nel 2019, l’elettrico di casa Volkswagen è cresciuta del 243,6% con una forte accelerazione a dicembre grazie alla spinta di ID.3 (27.500 pezzi venduti).   Se si considerano le vendite di auto ibride si sale ad un totale di 295.395, il 22% circa del mercato. Dietro la casa di Wolfsburg, si è mossa Renault: grazie alla vendita di 97 mila Zoe la Régie supera il tetto dei  100 mila pezzi. Se si considerano anche le vetture ibride, hanno fatto meglio Daimler (150.074 pezzi), Bmw (134.715) ed il gruppo Hiunday 131.393). 

E Stellantis? L’ex Peugeot è in forte crescita con 113.245 immatricolazioni, ma è in relativo ritardo sull’ibrido. Come ha anticipato Carlos Tavares, Stellantis intende recuperare rapidamente terreno con l’obiettivo di 29 modelli  da presentare entro l’anno. La tendenza riguarderà anche l’ex Fca che, in pratica, ha fatto il suo debutto nell’elettrico solo nella scorsa primavera con la 500 ma sta integrando la sua offerta a partire da Jeep. I veri problemi riguardano le infrastrutture, a partire dalle colonne di ricarica, ma anche il trattamento fiscale: a differenza di quanto deciso in Germania e Francia, gli incentivi non sono stati riservati ai soli veicoli elettrici.

In ogni caso è ormai evidente che l’elettrico ha ormai superato il noviziato e che la conversione del parco macchine sarà uno dei temi dominanti della politica industriale dal 2021 in poi. In questa cornice va registrata una curiosità che conferma i successi del design italiano: Energica Motors, matricola modenese dell’Aim, griffe della moto elettrica che vuol rinnovare i fasti della Motor Valley, ha ricevuto da Taiwan un ordine da quasi 900 mila moto che copre più modelli. Nell’isola dei chips le due ruote parleranno emiliano. 

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