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BIAF: “Enfant Napoléon”, inedita scultura-ritratto in corallo e pietra lavica

ANTEPRIMA BIAF: La Galerie Dario Ghio di Monaco Montecarlo in occasione della Biennale Internazionale di Antiquariato di Firenze (21-29 settembre 2019) presenta un’esposizione dedicata alle opere in corallo, dal secolo XVII fino al XIX, particolarmente rappresentativa sulle maestranze trapanesi e napoletane.

BIAF: “Enfant Napoléon”, inedita scultura-ritratto in corallo e pietra lavica

L’esposizione è accompagnata da un catalogo redatto in collaborazione con illustri studiosi dell’arte del corallo. Verranno esposte al pubblico opere pregevoli, tra gioielli e sculture, religiose e profane, alcune provenienti da collezioni private di prestigio, evocative di un particolare fascino seduttivo delle arti decorative del cosiddetto “oro rosso” del Mediterraneo.

Questa straordinaria e inedita opera “ NAPOLEONE II” in pietra lavica e corallo, Napoli prima metà del XIX sec. (Collezione Dario Ghio) rappresenta un raro esempio dove sembra evidente che l’ignoto artista abbia preso a modello il dipinto di François Gérard che, nel 1813, ritrae il piccolo Aiglon in piedi sulla culla tra le braccia dalla madre, di cui circolavano numerose copie e riproduzioni in stampa.

NAPOLEONE II
Pietra lavica e corallo
Napoli prima metà del XIX sec. 
h. 25 cm.

Con il termine pietra lavica s’intende genericamente una pietra tenera – solitamente delle marne argillose di vari colori, dal grigio al celeste, dall’ocra al rosato – molto usata in passato nella gioielleria come nell’oggettistica. La sua fortuna fu legata alla produzione di gioielli, cammei, piccole sculture, oggetti da scrivania e d’uso comune, preziosi souvenir del Grand Tour napoletano, e forse per tale ragione le fu attribuito questo nome evocativo della terra vesuviana.

Benché il suo utilizzo sia attestato ben prima del XIX secolo, la lavorazione della pietra lavica ebbe un notevole impulso in età napoleonica, quando è la stessa Regina Carolina Murat a commissionare lavori in corallo e pietra lavica, spesso doni pregiati inviati alle corti europee.  E’ il caso della scacchiera di bronzo dorato, ornata di coralli e con pedine in pietra del Vesuvio che la giovane sovrana inviò in dono al fratello Napoleone (cfr. B. Liverino. Il Corallo. Bologna, 1983 p. 135). Nell’ambito di questa produzione s’inserisce a pieno diritto questa deliziosa scultura-ritratto del piccolo Napoleone II, sfortunato figlio di Napoleone Bonaparte e Maria Luisa d’Asburgo.  Il soggetto, sebbene elaborato secondo raffinati modelli neoclassici, sollecita tuttavia il coinvolgimento emotivo dello spettatore attraverso accenni di naturalezza degli atteggiamenti; anzi lo scultore insiste sulla somiglianza dei tratti somatici paterni, quasi a volerlo rendere immediatamente riconoscibile.  L’erede al trono dell’Impero, che è seduto su un prezioso ramo di corallo, probabilmente impugnava nella mano destra uno scettro, così come lo si vede nel suo ritratto ufficiale realizzato da Gérard.

CALAMAIO CON CROCIFISSO
Rame dorato, coralli, argento e smalto blu.
Trapani fine XVI inizi del XVII sec.
h. 34 cm.

Segnaliamo inoltre un’altra opera che merita considerazione, trattasi di un “Calamaio in rame dorato sorretto da tre sfingi alate con teste d’aquila in corallo”. Il corpo è decorato con rosoni in corallo inseriti con la tecnica del retro incastro e centrati da un piccolo fiore in smalto bianco. La croce, contornata da anellini di corallo e impreziosita da rosette in argento smaltato, fa da supporto ad un Cristo, anch’esso in corallo, ai piedi del quale si trova un teschio, simboleggiante la liberazione dell’uomo dal peccato originale. 

Bibliografia: M.C. Di Natale, scheda n. 38, pag. 192, in L’arte del corallo in Sicilia, catalogo della mostra a cura di C. Maltese, M.C. Di Natale, Trapani, Museo Regionale Pepoli, 1986.

Provenienza: ex collezione Antonietta Naselli Flores, già collezione Principi Giustiniani Bandini. 

Collezione privata.

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