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Berlusconi si auto-sospende: non è più Cavaliere

La comunicazione, di cui il vertice della Federazione dei Cavalieri del Lavoro “ha preso atto” ieri, è arrivata alla vigilia della riunione del Direttivo, che ha concluso l’esame della posizione di Berlusconi dopo la sentenza di condanna della Corte di Cassazione del primo agosto 2013 nel processo Mediaset.

Berlusconi si auto-sospende: non è più Cavaliere

Era “il Cavaliere” per antonomasia, ma da ieri il titolo non gli spetta più. Silvio Berlusconi si è autosospeso dalla Federazione dei Cavalieri del Lavoro. La comunicazione, di cui il vertice della Federazione “ha preso atto” ieri, è arrivata alla vigilia della riunione del Direttivo, che ha concluso l’esame della posizione di Berlusconi dopo la sentenza di condanna della Corte di Cassazione del primo agosto 2013 nel processo Mediaset. 

“Il Consiglio Direttivo e il Collegio dei Probiviri hanno così concluso l’iter previsto dalle norme statutarie – si legge in un comunicato pubblicato sul sito dei Cavalieri -, e che ha avuto inizio ben prima delle sollecitazioni e polemiche sollevate a mezzo stampa. Nelle fasi conclusive di questa procedura, alla vigilia della riunione odierna è pervenuta alla Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro una lettera di autosospensione di Silvio Berlusconi dalla Federazione stessa, pur avendo egli fatto ricorso alla Corte di Giustizia Europea nonché avendo in corso di presentazione una istanza di revisione del processo che lo ha riguardato. Il Consiglio Direttivo ha preso atto dell’autosospensione”. 

La nomina di Berlusconi a Cavaliere del Lavoro risaliva al 2 giugno del 1977 ed era relativa ai settori dell’industria edile e telecomunicazioni. La legge 194 dell’86 sull’Ordine cavalleresco indica, all’articolo 3, i requisiti per ottenere la decorazione: aver ottenuto una specchiata condotta civile e sociale; aver operato nel settore per il quale la decorazione è proposta in via continuativa e per almeno vent’anni con autonoma responsabilità; aver adempiuto agli obblighi tributari ed aver soddisfatto ogni obbligo previdenziale e assistenziale a favore dei lavoratori; non aver svolto né in Italia né all’estero attività economiche e commerciali lesive dell’economia nazionale. 

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