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Berlusconi, processo Mediaset: la Corte d’Appello conferma la condanna

PROCESSO MEDIASET – Berlusconi condannato anche in appello a quattro anni per frode fiscale e a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici – I giudici hanno dato ragione al Pm – Il Cavaliere si rivolgerà ora alla Cassazione dove oggi è stato eletto presidente Santacroce, candidato del centrodestra

Berlusconi, processo Mediaset: la Corte d’Appello conferma la condanna

La Corte d’Appello di Milano conferma la condanna per Silvio Berlusconi nell’ambito del processo MediasetIn primo grado il Cavaliere era stato condannato a quattro anni per frode fiscale, con cinque anni di interdizione dai pubblici uffici. 

Dopo il no alla sospensione del processo d’appello sulle presunte irregolarità nella compravendita dei diritti tv da parte del Biscione (chiesta dalla difesa di Berlusconi), i giudici si sono ritirati in camera di consiglio e alle 19 e 30 hanno emesso la sentenza.

Confermata anche la condanna a tre anni di reclusione per il produttore statunitense Frank Agrama. Assolti invece il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, e altre due persone.

L’ultimo atto del processo erano state le arringhe dei difensori degli ex manager Gabriella Galetto e Daniele Lorenzano. Quest’ultimo aveva precisato che il ruolo di Berlusconi all’interno dell’azienda era stato “attivo negli anni Ottanta, poi si è piano piano esaurito ed è cessato prima che entrasse in politica”. Quindi ha definito “infondate” le accuse mosse nei confronti del leader del Pdl e ha dichiarato di avere “fiducia” in una sua assoluzione.

Ora il Cavaliere farà ricorso alla Corte di Cassazione, ma con qualche speranza in più, perchè proprio oggi il Csm, a maggioranza, ha nominato primo Presidente della Corte Giorgio Santacroce, a cui in passato erano stati attribuiti rapporti di vicinanza a Cesare Previti (ex avvocato di Berlusconi).

Non solo. La richiesta avanzata dai legali del Cavaliere e respinta dai giudici era di sospendere il dibattimento in attesa che la Consulta decida sul conflitto d’attribuzione sollevato nel marzo del 2010 in merito all’ordinanza con cui il Tribunale aveva negato il rinvio di un’udienza per legittimo impedimento. Se la Corte Costituzionale darà ragione agli avvocati di Berlusconi, potrebbe essere rimesso in discussione l’intero procedimento, compreso il processo di primo grado. 

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