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Berlusconi: “Il 23 in piazza contro i magistrati, cancro della democrazia”

La reazione del Cavaliere dopo le accuse arrivate dall’ex senatore Idv, Sergio De Gregorio: “Dice quello che vogliono i pm per non andare in galera” – “La nostra posizione nei confronti di quella parte della magistratura che si comporta in questo modo è forte: si tratta di una patologia del nostro sistema, di un cancro della nostra democrazia”

Berlusconi: “Il 23 in piazza contro i magistrati, cancro della democrazia”

“Saremo in piazza il prossimo 23 marzo perché c’è una parte della magistratura che usa la giustizia per combattere ed eliminare gli avversari politici che non si riescono ad eliminare con il sistema democratico delle elezioni”. Lo ha annunciato Silvio Berlusconi lasciando l’aula del processo Mediaset al Tribunale di Milano.

“E’ chiaro ed evidente che la nostra posizione nei confronti di quella parte della magistratura che si comporta in questo modo sia forte: è una patologia del nostro sistema, è un cancro della nostra democrazia“, ha proseguito il Cavaliere. 

La battaglia del leader pidiellino contro le toghe si rinnova dopo che l’ex senatore dell’Idv Sergio De Gregorio ha confessato ai pubblici ministeri di aver incassato dell’ex Premier tre milioni di euro per lasciare il partito di Antonio Di Pietro e far cadere così il secondo governo Prodi.

Secondo Berlusconi, però, “la magistratura ha detto a De Gregorio: ‘o dici qualcosa su Berlusconi o ti mettiamo in galera’ e lui, che ha il terrore della galera, ha detto le cose come volevano i pm: questa è una barbarie”.

Il Cavaliere ha quindi ricostruito i rapporti con l’ex senatore Idv: “Forza Italia ha versato al partito di De Gregorio un milione di euro, in chiaro e alla luce del sole, con un contratto che è stato addirittura depositato alla Camera e al Senato. Se si fosse trovato un accordo per il sostegno di questa attività di propaganda con una spesa di tre milioni di euro, quindi due milioni in più, non si vede quale possa essere la ragione per cui non si potesse aggiungere in chiaro e senza commettere alcun reato altri due milioni di euro”.

A marzo Berlusconi dovrà affrontare tre sentenze da parte della giustizia milanese: quella del processo d’appello sui diritti tv (in primo grado il cavaliere era stato condannato a quattro anni), quella sul procedimento di primo grado per la pubblicazione delle intercettazioni telefoniche di Piero Fassino nell’ambito dell’indagine su Bnl-Unipol (i pm hanno chiesto la condanna ad un anno di reclusione) e quella per il caso Ruby.

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