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Bce: tassi invariati e fine del Qe a dicembre

Draghi bacchetta l’Italia (“E’ un’incertezza come Brexit e lo spread danneggia le banche”) ma resta fiducioso sulla possibilità di un’intesa tra il Governo e la Ue – La Bce lascia i tassi di riferimento invariati per tutto il tempo necessario per assicurare che lo sviluppo dell’inflazione resti allineato con le attuali aspettative” – Confermata la fine del Qe a dicembre: “Ripresa Eurozona, nonostante segnali di debolezza” VIDEO.

Bce: tassi invariati e fine del Qe a dicembre

Tassi di interesse invariati, come da previsione, e conferma della fine del Quantitative easing a dicembre di quest’anno. Queste le decisioni prese dal Consiglio direttivo della Bce nella consueta riunione del giovedì. Il tasso di rifinanziamento principale è rimasto allo 0%, quello di rifinanziamento marginale allo 0,25% e quello sui depositi al -0,40%. La banca centrale europea ha anche detto che si attende che i tassi di riferimento si mantengano sui livelli attuali almeno fino all’estate 2019 e “in ogni caso tutto il tempo necessario per assicurare che lo sviluppo dell’inflazione resti allineato con le attuali aspettative di un sostanziale percorso di aggiustamento” verso il 2% nel medio termine.

L’Eurotower ha confermato il programma di acquisto mensile di obbligazioni da 15 miliardi fino a dicembre 2018. Oltre questa data, gli acquisti netti giungeranno a termine. Allo stesso tempo la l’istituto che fino a fine 2019 sarà guidato da Mario Draghi continuerà a reinvestire il capitale dei bond acquistati che giungono a scadenza ”per un prolungato periodo di tempo dopo la conclusione degli acquisti netti di attività e in ogni caso finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario”.

Durante la conferenza stampa a seguire il presidente Mario Draghi ha poi detto che l’espansione dell’economia dell’Eurozona è confermata e così la graduale ripresa dell’inflazione, sia pure “con alcuni segnali di debolezza”. Tra questi Draghi indica alcuni settori e Paesi, come l’andamento dell’industria dell’auto tedesca nell’ultimo trimestre, la frenata delle esportazioni, Brexit, le tensioni commerciali e la volatilità dei mercati. E ovviamente l’Italia anche se il tema secondo il presidente dell’Eurotower è fiscale e non monetario, e dunque non di competenza della Bce. Al Consiglio era presente anche il vice presidente della Commissione europea Dombrovskis, che vuole cercare “un dialogo con il governo italiano nel quadro del rispetto delle regole” concordate a livello europeo.

Draghi si è detto fiducioso che si troverà un accordo tra Commissione e governo italiano. Complessivamente, le prospettive economiche dell’area euro restano “bilanciate”, dunque non si vede un peggioramento dei fattori di rischio. Sulle banche italiane, il presidente ha aggiunto: “Non ho una sfera di cristallo, ma certamente questi bond sono nei portafogli, se perdono valore andranno a impattare la posizione di capitale delle banche, e questo è ovvio. Ma voglio ribadire che sono ancora fiducioso che si troverà un accordo”.

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