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Bce taglia i tassi e dà liquidità alle banche ma rivede all’ingiù le stime di crescita

Draghi riduce di un altro 0,25% i tassi di interesse portandoli al minimo storico (1%) dell’età della moneta unica e dà mezzi illimitati per 36 mesi alle banche – Ma la sua previsione sulla riduzione della crescita dell’economia europea allarma le Borse che reagiscono imboccando la via del ribasso

Bce taglia i tassi e dà liquidità alle banche ma rivede all’ingiù le stime di crescita

L’attesa riunione della Bce presieduta da Mario Draghi conferma le attese di un taglio dei tassi di interesse di 25 punti base all’1% (secondo taglio dall’avvio del suo mandato) e di un pacchetto di misure non convenzionali (“ampie e complesse”, le ha definite Draghi) per favorire la circolazione della liquidità tra le banche. E quindi un migliore e maggiore accesso al credito per famiglie e imprese. La discussione è stata accesa, ha detto Draghi, e le decisioni sono state prese a maggioranza, è impensabile che su 9-10 misure ci potesse essere l’unanimità su tutte. Tra interventi decisi, due operazioni di rifinanziamento per dare alle istituzioni finanziarie liquidità illimitata per 36 mesi e l’ampliamento dei titoli che le banche possono offrire come collaterali con l’inclusione degli Abs che hanno almeno un rating di singola A (oltre a quelli già accettati). L’area euro, ha detto Draghi, è soggetta a una alta incertezza e a tensioni di mercato intensificate.

La Borsa di Milano reagisce positivamente dopo l’annuncio delle misure non convenzionali e si gira in rialzo dello 0,34%. Ma l’effetto dura poco: il Ftse Mib sgonfia la corsa man mano che arrivano ulteriori dettagli dalla conferrenza stampa di Draghi. Milano torna così in rosso ed è in calo del 3%. Anche le altre Piazze europee si muovono in territorio negativo: il Cac scende del 2,14%, il Dax dell’1,51%, il Ftse 100 dello 0,42%.

LA BCE TAGLIA LE STIME DEL PIL 2012
INFLAZIONE SOPRA AL 2% PER DIVERSI MESI

A pesare è soprattutto il taglio delle stime sul pil 2012 dell’area euro atteso tra -0,4% e +1% contro le stime di tre mesi fa a +0,4% e 2,2%. Nel 2011 il pil è visto in crescita tra 1,5% e l’1,7% rispetto alla precedente stime tra +1,4 e 1,8%. Variate anche le previsioni sull’inflazione: per il 2011 la Bce si attende un aumento dei prezzi al consumo tra il 2,6% e il 2,8% (2,5%-2,7% tre mesi fa) e per il 2012 un aumento fra l’1,5% e il 2,5% (1,2%-2,2% tre mesi fa). Un’inflazione che quindi starà sopra il 2% per diversi mesi perché è influenzata dai prezzi dell’energia, delle commodity ma che dovrebbe diminuire successivamente entro fine 2012 perché nel contesto attuale di incertezza le pressioni sui prezzi, sugli stipendi e sui costi rimangono moderate.

Ma il mercato è deluso anche dalla mancanza di indicazioni su nuovi acquisti di bond governativi. La Banca centrale europea ”non ha mai discusso l’ipotesi di mettere un limite ai rendimenti” o agli spread dei Paesi in difficoltà, ha risposto Draghi alla domanda se la Bce stia preparando un rilancio degli acquisti di titoli di Stato dopo l’attuazione di un ”contratto di bilancio” nella Ue allontanando l’idea che lòa Bce possa assumere un ruolo da prestatore di ultima istanza. Per Draghi un nuovo “accordo di bilancio” fra i Paesi dell’Unione europea che impegni al risanamento del bilancio è comunque un elemento chiave per riportare la stabilità sui mercati finanziari. Dopo la conferenza stampa lo spread Btp-bund si mantiene sopra i 400 punti base a differenziale di rendimento tra i due titoli segna 402,5 punti col rendimento del decennale al 6,11%.

ITALIA, CONSOLIDAMENTO FISCALE INEVITABILE
MANOVRA INCORAGGIANTE, ORA CRESCITA

Sul fronte della situazione italiana, Draghi si è espresso positivamente sulla manovra di Monti che, dice “contiene elementi molto incoraggianti” e sicuramente rafforzerà la fiducia. Il consolidamento fiscale, ha precisato, è inevitabile, non c’è molta scelta ed è vero che nel breve periodo è una misura che contrae l’economia. Ma la domanda è, ha continuato, cosa può essere fatto per compensare questi effetti? Ora è fondamentale la crescita ed è essenziale la struttura delle riforme per aumentare la competitività, la creazione di posti di lavoro e la crescita.

LEGALMENTE DIFFICILE PRESTITO A FMI
NESSUNA PROBABILITÀ CHE CI SIA LA FINE DELL’EURO

C’è poi il nodo del ruolo che può avere la Bce nella crisi europea. In questi giorni si era parlato di un finanziamento al Fmi da parte della Bce che avrebbe a sua volta aiutato i paesi in difficoltà per aggirare i vincoli di trattato della Bce. E’ “legalmente molto complicato” ipotizzare un prestito da parte della Bce al Fmi per finanziare i Paesi in difficoltà della zona euro”, ha commentato Draghi, il punto è “rispettare lo spirito dei trattati” europei che impediscono all’Eurotower di finanziare i Paesi membri. E’ il caso di prepararsi all’ipotesi del fallimento dell’euro tramite un piano delle banche centrali? “Sarebbe imprudente – commenta Draghi -creare piano di contingenza su una contingenza che si ritiene non abbia alcuna probabilità”. L’euro dopo la conferenza della Bce è salito a 1,3420 sul dollaro.

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