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Bce in versione “falco”, guerra Russia-Ucraina e inflazione Usa: le tre ragioni che allarmano i mercati

Da luglio cessano i sostegni della Bce ai mercati: a sorpresa vincono i falchi – Goldman Sachs: più vicina recessione Usa nel 2023 – Energia: a Versailles si cerca una linea Ue

Bce in versione “falco”, guerra Russia-Ucraina e inflazione Usa: le tre ragioni che allarmano i mercati

Si profila un fine settimana in rosso per il Toro, sotto il boato delle bombe da Kiev e dintorni, anche se l’estrema volatilità di questi giorni consiglia di andare cauti con le previsioni. A spegnere le speranze in una svolta è stata, oltre al fallimento delle trattative in Turchia, l’atteggiamento assai più “falco” del previsto della Bce e l’ennesimo aumento dell’inflazione americana, ormai ad un soffio dall’8%. L’aumento dei tassi, su cui la Fed si pronuncerà giovedì prossimo, minaccia di essere più alto dello 0,25% già scontato da Wall Street. Intanto, anche Goldman Sachs ha rotto i residui legami con Mosca. Anche dalla Cina arrivano crescenti segnali di nervosismo per una situazione che minaccia danni non solo finanziari. In questa cornice, le Borse si avviano a vivere il terzo fine settimana di paura.

Le borse dell’Asia Pacifico scendono e i future di Wall Street sono in lieve ribasso, si rafforza il dollaro e salgono i rendimenti delle obbligazioni. Si placa la corsa delle materie prime, con il petrolio in lieve rialzo dopo la flessione degli ultimi due giorni.

L’Hang Seng di Hong Kong perde il 2% e l’Hang Seng Tech il 5%. Il tracollo, anticipato già ieri a Wall Street, segue la pubblicazione da parte della Securities and Exchange Commission statunitense (SEC) di una lista preliminare di cinque società cinesi chiamate ad adeguare la contabilità interna al modello prescritto dall’autorità di controllo. In caso di mancato adempimento, si procede al delisting. A questi prezzi, l’Hang Seng chiude la settimana con un calo dell’8%. JD.Com, una sorta di Amazon cinese, è il titolo peggiore con un -13%.

Il CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen perde lo 0,7%: si amplia a -5,2% il bilancio settimanale. Nikkei di Tokyo -2% (-3% la settimana). Tiaex di Taipei -1% (-2,7%). L’indice BSE Sensex di Mumbai, in lieve calo in avvio di seduta, su questi livelli chiuderebbe la settimana con un rialzo dell’1,7%. Il Kospi di Seul perde lo 0,7%, bilancio piatto nella settimana delle elezioni presidenziali.

Chiusura negativa ieri dei listini Usa: Dow Jones -0,34%, S&P 500 -0,43%. Il Nasdaq cede lo 0,95%. Il future del Nasdaq è in calo dello 0,5%. Goldman Sachs ha tagliato le previsioni sul Pil 2022 degli Stati Uniti a +1,7%, da +2%. La squadra guidata dall’economista Jan Hatzius avverte che le possibilità di una recessione nel 2023 sono vicine al 30%.

Il Treasury Note a dieci anni è a 1,97% di rendimento, dal 2%, che è il massimo delle ultime quattro settimane, toccato ieri in seguito ai dati sull’inflazione USA ai massimi da 40 anni. Oro in ribasso dello 0,7% a 1.983 dollari. Il petrolio WTI tratta a 106 dollari il barile, poco mosso.

Stamane l’euro recupera a 1,10 sul dollaro. Dal vertice di Versailles non sono arrivate indicazioni sul tema degli eurobond, altra doccia fredda dopo l’esito della riunione della Banca Centrale Europea.

La Bce, a sorpresa, adotta la linea dei falchi

Una Bce più “falco” del previsto ha contribuito ieri a spegnere la speranza dei listini in una nuova onda da opporre alla frenata dell’economia. La Bce lascia invariati i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,50%. Ma Christine Lagarde ha sottolineato che l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca rappresenta uno “spartiacque per l’Europa”, che non potrà permettersi di abbassare la guardia. Perciò Francoforte allunga di un trimestre gli acquisti di titoli, ma si prepara ad archiviare tutti i programmi di sostegno straordinari a partire da luglio.

E così gli acquisti netti mensili nell’ambito dell’APP ammonteranno a 40 miliardi di euro ad aprile, 30 miliardi di euro a maggio e 20 miliardi di euro a giugno. “La calibrazione degli acquisti netti per il terzo trimestre dipenderà dai dati e rifletterà la sua valutazione in evoluzione delle prospettive. A fine mese, intanto, si chiuderanno gli acquisti netti del Pepp ma proseguirà il programma di reinvestimenti sempre in ambito Pepp almeno fino a fine 2024. Una soluzione di compromesso raggiunta grazie al capo economista Philip Lane tra chi chiedeva una spinta per contrastare la frenata dell’economia (pil in frenata al 3,7, inflazione verso il 5,1%) e il timore che l’inflazione possa azzerare la crescita reale.

Crolla il Btp, lo spread schizza a 164

Immediata la reazione dei mercati. L’euro si apprezza e scattano le vendite sulle obbligazioni. Ma in serata la moneta unica è tornata a scendere: i mercati non credono che la terapia di Francoforte possa reggere.

Il BTP decennale crolla, il rendimento schizza a 1,90%, +22 punti base. Il Bund si porta a 0,27%, +6 punti base. Lo spread sale di una ventina di punti a 165 punti. “I danni collaterali sono già palesi nell’allargamento degli spread dei governativi periferici”, sintetizza Oliver Blackburn di Janus Henderson.

Piazza Affari è in maglia nera in Europa, con i titoli finanziari che lasciano sul campo gran parte dei guadagni di ieri. Il Ftse Mib perde il 4,2% e scivola sotto i 23 mila punti (22.886). Male anche le altre piazze europee: Madrid -1,16%, Londra -1,22%, Amsterdam -2,39%, Francoforte -2,92% e Parigi -2,83%.

Ue: nel 2027 liberi dal gas russo. Mosca alza i dazi sul grano

Entro maggio, promette Ursula Von der Leyen, l’Unione Europea vuole mettere a punto un piano per rendere la Comunità indipendente dall’energia russa.

Carlsberg lascia sul terreno il 5,5%; il birrificio danese ha messo in standby le previsioni a causa delle incertezze legate all’ampio mercato russo.

La Russia in risposta alle sanzioni occidentali ha disposto l’embargo sul grano russo fino al 31 agosto.

Labriola fa correre Tim, di nuovo su Leonardo e Tenaris

In una giornata di forti perdite, tra i pochissimi titoli in controtendenza spicca Tim (+3,3%, a o,2755 euro), dopo l’incontro dell’ad Pietro Labriola con il management della società. Il titolo ha vissuto una giornata all’insegna della volatilità: a 0,2755 euro, dopo aver oscillato tra un minimo di 0,2567 euro e un massimo di 0,2857 euro. Dopo la decisione di Vivendi di svalutare la propria quota, si torna a parlare dell’offerta di KKR a 0,5 euro.

Avanza anche Leonardo (+1,5%), grazie all’esposizione al settore della difesa. Tenaris (+1,6%) è stata supportata dall’aumento del prezzo del greggio.

JP Morgan promuove Eni, frena Italgas

Eni cede il 3,66%, a 13,104 euro, a Piazza Affari, ma JP Morgan ha alzato il prezzo obiettivo sul titolo da 19 a 19,5 euro. Gli analisti hanno aumentato le stime di eps (utile per azione) per il prossimo anno del 31,9%. In un report sul comparto oil e gas europeo gli esperti hanno incrementato i target price in media del 25%,

Italgas perde il 2,13% dopo i risultati 2021. Per Equita si tratta di “risultati allineati alle stime, mentre non è stata fornita una guidance per gli investimenti nel 2022”

In forte calo i titoli leader della vigilia, bancari in testa. Guida il ribasso dei finanziari il risparmio gestito: Azimut -11,04% dopo i risultati. Torna a scendere Intesa (-7,61%), un soffio avanti a Bper e Unicredit.

Stellantis e Iveco spingono Exor in rosso

Massicce perdite per la scuderia Exor (-5,44%): arretra Stellantis (-7,23%) che ieri ha lasciato il mercato russo. Peggio Iveco (-7,63%). Nell’automotive, Pirelli -2,2%.

Ancora in rialzo Gas Plus (+2,1%) sempre sulle attese di una ripresa degli investimenti nell’estrazione del gas in Italia.

Bene anche The Italian Sea Group (+3,68%). Lo yacht di Putin non è ancorato, come si è scritto, nei cantieri del gruppo, che, recita una nota, vanta solo 6 milioni di crediti (in scadenza nel 2023) con la clientela russa, tra cui non figurano però oligarchi puniti dalle sanzioni.

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