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Bce: azione di responsabilità contro gli ex vertici di Carige

Negli allegati al commissariamento della banca genovese, la Bce ha inserito anche la richiesta dell’azione di responsabilità nei confronti degli ex vertici di banca Carige. Nel mirino anche le maxi-commissioni e le consulenze milionarie per la vendita dei crediti deteriorati. Pagati trenta milioni tra interessi e spese legali, quasi metà della capitalizzazione.

Bce: azione di responsabilità contro gli ex vertici di Carige

La Bce ha chiesto l’azione di responsabilità nei confronti degli ex-amministratori di banca Carige. Lo anticipa La Stampa che fa il punto sulla complessa situazione della banca dopo il commissariamento deciso dalla Banca centrale europea.

Secondo la ricostruzione del quotidiano torinese, nell’allegato 1 alla lettera della Bce del 1 gennaio scorso con il quale è stato deciso il commissariamento dell’istituto ligure, il punto 3 – sui sette in cui è articolato il documento – riguarda proprio la richiesta dell’azione di responsabilità. L’allegato, giova ricordarlo, fissa i compiti dei commissari di Carige e i paletti entro i quali dovranno muoversi per assicurare la continuità operativa, garantire la gestione della liquidità e fronteggiare la complessa crisi dell’istituto (cessione dei crediti deteriorati e predisposizione di piano industriale). Valutare e avviare un’azione di responsabilità entrerebbe nel vivo dello scontro in corso tra azionisti e manager, riaccendendo quella conflittualità del consiglio che ha portato al rapido avvicendamento di quattro amministratori delegati in pochi anni e alle dimissioni di 16 membri del cda tra marzo 2016 e agosto 2018, prima della nomina dell’ultimo consiglio poi sciolto da Francoforte.

Proprio l’elevata conflittualità è uno dei motivi riportati nella lettera della Vigilanza sul commissariamento in quanto ha causato <<la mancata attuazione di alcune delle misure pianificate>> e <<significativi ritardi nel darvi corso>>. La stessa conflittualità  ha suscitato polemiche trasversali tra i rappresentati della compagine azionaria di Carige per almeno un tema: le spese per le consulenze – che riguardano anche il consiglio degli attuali commissari Modiano (presidente) e Innocenzi (amministratore delegato) e che suscitarono le proteste del socio Raffaele Mincione o dell’allora presidente Giuseppe Tesauro, poi dimessosi lo scorso giugno. Ma al di là delle consulenze, tra gli altri motivi di dissenso, ricorda infine La Stampa, rientra anche la vendita di un portafoglio di Utp (Unlikey to pay) per 450 milioni di euro a Bain, nell’ottobre scorso, che generò costi valutati circa 30 milioni  o, al momento dell’approvazione della semestrale, l’emersione di 20 milioni di perdite. Tutte questioni aperte e sulle quali ora la Bce chiede di valutare la responsabilità degli amministratori della banca.

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