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Basta ufficio: da Branson a Microsoft, la rivoluzione del lavoro

Si chiamava telelavoro, ora è il concetto più ampio della easy economy: “Contano i risultati, non le ore passate in ufficio”, aveva già detto Richard Branson di Virgin abolendo l’orario di lavoro (e il conteggio delle ferie) dei suoi dipendenti Usa e Uk – Ora anche Microsoft in Germania: “Per lavorare bene, momento e luogo non sono essenziali”.

Basta ufficio: da Branson a Microsoft, la rivoluzione del lavoro

In principio fu Larry Page, numero uno di Google: “Per essere felici si deve lavorare meno. L’idea che tutti debbano lavorare freneticamente è semplicemente non vera”. Poi a passare dalle parole ai fatti è stato di recente Richard Branson, fondatore dell’impero Virgin (palestre, emittenti radio, compagnie aeree, etichette discografiche e molto altro): per i suoi dipendenti in Usa e Uk ha abolito l’orario di lavoro. Perché “contano i risultati, non le ore che passi in ufficio”.

La flessibilità del lavoro (non quella contrattuale, sia chiaro) starebbe a quanto pare diventando sempre di più una moda. E una moda da numeri uno, che adesso sbarca anche nell’eurozona. L’ultimo caso infatti è quello di Microsoft in Germania: il colosso dell’informatica ha abolito l’obbligo di presentarsi ogni giorno sul posto di lavoro. “Perché, per lavorare bene, il luogo e il momento non sono essenziali”.

Insomma il nuovo trend non è un ripiego per fannulloni, ma anzi riguarda – al momento – le più grandi aziende del pianeta. In particolare, e non a caso, quelle dell’high tech. Le tecnologie hanno infatti portato a molti cambiamenti nei modi in cui si lavora (e si vive): chi non vorrebbe sdraiarsi in mezzo al parco in una bella giornata di sole, accendere il portatile e iniziare a lavorare all’ombra di un albero? E perché no, al tavolo di un bar con una tazza di caffè. Magari nel salotto di casa, dopo essersi cambiati con qualcosa di più comodo, aver messo a letto i bambini e aperto una bottiglia di vino. Per molti (ma non per tutti) l’ambiente di lavoro ideale, meglio della (scomoda) scrivania in mezzo alle quattro mura in ufficio.

E poi, Microsoft ha capito anche un’altra cosa: la corsa per arrivare ogni mattina puntuali è snervante. Disposizioni così rigide sono fuori dal tempo, specialmente nelle grandi città, caotiche e trafficate dove anche i mezzi pubblici più efficienti possono impiegare ore a trasportare i passeggeri sul posto di lavoro. Il tele-lavoro, veniva chiamato. Adesso il concetto è più ampio ed è quello della easy economy. Che favorirà famiglia, vita sociale, e anche ambiente: il viaggio casa-lavoro, per chi lo fa in macchina, produce ogni giorno nel mondo 1,7 tonnellate di Co2.

Microsoft, che aveva abolito l’orario fisso già nel 1998, taglia dunque adesso anche l’obbligo di presenza. E pazienza se i sindacati storcono il naso: “Troppa flessibilità e libertà possono trasformarsi in sfruttamento, eccesso di lavoro”, sostengono. La replica: “Sarà possibile assentarsi per un’ora al giorno, una settimana o un mese, senza che nessuno faccia domande. Ciò che conta è il risultato”, sottolinea l’azienda di Richmond. E Branson di Virgin è già oltre: “Incoraggerò anche le aziende controllate a fermare il conteggio dei giorni di vacanza“.  

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