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Basket, non solo Nba: al via playoff italiani

Scattano oggi, con due gare in programma, i playoff del campionato italiano di basket, fase finale di un torneo mai come quest’anno equilibrato e incerto, con la gran parte delle squadre che per quasi l’intera stagione ha formato un gruppone racchiuso in una manciata di punti.

Basket, non solo Nba: al via playoff italiani

Scattano oggi, con due gare in programma, i playoff del campionato italiano di basket, fase finale di un torneo mai come quest’anno equilibrato e incerto, con la gran parte delle squadre che per quasi l’intera stagione ha formato un gruppone racchiuso in una manciata di punti. Basti pensare che fra Trento, l’ottava qualificata, e Bologna, ultima e retrocessa, si è finito con solo 4 vittorie di differenza (l’anno scorso per esempio la distanza era stata di 7) e Venezia (5°), Pistoia (6°) e Sassari (7°) hanno chiuso tutte e tre solo due punti sopra Trento. Equilibrio e continui cambi di posizione che però alla fine hanno decretato che a giocarsi lo scudetto saranno le stesse otto che dopo la fine del girone d’andata avevano preso parte alle Final Eight di Coppa Italia (vinta poi da Milano) e cinque erano presenti anche ai playoff della passata stagione (le tre novità sono Avellino, Cremona e Pistoia).

Tra queste la grande favorita, come da tre anni a questa parte, è sempre l’EA7 Milano, chiamata a non fallire , dopo il disastro di dodici mesi fa (uno dei tre casi negli ultimi dieci anni in cui la prima della stagione regolare alla fine non ha trionfato) e, in particolare, anche dopo l’occasione sciupata di arrivare fino in fondo in Eurocup. Milano, che a breve dovrebbe recuperare a pieno Alessandro Gentile, è quindi la squadra da battere ed è veramente difficile pensare ad una rivale che possa superarla in una serie al meglio delle sette gare (come saranno semifinale e finale, mentre questo primo turno è al meglio delle cinque), questo nonostante abbia disputato una stagione regolare senza mai riuscire a scappare via e l’abbia conclusa sì al primo posto, ma con una sola vittoria in più della seconda, Reggio Emilia, a differenza del solco che aveva creato negli ultimi due campionati (l’anno scorso +8 su Venezia e quello prima addirittura +10 su Siena).

Questi gli accoppiamenti del primo turno in cui si sfideranno le migliori otto della nostra Serie A : nella parte alta del tabellone Milano (1)-Trento (8) e Cremona (4)-Venezia (5), nella parte bassa Reggio Emilia (2)-Sassari (7) e Avellino (3)-Pistoia (6), quattro incroci tutti da seguire, tra cui spiccano il nuovo faccia a faccia tra l’Olimpia e le aquile bianconere dopo il quarto di finale di Eurocup, e il remake della finale scudetto 2015 tra la formazione emiliana e quella sarda.

I primi a scendere sul parquet saranno i giocatori di Avellino e Pistoia alle 18.15 di oggi, poi alle 20.45 sarà il turno di Reggio Emilia e Sassari. Nel primo accoppiamento i favori del pronostico sono dalla parte degli irpini, nettamente la miglior formazione per rendimento da gennaio ad oggi (13 successi nelle 15 partite del girone di ritorno), che possono contare sul fattore casa (e anche per questo dato sono arrivati 13 successi casalinghi su 15 partite) e un roster con una maggiore qualità offensiva, in cui spicca James Nunnally, il venticinquenne esterno americano votato come miglior giocatore della regular season (davanti a Pascolo di Trento e Simon di Milano), con oltre 18 punti di media. Dall’altra parte Pistoia, alla seconda partecipazione alla postseason in soli tre anni di massima serie, che dopo un ottimo avvio di stagione, ha subito un calo e ha dovuto certificare il suo approdo all’ultima giornata vincendo a Capo d’Orlando (risultato poi rivelatosi superfluo visto il contemporaneo ko di Varese). Sorti dei toscani che dipenderanno molto dalle giocate del loro pivot Alex Kirk, ma anche dalle difficoltà degli avversari ad espugnare il PalaCarrara (nel maggio del 2014 Milano ci perse due volte, prima di conquistare gara 5 e continuare la cavalcata verso il tricolore).

L’altro quarto di finale che inizia stasera è certamente il più intrigante e probabilmente sulla carta anche il più combattuto di questo primo turno, con le due protagoniste dell’atto finale della scorsa stagione, forse il più bello dell’ultima decade, subito una di fronte all’altra. Reggio Emilia, che nell’ultima giornata vincendo il derby contro Bologna ha condannato la Virtus alla retrocessione, ha centrato uno storico secondo posto in regular season e si presenta a questi playoff come la candidata principale a raggiungere un’ipotetica finale contro Milano, ma per fare dovrà superare subito l’ostacolo più insidioso che potesse capitarle. Gli emiliani hanno avuto un cammino più regolare e avranno dalla loro il fattore campo, dove hanno il miglior record del campionato (14-1), finora il giocatore con il rendimento migliore è stato senza dubbio Pietro Aradori, ma per questi playoff sono stati recuperati dai vari problemi fisici anche tutti gli altri uomini più importanti del roster, come Stefano Gentile e i vecchietti terribili Kaukenas-Lavrinovic, pronti ancora una volta a mettere a disposizione il loro talento ed esperienza fondamentali per Reggio quando si inizia a fare sul serio. I campioni d’Italia in carica sono reduci da una stagione regolare a dir poco altalenante, quasi schizofrenica, con 4 successi nelle ultime 5 gare che sono serviti ad evitare Milano (battuta pochi giorni in maniera rocambolesca sulla sirena) al primo turno, ma la peggior classifica avulsa con Venezia e Pistoia, arrivate con gli stessi punti dei sardi, costringerà la Dinamo già ad una piccola impresa, con anche il fattore campo a sfavore, se vuole provare a difendere lo storico titolo conquistato dodici mesi fa. La formazione sarda quest’anno ha avuto un andamento talmente irregolare che descrivere il suo vero potenziale risulta rischioso, di certo non ha mostrato come sua forza l’affidabilità, ma la Dinamo in questi anni ci ha abituato a qualsiasi cosa e, guidata da Logan e con il miglior attacco di tutto il campionato (più di 88 punti di media in casa), non sorprenderebbe vederla a giocarsela fino alla fine anche stavolta. Nella passata stagione le due squadre ci hanno regalato una serie appassionante, quasi epica, le possibilità che sia così anche stavolta (anche senza il titolo in palio) ci sono tutte.

Domenica poi toccherà a Milano-Trento, per l’occasione a Desio alle 18.30 (e si giocherà in Brianza anche gara 2 e l’eventuale gara 5, col Forum occupato prima dalla festa per i 25 anni del trio Aldo, Giovanni e Giacomo e poi per il concerto dei Muse) e successivamente non ci si sposterà di molto, visto che alle 20.30 l’altra lombarda, Cremona, ospiterà Venezia.

Solita grande attesa per l’esordio dell’EA7, obbligata ad arrivare fino in fondo (ma quante volte lo si è detto in questi ultimi tre anni…) e a riscattare l’eliminazione europea arrivata proprio per mano di Trento. Olimpia che ha finito il campionato con qualche sconfitta di troppo nell’ultimo mese, passi falsi che hanno evidenziato alcuni problemi irrisolti dei biancorossi ma non ne hanno compromesso la leadership, e nell’ultima gara è stato saggiamente preservato Batista, elemento fondamentale visto le carenze di Milano sotto canestro. Dall’altra parte ci sarà ancora Trento, che nei giorni scorsi ha visto la sua giovane promessa Flaccadori premiato come miglior under 22 del campionato, protagonista di una splendida avventura europea sfumata sul più bello, ma che ha ottenuto il pass per questi playoff solamente all’ultima giornata, nonostante il ko sul campo di Caserta (e ringraziando Cantù che vincendo il derby contro Varese ha estromesso quest’ultima dai giochi). Passato il rischio di terminare la stagione anticipatamente, e sarebbe stato ingiusto visto la qualità del suo basket, Wright e compagni proveranno a rovinare nuovamente i piani di Milano, consapevoli di avere le armi adatte. Di sicuro la Dolomiti lotterà e venderà cara la pelle come ha sempre fatto, ma è chiaro che per l’EA7 sarebbe impensabile un’altra eliminazione e con il roster nuovamente al completo parte con i favori del pronostico.

Infine Cremona contro Venezia, ovvero la più grande sorpresa di questo campionato, con i suoi 38 punti, e un’altra che invece finora ha disputato una stagione da 6, con la qualificazione matematica raggiunta solo alla penultima giornata, ma che da qualche settimana ha calato il colpo ad effetto per questa fase finale, cioè l’ingaggio di Jeremy Pargo. Se infatti ad inizio anno avremmo dato tutti favorita Venezia, ora il pronostico è equilibratissimo, con Cremona che ha il fattore campo dalla sua, ma a far pendere le sorti dalla parte dei lagunari potrebbe essere proprio l’ultimo arrivato, l’ex Nba e protagonista in Europa con le maglie di Cska Mosca e Maccabi Tel Aviv, finito in Cina, ma ora pronto a fare la differenza per la Reyer (e dalle prime uscite ha già fatto vedere ciò che in grado di fare). Due anni fa un’operazione simile con l’ingaggio di Vujacic non portò Venezia lontano, questa volta la musica è diversa e le prospettive per questi playoff con un Pargo in più sono notevolmente cambiate, c’è da superare però una squadra che, partita a inizio anno per salvarsi, arrivata a questo punto non ha niente da perdere e, incassati elogi e complimenti, può giocare con tutta la serenità di questo mondo.

Tabellone dei playoff che, come detto, ha dovuto attendere i risultati dell’ultimo turno, mercoledì scorso, per essere completato, sia per quanto riguarda la griglia esatta, sia per gli ultimi due posti disponibili, andati quindi a Pistoia e Trento, a discapito di Varese, con i lombardi che qualche giorno prima si erano visti scivolare dalle mani la Europe Cup, andata a Francoforte dopo un’incredibile rimonta culminata proprio all’ultimo minuto. Strana stagione quella di Varese, ma alla fine sicuramente meno negativa di quella dei rivali di Cantù, che anche dopo l’arrivo del folkloristico nuovo proprietario Gerasimenko non sono riusciti a cambiare marcia. Stagione tranquilla, ma senza picchi, quella di Brindisi, mentre per Pesaro, per alcune giornate fanalino di coda, determinante l’arrivo a metà torneo di Austin Daye, panchinaro in Nba a San Antonio ma assoluta stella di quest’ultima nostra Serie A, venuto a dare una mano proprio alla squadra dove aveva giocato, vincendo due scudetti, suo padre Darren. Pesaro che è riuscita a salvarsi con un turno d’anticipo, come Capo d’Orlando, che però ha terminato a pari punti con le altre tre formazioni che si sono giocate la permanenza nella massima serie negli ultimi 40 appassionanti minuti, con la situazioni che è cambiata più volte. Alla fine l’hanno spuntata Caserta, grazie alla vittoria su Trento, e Torino, che solo un mese fa sembrava essere quella messa peggio di tutte, ma con il successo su Pesaro ha festeggiato una soffertissima salvezza.

La classifica avulsa ha purtroppo condannato la Virtus Bologna, l’unico club italiano che finora non era mai retrocesso sul campo (nel 2003 era stato radiato per problemi finanziari, ma due anni dopo era rapidamente tornato in Serie A) e con 15 scudetti in bacheca, ma che da qualche giorno deve convivere con l’idea che l’anno prossimo giocherà nella seria minore, anche se già si parla dei problemi d’iscrizione di Caserta e di un possibile ripescaggio (Caserta a sua volta era stata ripescata ad inizio di questa stagione per il fallimento della Virtus Roma, ma non è che il futuro societario di Bologna sia molto più chiaro). Virtus Bologna che nella prossima stagione potrebbe ritornare a giocare il derby con la Fortitudo in A2 (anche se i cugini in questi giorni sono impegnati nei playoff per tentare di salire), un colpo al cuore per quella che un tempo era la Basket City e sul parquet c’erano i vari Rigaudeau, Abbio, Sconochini e Danilovic.

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