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Basket, Gallinari approfitta del lockout Nba per tornare all’AJ Milano e lanciarla verso il titolo

I tifosi sognano, ma non si illudono: un campione di questo calibro, tornato a Milano solo “a gettone” (gioca nei Denver Nuggets), è destinato a giocare in Nba, lockout permettendo. Ma intanto fa sognare l’Armani Jeans che batte Siena dopo 21 partite e vola al primo posto in classifica. Una ventata di gioventù e qualità nel panorama cestistico italiano

Basket, Gallinari approfitta del lockout Nba per tornare all’AJ Milano e lanciarla verso il titolo

Qualcuno aveva perso la speranza. Quello della serie A1 di Basket era stato, negli ultimi anni, un tracollo vertiginoso. La gloriosa massima serie italiana era passata in pochi anni da essere una delle migliori leghe d’Europa a diventare una fucina di mediocrità e scandali. Pochi soldi, campioni in fuga, un pubblico sempre più distaccato e disinteressato.

L’unica luce nel buio l’ha accesa la Monte Paschi Siena. I campioni degli ultimi cinque anni sembravano, a un certo punto, usare gli incontri di Serie A come allenamento per la competizione europea infrasettimanale, demolendo domenica dopo domenica i malcapitati sparring partners.

Oggi la storia sembra cambiata e questa storia ha il nome e il cognome di uno che sin da ragazzo intravvedeva davanti a sè una strada gloriosa fatta di successi e trofei : Danilo Gallinari. Ciò che è accaduto domenica scorsa al Mediolanum Forum, la vittoria di Milano contro Siena 63 a 56, ha dell’incredibile e ha un significato molto più profondo di un successo in uno scontro diretto di inizio stagione. Milano non batteva Siena da 21 gare consecutive, 5 anni, finali scudetto comprese. Per sconfiggere i rivali biancoverdi c’è voluto Danilo, l’uomo del destino, che ha messo la ciliegina sulla torta a una prestazione che potrebbe diventare il simbolo di un nuovo ciclo del basket italiano. Danilo Gallinari ha l’Olimpia Milano nel cuore e sulla pelle. Cresciuto nel mito di papà Vittorio, stella della grande Milano degli anni ‘80, l’asso dei Denver Nuggets, poco prima di partire per tentare la fortuna oltreoceano, ha deciso di tatuarsi sul fianco “Fiero il guerriero” storico simbolo dei biancorossi.

“Sono sicuro che prima o poi tornerò a giocare qui” aveva detto nell’estate del 2008 mentre si apprestava a raggiungere, a New York, Mike “Arsenio” D’Antoni, altro elemento di quell’Olimpia che 30 anni fa apriva il ciclo vincente che avrebbe portato sotto il Duomo cinque scudetti e due Coppe dei Campioni. Danilo non pensava di dover tornare così presto. A offire questa opportunità è arrivato il lockout Nba, la serrata che sta paralizzando la lega americana. Danilo non ha esitato a raccogliere la sfida e, potendo contare su un gruppo di tutto rispetto oltre che sulla sapiente guida di Sergio Scariolo, si candida a portare a Milano un titolo che manca dal 1996.

Oltre che per i tifosi della squadra di Giorgio Armani questa è una buona notizia per tutti gli appasionati di pallacanestro italiana che potranno seguire un campionato che ritrova finalmente fascino. Di certo sul sogno delle scarpette rosse pende la scure di una trattativa, quella tra giocatori Nba e proprietari, che potrebbe sbloccarsi da un momento all’altro.

Nell’ultima settimana, però, le parti sembrano essersi di nuovo allontanate ed è stata annunciata la cancellazione delle partite fino al 15 di dicembre, vale a dire il 26% degli incontri della regular season. A complicare ulteriormente la situazione è giunta l’iniziativa di alcuni giocatori che hanno citato in giudizio l’Nba per la violazione delle norme antitrust, chiedendo un risarcimento da capogiro (si parla di 2 miliardi di dollari). I tifosi milanesi sperano ma non si fanno troppe illusioni. Tutti sanno che la carriera di Danilo è negli Stati Uniti e non potrebbe essere altrimenti per un giocatore del suo livello.

D’altra parte per i romantici dello sport questa è una di quelle storie troppo belle per non dover seguire il proprio copione. Troppe sono le relazioni tra questa Milano e la grande Olimpia e tanta è la personalità di questa squadra che con caparbietà è riuscita a sconfiggere e distaccare in classifica la compagine simbolo del basket italiano degli ultimi 5 anni. La sfida è aperta: sarà lunga e avvincente con il sapore fatale di un cerchio che si deve chiudere. Se potremo gustarla fino in fondo questo dipenderà da avvocati, sindacalisti, tycoon e giocatori che vivono a 6000 kilometri di distanza dalla città della Madonnina. Tutti infatti sanno che le speranze di Milano di tornare nell’Olimpo sono racchiuse nelle dita ispirate del ragazzone di Sant’Angelo Lodigiano con la storia nelle vene, la dinamite sotto i piedi e l’oro nelle mani.

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