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Barometro delle guerre: il premier palestinese si dimette. Zelensky ringrazia l’Italia ma “molti pro-Putin, revocate i visti”

Israele si prepara per un’offensiva a Rafah e annuncia un piano per evacuare i civili dalle “zone di combattimento” di Gaza. Il Parlamento ungherese approva oggi l’adesione della Svezia alla Nato

Barometro delle guerre: il premier palestinese si dimette. Zelensky ringrazia l’Italia ma “molti pro-Putin, revocate i visti”

Il panorama delle tensioni globali continua a evolversi con nuovi sviluppi. Israele si prepara per un’offensiva a Rafah e ha presentato un piano per l’evacuazione dei civili dalle “zone di combattimento” a Gaza. Questo annuncio è stato fatto dai servizi del primo ministro Benjamin Netanyahu. Inoltre, Il primo ministro dell’Autorità nazionale palestinese, Mohammad Shtayyeh, si è dimesso. Nel frattempo, in Ucraina, la situazione rimane estremamente tesa mentre il parlamento ungherese si appresta a votare sulla ratifica della richiesta di adesione della Svezia alla Nato. Ecco le ultime notizie delle guerre in Medio Oriente e in Ucraina.

Israele colpisce il Libano, Gaza sempre più stremata e affamata

In Israele, le forze di difesa israeliane (Idf) sta colpendo “profondamente” il territorio del Libano colpendo la valle orientale libanese della Bekaa, roccaforte degli Hezbollah. Lo ha riferito il portavoce militare. Secondo i media, l’attacco aereo ha preso di mira la periferia di Baalbek, circa 100 km a nord-est della capitale Beirut.

I continui bombardamenti e l’assedio totale israeliano della Striscia stanno rendendo ancora più tragica la vita, già molto dura, a Gaza. L’esercito israeliano ha confermato che le operazioni continuano sia nel nord che nel centro della Striscia, con più di 30 terroristi di Hamas uccisi a Zeitun, nel nord, e altri 10 nel centro. Il ministero della Sanità di Gaza ha riportato un bilancio sempre più drammatico delle vittime: finora sono quasi 30mila i morti e più di 70mila i feriti dall’inizio della guerra.

Nel frattempo, arriva la denuncia di Omar Shakir, direttore della sezione Israelo-palestinese presso Human Rights Watch: “Il governo israeliano sta affamando i 2,3 milioni di palestinesi di Gaza, mettendoli in un pericolo ancora maggiore rispetto a prima dell’ordine vincolante della Corte internazionale” sull’invio degli aiuti.

Dimissioni del premier palestinese

Secondo fonti ufficiali riportate da Watan Tv, sarebbe stato il leader palestinese Mahmoud Abbas a richiedere le dimissioni del premier dell’Autorità palestinese, Mohammad Shtayyeh. Questa decisione è stata presa dopo le pressioni esercitate dai Paesi arabi della regione e dagli Stati Uniti.

La richiesta di dimissioni è considerata un segnale di cambiamento, in vista di una possibile riforma dell’Autorità palestinese per governare Gaza dopo la fine delle ostilità. Questo sviluppo potrebbe aprire la strada per l’obiettivo di una soluzione a due stati, sebbene ci siano ancora numerosi ostacoli da superare, a partire dall’opposizione ferma da parte di Israele.

Netanyahu e i commenti su Hamas

Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha espresso incertezza riguardo a un possibile accordo sugli ostaggi con Hamas, ma ha insistito sul fatto che il gruppo radicale islamico deve “raggiungere una posizione ragionevole”. Allo stesso tempo, ha assicurato che, una volta avviata l’operazione militare a Rafah (una cittadina nel sud del territorio palestinese che Netanyahu ha descritto come “l’ultimo bastione” del movimento islamista Hamas) la vittoria totale sarà questione di “settimane”. Il premier israeliano ha chiarito anche che un accordo sugli ostaggi non interferirà con i piani di attaccare Rafah. Secondo fonti israeliane, al momento ci sarebbero 101 ostaggi ancora vivi a Gaza.

Intanto, si prepara una massiccia marcia attraverso Israele, organizzata dai familiari degli ostaggi trattenuti dalla Striscia dallo scorso 7 ottobre. Il Forum degli Ostaggi e dei Dispersi ha annunciato il percorso della marcia, che inizierà mercoledì dalla zona di Re’im. Il corteo attraverserà Sderot, proseguirà per Kiryat Gat, Beit Guvrin e Beit Shemesh, per poi concludersi sabato prossimo a Gerusalemme.

Ungheria: voto Parlamento su adesione Svezia alla Nato

Il parlamento ungherese si appresta a votare sulla ratifica della richiesta di adesione della Svezia alla Nato. Questa questione, inizialmente presentata nel 2022, è stata oggetto di un accordo tra il primo ministro svedese Ulf Kristersson e il premier ungherese Viktor Orban durante una recente visita a Budapest. L’accordo include l’acquisto da parte dell’Ungheria di quattro jet JAS 39 Gripen di produzione svedese e l’estensione di un contratto di assistenza per la flotta Gripen esistente.

Riunione all’Eliseo con leader europei per l’Ucraina

Una ventina di capi di stato e di governo, o i loro rappresentanti, si riuniscono stasera a Parigi su iniziativa del presidente francese Emmanuel Macron. L’obiettivo è ribadire il sostegno all’Ucraina di fronte all’offensiva russa e coordinare gli sforzi internazionali per contrastare l’aggressione. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, presente in videoconferenza, ha dichiarato che il destino dell’Ucraina dipende dagli aiuti occidentali e ha invitato gli alleati a un “rilancio collettivo” dell’impegno per il suo Paese.

Italia e il supporto all’Ucraina

Nel contesto del conflitto in corso in Ucraina, l’Italia gioca un ruolo significativo. Il presidente ucraino Zelensky, in conferenza stampa a Kiev in occasione del secondo anniversario della guerra Russia-Ucraina, ha espresso gratitudine per il sostegno della premier Meloni, sottolineando però la presenza di posizioni filo-Putin nel Paese. “per questo credo che dovreste mandarli via”, ha detto il leader ucraino suggerendo la cancellazione dei visti per coloro che sostengono il presidente russo, indicando questa come un’azione concreta di solidarietà con l’Ucraina. “Stiamo preparando una lista, ma non solo riguardo all’Italia, sui propagandisti russi. È lunga e vogliamo presentarla alla Commissione europea, al Parlamento europeo, ai leader dell’Ue e degli Stati Uniti. Sono propagandisti e società vicine alla Russia che cercano di aggirare le sanzioni”.

Per Zelensky il 2024 sarà l’anno decisivo della guerra. Ha concluso infatti affermano che il 2022 è stato “l’anno della sopravvivenza” e il 2023 è stato un “anno di resilienza”.

Ulteriori sviluppi in Ucraina

Gli scontri più pesanti tra le truppe russe e quelle ucraine stanno avvenendo nella zona di Marinka, in Donetsk, riferisce lo stato maggiore di Kiev su Facebook. L’esercito russo ha attaccato Sumy con missili e droni, causando la morte di una coppia in un’abitazione privata. L’Aeronautica militare ucraina ha segnalato vari attacchi russi, inclusi lanci di missili e droni da diverse regioni.

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