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Bank of America ko per i mutui subprime: le spese legali azzerano gli utili

Il colosso bancario statunitense ha incassato nel terzo trimestre utili netti per 168 milioni di dollari, in netta flessione rispetto ai 2,5 miliardi registrati nello stesso periodo dell’anno scorso – Sui conti pesano oneri straordinari per 5,3 miliardi di dollari legati ai contenziosi sui mutui subprime.

Bank of America ko per i mutui subprime: le spese legali azzerano gli utili

Le spese legali pesano su Bank of America. Nel terzo trimestre il colosso bancario statunitense ha incassato utili netti per 168 milioni di dollari, in netta flessione rispetto ai 2,5 miliardi registrati nello stesso periodo dell’anno scorso. 

Una volta sottratti i dividendi da pagare sulle azioni privilegiate, il risultato si trasforma in una perdita netta da un centesimo per azione. I ricavi sono scesi da 21,74 a 21,43 miliardi di dollari. La raccolta netta, invece, è calata dell’1%, a 21,4 miliardi di dollari.

In realtà, i profitti dell’istituto sarebbero più che raddoppiati se sui conti non incidessero oneri straordinari per 5,3 miliardi di dollari legati ai contenziosi sui mutui subprime. 

In agosto Bank of America aveva patteggiato con le autorità Usa il pagamento della multa più alta della storia: in tutto 16,65 miliardi di dollari, di cui 9,65 in contanti (5,02 miliardi per multe civili e 4,63 miliardi di versamenti compensatori) e circa sette in rimborsi ai clienti.

Un conto salato che l’istituto aveva accettato di pagare pur di non dover più far fronte alle accuse relative allo smercio di derivati tossici legati ai mutui, ovvero l’attività alla base della crisi finanziaria del 2008.

Sia gli utili sia il fatturato del terzo trimestre, in ogni caso, sono superiori alle attese: gli analisti si aspettavano una perdita netta per azione di 0,09 dollari e ricavi pari a 21,34 miliardi.

Alla fine di settembre, inoltre, Bank of America aveva ricevuto dalla Security and Exchange Commission (Sec, la Consob American) una multa da 7,65 milioni di dollari per errori legati al calcolo di valori patrimoniali per 4 miliardi di dollari che aveva reso noti ad aprile.

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