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Banco Bpm, Castagna: “Piano stand alone ma il terzo polo è meglio”

L’Ad del Banco Bpm, Giuseppe Castagna, conferma che la banca sta preparando il nuovo piano industriale stand alone ma riconosce che un’aggregazione farebbe da moltiplicatore della crescita e che per il futuro resta nel radar dell’istituto milanese

Banco Bpm, Castagna: “Piano stand alone ma il terzo polo è meglio”

Anche se andrà in porto, la fusione di una parte del Monte dei Paschi in Unicredit non chiuderà la stagione delle aggregazioni e del consolidamento bancario. Due grandi poli nazionali – quello che fa capo a Intesa Sanpaolo e quello che fa leva su Unicredit – sono importanti ma, come ha avuto modo di dire un ex banchiere di rango come Alessandro Profumo, non bastano perché le imprese, soprattutto piccole e medie, hanno bisogno di un’offerta di credito e di strumenti finanziari più ampia.

I riflettori si proiettano dunque su Bper-Unipol-Popolare di Sondrio, sul Banco Bpm, su Credem e, per quanto riguarda il Sud, sul Mediocredito Centrale attraverso la nuova Banca Popolare di Bari. La conferma, per quanto riguarda le prospettive e le ambizioni della sua banca, trovano esplicita conferma in un’intervista al Sole 24 Ore di ieri, rilasciata dall’Ad di Banco Bpm, Giuseppe Castagna, che non fa mistero dei suoi piani per una nuova aggregazione.

Castagna, che ha appena archiviato una semestrale di tutto rispetto che ha più che triplicato gli utili (361 milioni di euro), ha confermato che sta lavorando a un nuovo piano industriale che sarà presentato al mercato “entro l’approvazione delle terza trimestrale”, cioè verosimilmente per fine ottobre e che farà leva sul contenimento dei costi (che già dal secondo semestre beneficeranno della chiusura di 300 filiali e dell’accesso al fondo esuberi di 1.600 dipendenti) e sull’incremento dei ricavi con l’occhio soprattutto allo sviluppo della bancassurance e del digitale.

“Vogliamo poi accelerare su private banking, asset management e corporate, in particolare verso le mid-cap”, ha aggiunto Castagna, precisando che il nuovo piano sarà stand alone perché “la banca da sola può dare ritorni importanti agli azionisti”, ma ha riconosciuto che “è evidente che aggregazioni virtuose, con banche che non abbiano bisogno di ristrutturazione, possono creare sinergie che facciano da moltiplicatore per i ritorni“. Se ne parlerà nei prossimi mesi perché “oggi – ha tenuto a precisare l’Ad di Banco Bpm – non c’è nulla sul tavolo“.

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