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Banche, Visco: “Servono altre fusioni”

Il Governatore di Bankitalia ritiene che le aggregazioni siano necessarie per il raggiungimento dei target di capitale – Frecciata alla Vigilanza Bce, da sempre severa sulla questione Npl e mai altrettanto zelante sulla questione dei derivati tossici delle banche tedesche e francesi

Banche, Visco: “Servono altre fusioni”

Le banche italiane devono continuare sulla strada delle aggregazioni per raggiungere i target patrimoniali richiesti dalla Vigilanza. Lo ha detto il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nel corso di una lectio magistralis per il trentennale della facoltà di Economia dell’Università di Tor Vergata a Roma.

“L’adeguamento delle strutture aziendali – ha continuato il Governatore – l’innalzamento dei livelli di efficienza e di produttività, la ricerca di alleanze e di aggregazioni per superare i vincoli posti dalla dimensione e conseguire le necessarie economie, di scala così come di scopo, sono indispensabili per generare utili adeguati a conseguire i livelli di patrimonializzazione richiesti a tutela della stabilità finanziaria”.

Inoltre, secondo il Governatore, bisogna continuare a ridurre i crediti deteriorati sfruttando “le opportunità offerte dal favorevole quadro congiunturale, il cui orizzonte temporale non è infinito. I crediti deteriorati netti ammontano a 135 miliardi, 62 miliardi in meno rispetto al picco del 2015; l’incidenza sul complesso dei finanziamenti è passata dal 10,8% al 7,5% ed è destinata a diminuire anche quest’anno. Questi progressi sono un risultato che si tende a non riconoscere pienamente”.

Nel ripercorrere le tappe delle crisi bancarie in Italia, Visco indica proprio nella gestione dei deteriorati un aspetto sul quale “l’azione delle banche avrebbe dovuto essere più tempestiva. Le banche oggi dispongono di uno strumento fondamentale per decidere quali sofferenze cedere sul mercato e quali mantenere in bilancio, eliminare le carenze informative che contribuiscono a rendere eccessivamente bassi i prezzi di vendita”.

Il numero uno di Bankitalia ha poi lanciato una frecciata alla Vigilanza Bce, da sempre severa sulla questione Npl – tipica delle banche dell’Europa meridionale – ma mai altrettanto zelante sulla questione dei derivati tossici che ancora affollano i bilanci delle banche nordeuropee, soprattutto tedesche e francesi.

Secondo Visco, un “dibattito serio” sui rischi bancari in Europa “non può prescindere” dagli asset illiquidi di livello 2 e di livello 3 che hanno una presenza copiosa nei bilanci delle banche europee e non italiane.

Visco ha difeso invece la presenza dei titoli di Stato nei bilanci bancari: “Durante le crisi l’aumento delle esposizioni può svolgere un ruolo di stabilizzazione” come è avvenuto di recente in Italia e in Spagna. Le banche italiane oggi hanno un’esposizione nei confronti del settore pubblico all’8,5% dell’attivo, con un calo di oltre 100 miliardi rispetto al picco del 2015.

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