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Banche, riflettori su Mps e Unicredit. Si scalda il fronte Ubi

Il piano europeo di rilancio di Ursula von der Leyen è una grande occasione che galvanizza Piazza Affari – La spinta si somma al risiko in corso da tempo e alle diverse partite aperte nel credito – Ecco cosa sta accadendo

Banche, riflettori su Mps e Unicredit. Si scalda il fronte Ubi

Sono piatte le banche europee (-0,2% l’indice Eurostoxx di settore) dopo il balzo in avanti di mercoledì sull’onda della pubblicazione del piano Von der Leyen antirecessione. Prevalgono le prese di beneficio, giustificate dalle difficoltà, già ammesse da Angela Merkel, di far digerire l’operazione ai cosiddetti “Stati frugali”.

Fa eccezione Piazza Affari, galvanizzata dalla svolta di Bruxelles, che allontana via le ombre sugli indici della fiducia dei consumatori (sceso sui minimi dal dicembre del 2013, a 94) e delle imprese (precipitato al livello più basso di sempre, a 71 punti). Ma i fantasmi della crisi, si spera, possono essere ricacciati tra gli incubi se l’Europa, grazie a una forte iniezione di capitali, saprà dimostrare di aver recepito la lezione Usa sul sostegno alle banche, primo tassello della ripresa, come hanno dimostrato gli interventi Tarp. Anche in questi giorni la voglia di riscossa di Wall Street passa dal risveglio dei titoli del credito: Jamie Dimon, ceo di JP Morgan (+5,8% ieri), ha annunciato mercoledì sera, a Borsa chiusa, che i guadagni della divisione corporate and investment sono destinati a rimbalzare del 50% abbondante nel secondo trimestre.

L’Europa, Italia in testa, vive una congiuntura ben diversa. Ma la situazione di partenza (l’indice di settore è il fanalino di coda del mercato) giustifica la speranza di un rimbalzo, che stamane si fa sentire in Piazza Affari, a partire da Bper e Bpm (ambedue +1%, dopo un avvio ancor più vivace) per proseguire con Unicredit (+1,7%), che pure medita di ingaggiare un braccio di ferro con Intesa. Non si esclude infatti l’ipotesi di una discesa in campo di Jean Pierre Mustier al fianco di Ubi per fronteggiare l’Opas di Intesa. Ma si profilano anche altre novità: dall’imminente trasformazione di Popolare Sondrio in Spa alla sistemazione altrettanto prossima di Monte Paschi.   

Al di là dell’interminabile partita del risiko del credito, che presto potrebbe assumere un nuovo volto con l’arrivo delle prime operazioni cross border (in prima fila di nuovo Unicredit), la “stagione Ursula” potrebbe segnare grosse novità sul fronte dei bail-in. La Vigilanza Europea sta svolgendo un’analisi per calcolare l’impatto dell’emergenza sanitaria sulle banche vigilate, i cui risultati dovrebbero essere pronti a fine estate/inizio autunno. Tra le possibili soluzioni per sostenere il sistema bancario ci sarebbe anche la costituzione di una bad bank (chiamata Asset management company), anche se le banche sembrano in grado di fronteggiare lo scenario più avverso.

Andrea Enria, responsabile dell’autorità di Vigilanza europea, ha confermato lo svolgimento dello stress test, sottolineando che, sulla base dei risultati, diverse opzioni saranno studiate. Al momento, la Bce non ha presentato alcun piano per la creazione di una Amc, ma non esclude un piano europeo per le banche che dovessero risultare sottocapitalizzate dopo gli stress test. Come insegna l’esperienza Usa, non si può parlare di ripresa senza un sistema bancario solido.

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