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Banche e petrolio frenano le Borse, Fca rilancia le alleanze

Nasdaq migliora ancora il suo record ma l’Iraq frena il greggio e i mercati azionari tirano il freno dopo il rally – Marchionne riapre il dossier delle alleanze di Fca – Ecco le partecipazioni rilevanti di Banco Bpm – In arrivo 7,25 miliardi di Btp -In Cina lo Stato compra i Mc Donald’s

I mercati frenano alla vigilia dei primi esami. Sta per prendere il via con i conti di Alcoa (ieri in forte ribasso) la campagna delle trimestrali Usa, test impegnativo dopo il forte rally che ha distinto Wall Street dall’elezione di Donald Trump in poi. Si avvicina intanto la staffetta ai vertici di Washington. Cominciano oggi le audizioni parlamentari della squadra scelta dal neopresidente e per l’occasione voleranno le scintille.

Finisce sotto esame anche l’accordo dei produttori sul petrolio: l’Iraq, come l’Iran, continua a pompare a livelli record.

Anche Piazza Affari frena, in attesa di segnali sul fronte delle banche e della finanza pubblica. Venerdì l’agenzia di rating Dbrs, l’unica ad attribuire al Bel Paese una “A”, potrebbe declassare il debito italiano. Secondo gli analisti di Hsbc, una mossa del genere non avrebbe conseguenze immediate sui Btp, protetti dallo scudo di Mario Draghi, ma potrebbe aumentare i costi di raccolta per le banche italiane più fragili. In tal caso, i 20 miliardi stanziati per il risanamento del settore potrebbero non bastare.

FRENA TOKYO. IN CINA LO STATO SI COMPRA I MC DONALD’S

Meteo Borsa prevede un avvio incerto, in linea con la chiusura dei listini Usa. Tokyo è in calo dello 0,8% nel finale di seduta. Ieri era chiusa per festività. L’indice Hang Seng di Hong Kong guadagna lo 0,5%, mentre il listino di Shanghai è in lieve calo. 

Poche sorprese dal dato sull’inflazione cinese diffuso stanotte. I prezzi al consumo sono saliti del 2,1% anno su anno, dal +2,3% di novembre. Sono in lieve rialzo le Borse dell’India e della Corea del Sud.

Grandi manovre sul fronte dei consumi. Mc Donald’s ha ceduto per 2.08 miliardi di dollari la catena dei fast food in Cina al conglomerato di Stato Ciric e al fondo Carlyle. Intanto Alibaba ha annunciato la volontà di privatizzare Intime (+38%), acquistata un anno fa.

NASDAQ RECORD, L’IRAQ FRENA IL GREGGIO

Andamento contrastato a Wall Street: arretrano sotto la pressione del greggio il Dow Jones (-0,3%) e l’S&P (-0,5%); nuovo record per il Nasdaq (+0,2%), a 5,531,99 grazie alla spinta del settore salute.

A condizionare la seduta è stato il brusco calo del petrolio: -4% dai livelli record toccati nella scorsa settimana. Il Brent ha chiuso sotto i 55 dollari, il Wti sotto i 52. Il tonfo è legato all’aumento dell’attività dello shale oil Usa ed alla notizia del nuovo record di esportazioni dal terminale iracheno di Basra. Infine Bloomberg riporta che il mercato si aspetta un incremento delle scorte di greggio e distillati negli Stati Uniti: il dato sarà pubblicato domani pomeriggio.

A Wall Street il comparto energia è arretrato dell’1,4%: Exxon -1,7%, Chevron-1,2% e Halliburton -1,3%. In calo anche i petroliferi europei (Stoxx del settore –1,3%). Eni ha chiuso in ribasso del 2,1%, Saipem -3,1%, Tenaris -0,7%. Deboli i finanziari (-0,6%) in attesa dell’avvio della campagna delle trimestrali: Thomson Reuters prevede un incremento medio degli utili del 5,8%.

FCA SOPRA I 10 EURO, MARCHIONNE CONFERMA I TARGET

Al centro delle attenzioni anche ieri Fiat Chrysler. Il titolo ha messo a segno un rialzo dell’1,41%, portandosi oltre la barriera dei 10 euro dopo le dichiarazioni di Sergio Marchionne che, parlando a Detroit, non ha escluso la possibilità di un “big deal” con un altro produttore (probabilmente Gm) prima della fine del suo mandato nel 2018.

Molti i temi trattati da Marchionne, ieri elogiato da Donald Trump per la decisione di rimpatriare negli stabilimenti Usa produzioni oggi in Messico (“una scelta che era già nei nostri piani”, ha voluto precisare il manager). Il Ceo ha detto però di ritenere che le nuove barriere doganali, che potrebbero arrivare dalla amministrazione del nuovo presidente Usa, Donald Trump, sarebbero un ostacolo allo sviluppo, aggiungendo però che si adeguerà alle nuove regole.

Marchionne, a proposito di Fca, ha confermato tutti i target al 2018, compreso il ritorno al dividendo (“forse prima”). A una domanda su una sua permanenza al vertice del gruppo fino al 2020, Marchionne ha detto che “spera” di firmare l’ultimo bilancio al 2018 e non ha escluso che entro quella data Fca potrebbe fare un grande accordo. Per centrare questo obiettivo, ha aggiunto, “mi sono rimasti otto trimestri”.

MILANO FRENA DOPO SEI RIALZI, IN ARRIVO 7,25 MILIARDI DI BTP

Dopo sei giornate consecutive di rialzo, Piazza Affari e le altre Borse europee hanno vissuto una giornata all’insegna del ribasso. Il future di riferimento per il mercato azionario di Londra segna un calo dello 0,1%. A Milano l’indice FtseMib ha perduto l’1,6% a quota 19.360 punti, sotto la pressione delle vendite sulle banche.

Meno sensibile il calo degli altri mercati. La Borsa di Parigi perde lo 0,5%, Francoforte -0,3%. Il benchmark europeo Stoxx 600 arretra dello 0,44%. Unica piazza in controtendenza Londra, che ha reagito all’indebolirsi della sterlina in seguito a dichiarazioni della May, secondo cui la priorità della Brexit sarebbe lo stop all’immigrazione clandestina e non la permanenza nel mercato comune. “Per un settore esportatori che ci guadagna un po’ – commenta Giuseppe Sersale di Anthilia – un’intera popolazione di consumatori vede il proprio reddito svalutarsi”.

Lo spread Btp/Bund ha archiviato la seduta a quota 161,751 punti base, in contrazione rispetto ai 165,316 della chiusura di venerdì scorso.

Il Tesoro ha comunicato che giovedì 12 offrirà tra 5,75 e 7,25 miliardi di Btp a 3, 7 e 20 anni. Si tratterà delle prime aste a medio lungo con svolgimento nel 2017. Il calendario è molto fitto. Oggi vanno in asta Austria e Olanda. Mercoledì invece si attiva sul primario la Germania con l’offerta per 5 miliardi del nuovo Bund 10 anni febbraio 2027. Oltre all’Italia, giovedì ci sarà l’offerta dei titoli trentennali Usa.

UBI AD UN PASSO DALLE GOOD BANKS. TONFO DI POSTE

Giornata pesante ieri per il comparto bancario, dopo i rialzi della scorsa settimana. L’indice Ftse Italian Banks ha perduto il 4%, l’ Eurostoxx Banks il 2%. Ubi (-4,25%) è a un passo dall’acquisto di Nuova Banca Marche, Nuova Banca Etruria e Nuova CariChieti. Ieri sono scaduti i termini per la presentazione delle manifestazioni di interesse alla nuova gara voluta Commissione Ue. Giovedì i consigli di gestione e sorveglianza di Ubi daranno l’ok definitivo all’offerta vincolante. La Banca lombarda ha chiesto un’ulteriore pulizia da 2,2 miliardi di euro. 

Unicredit (-5,11%) ha girato in ribasso fino a 2,67 euro, dopo essersi spinta in mattinata fino a 2,8380 euro. La performance da inizio 2017 torna in negativo del 2%. Ieri Jefferies ha rafforzato il giudizio Buy portando il prezzo obiettivo a 3,50 euro da 3,0 euro. L’aumento di capitale potrebbe partire il 13 febbraio e completato entro fine marzo.

Ha perso colpi anche Banco Bpm (-4,5%). La Banca ha comunicato alla Consob l’elenco delle partecipazioni rilevanti. La quota detenuta in Gabetti Property Solutions (-2,26%) è ora pari al 9,113%; quella nel capitale sociale di Anima Holding (-0,83%) al 14,672%, e quella in Risanamento (-5,57%) al 10,069%.

Veneto Banca e Popolare Vicenza hanno lanciato il piano di rimborsi per gli azionisti che hanno investito nelle due banche negli ultimi dieci anni subendo pesanti perdite, mettendo sul piatto oltre 600 milioni. La proposta di transazione di Pop Vicenza offre un riconoscimento di 9 euro per azione mentre ai soci di Veneto Banca viene offerto un indennizzo “forfettario e onnicomprensivo” pari al 15% della perdita teorica a fronte della rinuncia a promuovere qualsiasi azione legale. L’offerta si rivolge complessivamente a circa 169.000 soci (94.000 di Pop Vicenza e 75.000 di Veneto Banca).

Sotto tiro Poste Italiane (-2,14%) di fronte alla prospettiva dei rimborsi su alcuni fondi immobiliari collocati allo sportello. La società ha già accantonato 50 milioni di euro.

STM SUPERSTAR, OK I CONTI DI CUCINELLI

Stm è stato il miglior titolo del listino principale, con un rialzo del 3,04%. Deutsche Bank e Ubs hanno migliorato il prezzo obiettivo sul titolo. Positivo l’intero settore tecnologico a livello europeo, con l’indice del comparto in rialzo dello 0,79%.

Debole Mediaset (-1,44%). La società presenterà il piano stand alone il 18 gennaio. Equita si aspetta per l’occasione la valorizzazione di Ei Towers, Mediaset Espana, e Premium. La scalata di Vivendi a Mediaset sarà affrontata dall’Autorità delle comunicazioni in una riunione in agenda questa settimana. 

Il gruppo Lactalis ha depositato in Consob il documento d’offerta relativo all’Opa totalitaria volontaria su Parmalat. Brunello Cucinelli ha chiuso il 2016 con ricavi in crescita, a cambi correnti, del 10,1% a 456 milioni, in linea con le attese degli analisti. A cambi costanti l’incremento è del 10,4%.

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