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Banche: Apollo in pressing su Carige

Un’offerta “amichevole” che consentirebbe a Carige di entrare nella scena delle aggregazioni – Apollo continua la moral suasion su Carige, mentre con l’insediamento del nuovo cda guidato da Guido Bastiani, comincia ufficialmente l’era Malacalza

Banche: Apollo in pressing su Carige

In vista dell’insediamento del nuovo consiglio di amministrazione guidato da Guido Bastiani, Apollo continua la moral suasion su Banca Carige. Il fondo Usa tende la mano a Malacalza sottolineando il carattere “non ostile” dell’offerta e ipotizzando l’aggregazione delle quattro good bank in vendita.

Ricordiamo che la proposta che Apollo sta per presentare prevede l’acquisizione di 3,5 miliardi di sofferenze, corrispondente all’intero portafoglio, per una cifra pari a 695 milioni di euro. Nello stesso frangente si prevede una ricapitalizzazione da 550 milioni, di cui 500 riservati allo stesso fondo che diventerebbe dunque il primo socio dell’istituto genovese.

Gli americani hanno ribadito oggi che la loro offerta è amichevole e consentirebbe a Carige di entrare nella scena delle aggregazioni, riuscendo possibilmente a vendere le quattro good bank attualmente al centro del dibattito nazionale: Carife, Banca Marche, Banca Etruria e Carichieti.

Parallelamente, si è ufficialmente aperta l’era Malacanza. La famiglia, in possesso del 18% del capitale di Carige ha più volte sottolineato che qualsiasi decisione spetterà al nuovo cda. Ricordiamo però che nell’assemblea degli azionisti tenutasi lo scorso 31 marzo, la lista di Malacalza Investimenti è riuscita a raggiungere la maggioranza, arrivando al 55% dei voti, accaparrandosi ben 10 amministratori su 15 nel nuovo consiglio di amministrazione.

Entro la fine di maggio il nuovo management dovrà inoltre presentare il piano industriale che passerà al vaglio della Bce. Secondo le ultime indiscrezioni, i Malacalza sarebbero disposti ad accettare la proposta di Apollo, a pazzo che i prezzi salgano rispetto a quelli attualmente previsti. Diversa invece la posizione sull’aumento di capitale riservato che implicherebbe una forte diluizione della quota in mano alla famiglia. Più probabile una ricapitalizzazione in opzione che consentirebbe ai Malacalza di mantenere inalterata, o addirittura incrementare, la propria quota.

 

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