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Banche, allarme Abi: “Rischio credito per le imprese non preparate al rialzo dei tassi”

Secondo Antonio Patuelli, presidente dell’Abi: “C’è un allarme fallimenti: molti sono arrivati impreparati allo shock del rialzo dei tassi”.

Banche, allarme Abi: “Rischio credito per le imprese non preparate al rialzo dei tassi”

L’Associazione bancaria italiana accende di nuovo un faro sulle difficoltà che potrebbero avere quelle imprese che si sono fatte trovare impreparate dall’aumento dei tassi, così abituate a un costo del credito vicino allo zero.

Già la Bce aveva sollevato il tema e allo stesso modo anche il governatore della Banca d’Italia nelle sue Considerazioni finali. “Mi sembra giustificato l’allarme della Bce sui possibili fallimenti prossimi venturi nell’industria” Antonio Patuelli, presidente dell’Abi a Repubblica. “E risulta anche a noi che in Italia ci siano settori sottocapitalizzati: stavamo monitorando da tempo proprio edilizia e servizi su cui ora si accende il faro”.

Bce: dall’aumento dei tassi prospettive fragili per la stabilità finanzia

Nel rapporto semestrale sulla stabilità finanziaria la Bce era già intervenuta sul tema. “Le prospettive della stabilità finanziaria restano fragili”, a causa della crescita incerta, dell’inflazione che resta alta e della stretta del credito che continua a pesare sui bilanci di imprese famiglie e governi. Inoltre, “un inaspettato deterioramento delle condizioni economiche o una stretta finanziaria può portare a un aggiustamento disordinato dei prezzi sui mercati finanziari o su quello immobiliare”. Mentre il vicepresidente Bce Luis De Guindos commentando il rapporto ha sottolineatto che la stretta sui tassi “può far emergere vulnerabilità nel sistema finanziario” che vanno monitorate.

Nelle sue Considerazioni finali anche il Governtore Ignazio Visco ha dedicato un capitolo al tema. “L’inasprimento monetario incide anche sulla dinamica del credito“, ha sottolineato. “Il costo dei finanziamenti bancari è in netta risalita; le indagini condotte presso gli intermediari e le imprese indicano una forte riduzione della domanda e condizioni di accesso al credito decisamente più restrittive”.

Qualche segnale di deterioramento si potrebbe vedere nel secondo semestre

Tuttavia al momento tuttavia non ci sono sul campo segnali di deterioramento, che potrebbero vedersi semmai nel secondo trimestre. Secondo Maurizio Sella, presidente del gruppo eponimo, intervenuto al termine delle Considerazioni finali del Governatore Visco, “c’e’ da considerare che è anche il sistema delle imprese a chiamare meno l’aumento degli investimenti che rallenta quando aumentano i tassi ed è quello che vuole la Bce per ridurre l’inflazione”. Sella ha aggiunto che, al momento, la prevista risalita dei livelli dei deteriorati non è emersa “ci vogliono 12-18 mesi dall’aumento dei tassi per assistere alla risalita e immagino, visto che i tassi sono saliti da luglio del 2022, che il secondo semestre di quest’anno da questo punto di vista sarà meno favorevole e vedrà una crescita delle sofferenze”.

Il banco di prova per banche e imprese sarà il Pnrr

Il presidente dell’Abi teme che gli operatori si siano fatti cogliere di sorpresa dalla salita dei tassi, dopo che “si erano abituati ai tassi a zero e avevano addirittura redatto i loro piani pluriennali sottovalutando il fattore costo del denaro, anzi pensando che questa situazione realisticamente inconsueta e temporanea, sarebbe durata per sempre”.

E’ chiaro che un momento chiave per verificare il rapporto tra banche e imprese sarà quando queste ultime avranno bisogno di sostegno nel Pnrr. “Sul Pnrr noi ci siamo” dice Patuelli. “Non manchiamo di giocare per intero la nostra parte. Però, intendiamoci: niente soldi a pioggia per nessuno, ogni richiesta di finanziamento, relativa al Pnrr o a qualsiasi altro tipo di investimento, viene vagliata con la consueta massima attenzione senza privilegi. Il tutto in conformità al severo quadro normativo europeo che non è né disattivato né modificato rispetto agli interventi del Pnrr. È importante chiarire questo punto per evitare equivoci interpretativi” dice Patuelli a Repubblica.

Del resto, “una parte dell’edilizia da sempre vive del breve termine, molte aziende non sono portate a curare la tenuta patrimoniale. Altrettanto, nei servizi, il turismo: anzi, sarò più preciso, il turismo balneare. Quello delle città d’arte e della montagna per una congerie di motivi è più attento. Il pericolo è che tutto questo possa portare a crisi di impresa e quindi al deterioramento di parti non trascurabili del credito bancario”.

Patuelli: Non è vero che i tassi alti favoriscono le banche

“Non è così. Ovviamente garantiscono più alti margini nell’attività creditizia, però non va dimenticato che veniamo da sei anni di tassi a zero e altri quattro a zero virgola. E poi siamo colpiti in due modi: il decrescere di valore dei titoli di Stato in portafoglio porta a svalutazioni patrimoniali che bisogna rapidamente colmare appunto per non uscire dai rigidi ratios della vigilanza, e poi aumenta il costo della provvista. Dobbiamo finanziarci continuamente sul mercato e anche noi dobbiamo emettere dei titoli recanti interessi più alti”.

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