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Bancarotta Ftx: domani al tribunale fallimentare Usa. Prime proposte per salvare il salvabile

Il curatore fallimentare presenterà al tribunale alcune proposte. Si rischiano “danni immediati e irreparabili”, ha detto. Coinvolti anche i grandi fondi Usa

Bancarotta Ftx: domani al tribunale fallimentare Usa.  Prime proposte per salvare il salvabile

Dal Far West delle criptovalute emerso con il fallimento della piattaforma di scambio Ftx si sta cercando di ricucire quanto di sano è rimasto. Domani sarà il primo – si suppone di una lunga serie – di appuntamenti che daranno informazioni sul procedere di questa che è stata battezzata “la bancarotta virtuale del secolo” e che ha innescato timori di espansione in altri settori.

Dopo la richiesta di Chapter 11 da parte del trentenne fondatore di Ftx Sam Bankman-Fried (Sbf), tutto è passato nelle mani di John Ray III, incaricato della procedura fallimentare di Ftx e nominato amministratore delegato della società. Ray, lo stesso che ha curato la bancarotta di Enron (fino ad ora oggi il più grande crac della finanza vecchio stampo) ha iniziato il suo lavoro con una dichiarazione shock: “Nella mia carriera non ho mai visto un fallimento così completo dei sistemi di controllo aziendale e una così totale assenza di informazioni finanziarie credibili. Ma poi Ray si è messo a indagare e a fare i conti da presentare ai giudici”.

Bancarotta Ftx nel caos: si preparano vendite di attività e ricapitalizzazioni

Così sabato la piattaforma ha annunciato di aver avviato una revisione strategica delle sue risorse globali e si sta preparando per la vendita o la riorganizzazione di alcune attività. Domani ci sarà l’udienza sulle cosiddette “mozioni del primo giorno” di FTX davanti a un giudice fallimentare degli Stati Uniti, secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters.

Quando un debitore presenta istanza di protezione dal fallimento secondo il capitolo 11, il suo avvocato in genere presenta questo tipo di mozioni, le quali come suggerisce il nome, vengono avviati il prima possibile. Le mozioni sono richieste al tribunale per pagare alcuni creditori, in modo che l’organizzazione possa continuare ad operare. La maggior parte delle mozioni del primo giorno sono approvate dal tribunale, in modo che non vi siano lacune nei pagamenti al personale e ai fornitori essenziali.

FTX valuterà vendite, ricapitalizzazioni o altre transazioni strategiche per alcune delle sue unità” ha detto in una nota John Ray. Inoltre Ray ha chiesto il permesso di pagare crediti esistenti prima dell’istanza in via provvisoria fino a 9,3 milioni di dollari ai suoi fornitori più critici per poi arrivare fino a 17,5 milioni di dollari. Se Ftx non riceverà il provvedimento giudiziario richiesto ci saranno “danni immediati e irreparabili” sulle sue attività.

Il curatore Ray: molte filiali di Ftx hanno bilanci solvibili

“Sulla base della nostra revisione della scorsa settimana, siamo lieti di apprendere che molte filiali regolamentate o autorizzate di FTX, all’interno e all’esterno degli Stati Uniti, hanno bilanci solvibili, una gestione responsabile e franchising di valore”, ha detto John Ray di FTX.

FTX ha identificato 216 conti bancari debitori con saldi positivi al 16 novembre, ma finora è stata in grado di verificare solo i saldi in 144 conti, ha dichiarato la società in una dichiarazione al tribunale. FTX, insieme a circa 101 società affiliate, ha anche chiesto un provvedimento giudiziario per consentire il funzionamento di un nuovo sistema globale di gestione della liquidità e il pagamento ai suoi fornitori critici. La società ha nominato Perella Weinberg Partners LP come principale banca d’investimento per aiutare il processo di vendita, sempre previa approvazione del tribunale.

Nei giorni scorsi la piattaforma FTX ha licenziato tre dei suoi massimi dirigenti, tra cui il co-fondatore Gary Wang, secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, citando una portavoce di FTX. Gli altri dirigenti licenziati erano il direttore tecnico Nishad Singh e Caroline Ellison, che gestiva il braccio commerciale di FTX Alameda Research, ha detto il giornale.

Crac Ftx: chi sono i coinvolti ? Ci sono anche i fondi BlackRock, Sequoia Capital, Tiger Global

Il Washington Post, citando nuovi documenti processuali, ha riportato che Ftx, deve ai suoi 50 maggiori creditori almeno 3,1 miliardi di dollari. L’importo più alto da restituire è di 226 milioni di dollari. Ci sono anche 10 creditori che vantano crediti per almeno 100 milioni di dollari. A preoccupare di più è il fatto che tra le societa’ che hanno investito in Ftx ci sono nomi blasonati dell’investimento internazionale come BlackRock, Sequoia Capital, Tiger Global e il fondo pensionistico Ontario Teachers’ Pension Plan. E il pensiero va all’eventuale effetto domino se questi dovessero trovarsi in difficoltà.

Il “Far West” delle criptovalute: ora è fuga dagli sportelli virtuali

Certamente un’area di non-regole in cui si promettono grandi ritorni di investimento e grandi ricchezze non poteva che ingolosire molti. Ora che invece i danni della mancanza di regole iniziano a farsi sentire, si inizia a far marcia indietro. Da una parte con la richiesta di regole, come ha fatto la Bank of England. Stamane Jon Cunliffe, vice governatore della Boe ha detto che l’implosione di FTX mostra la necessità di portare il mondo delle criptovalute all’interno del quadro normativo. Dall’altra si sta verificando una sorta di corsa agli sportelli virtuali da parte di chi ha creduto nell’investimento e ora vuole uscirne il prima possibile.

Al momento, il Bitcoin scambia sotto i 16 mila dollari, l’Ethereum viaggia in area $1.120, mentre la capitalizzazione di mercato degli asset digitali è diminuita a 790 miliardi. “Il panorama non migliora per le criptovalute, mentre si continuano a scoprire le conseguenze del crollo di FTX. Il Bitcoin è sceso di circa il 4% questa mattina, scambiando sotto i 16.000 dollari”, ha scritto in una nota Craig Erlam, Senior Market Analyst di Oanda. Le cripto, secondo l’analista, “sono ora molto vulnerabili”, con un altro forte calo nel breve termine che sembra “decisamente possibile”. La fiducia negli asset digitali, ha spiegato Erlam, “è stata distrutta, e ci vorrà un po’ prima che si riprenda”.

Intanto si contano le prime vittime

BlockFi, il grande conto di deposito di criptovalute a cui Sbf aveva proposto un salvataggio la primavera scorsa. Già allora il settore aveva dovuto affrontare una prima ondata di questa crisi, culminata con i fallimenti di Luna (una blockchain valutata dal mercato al suo apice oltre 40 miliardi, svaniti nel giro di tre giornate) e di Celsius (che aveva conquistato la fama di più grande e affidabile conto di deposito di criptovalute, con 2 milioni di clienti in tutto il mondo, Italia inclusa). Anche BlockFi stava per crollare, ma fu proprio Sam a “salvarla” aprendole una linea di credito da 250 milioni. Ma non è servita perchè ora BlockFi è andata gambe all’aria. A forte rischio anche l’exchange canadese Voyager, anch’esso soccorso da Sam in primavera. Stando agli ultimi rumor raccolti dal Sole24ore, a questo secondo giro il salvatore potrebbe essere Changpeng Zhao (CZ), ceo di Binance, il primo cripto-exchange al mondo, lo stesso che con un tweet del 6 novembre – in cui dichiarava di voler vendere la sua posizione da mezzo miliardo di dollari in Ftx in quanto i conti gli puzzavano – ha dato vita all’attuale fase di selezione darwiniana nel comparto. Ore difficili anche per i clienti di Genesis, la prima piattaforma di prestiti di criptovalute, che dal 16 novembre ha sospeso i prelievi. Il problema è che Genesis faceva da controparte a vari servizi secondari di prestiti in formato cripto, tra cui Gemini Earn offerto da Gemini, critpo-exchange fondato dai gemelli Winklevoss, conosciuti ai più per aver fatto causa a Marc Zuckerberg rivendicando come propria l’invenzione di Facebook. Pare che Genesis abbia necessità di un miliardo di dollari per riprendersi.

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