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Auto, Fiat e Maserati tentano l’assalto al mercato giapponese

Nonostante lo strapotere Toyota, il mercato auto del Giappone, tradizionalmente il più chiuso al mondo, vede una timida rinascita dei marchi stranieri – Crescono le importazioni di auto compatte e sportive – Maserati raddoppia le vendite – E a Tokyo spuntano pure le Fiat Abarth

Auto, Fiat e Maserati tentano l’assalto al mercato giapponese

In mezzo a un oceano di Toyota, inizia a spuntare qualche gioiello tricolore. Il Giappone è sempre più terra di conquista per i produttori d’auto che arrivano dall’occidente. Un Eldorado anche per la Fiat, tramite il marchio Maserati, ma non solo.

“Quando ho aperto la portiera, i colori e gli interni mi hanno fatto subito pensare all’Italia”, racconta a Bloomberg Taichi Matsakura, un ristoratore di 42 anni orgoglioso di aver rimpiazzato la propria Honda con una Fiat Abarth 595C, versione ultrasportiva della più celebre 500.

A farla da padrone, tra le importazioni, sono le macchine sportive e quelle compatte. Nell’esercizio concluso il 31 marzo scorso, sono stati venduti 302 mila veicoli non giapponesi nell’arcipelago, il numero più alto dal 1997, stando ai dati dell’Associazione Giapponese Importatori di Auto.

Le case automobilistiche straniere hanno a lungo lottato per entrare nel mercato nipponico, che il Ceo di Ford Alan Mulally aveva recentemente definito “il mercato più chiuso al mondo”. Ancora oggi, i modelli nazionali rappresentano il 90% del volume di vendite. Ma le cose potrebbero cambiare.

Tra i beneficiari di questa rinascita c’è Mercedes Benz, che ha segnato il record di quasi 60 mila vetture vendute in Giappone quest’anno, il 40% in più rispetto all’anno precedente.

La Maserati, la cui Gran Turismo costa 217 mila dollari, ha raddoppiato le consegne arrivando a 714 auto, la crescita più grande registrata dai marchi di lusso.

Il problema è capire se i progressi fatti dai produttori stranieri continueranno nel tempo. I consumatori hanno comprato più auto – nazionali e non – nei sette mesi che hanno preceduto marzo, poco prima che Tokyo alzasse la sua tassa sui consumi dal 5% all’8%. Il governo ha poi cercato di ammorbidire l’effetto dell’imposta tagliando la tassa di circolazione dal 5% al 3%.

“Sempre più proprietari di utilitarie stanno venendo dai nostri concessionari, un fenomeno mai visto prima – spiega Shigeru Shoji, presidente di Volkswagen Giappone – Molti comprano Up!, l’auto più piccola e più economica del marchio, la prima a essere stata importata”.

“Fino a poco tempo fa, le auto importate erano grandi, potenti e costose  – aggiunge un responsabile nipponico di Mercedes – Il trend mondiale di riduzione delle dimensioni ha permesso alle case straniere di introdurre modelli più adatti al Giappone”.

I produttori stranieri hanno introdotto 14 modelli compatti nell’arcipelago, il numero più alto dal 2005.

Le case straniere si sono finora lamentate del lungo processo burocratico per importare auto nel Sol Levante, ma sembra che Washington e Tokyo intendano rivedere gli accordi. La quota di mercato dei marchi stranieri è scesa del 5,2% nel 2009, il livello più basso dal 1995, e dopo quell’anno la crisi finanziaria ha fatto il resto. Nel 2011 la risalita, con i produttori stranieri che superano il tetto del 7%.

La quota ora si potrebbe espandere fino al 2016 con l’introduzione di nuovi modelli. Intanto i marchi giapponesi potrebbero introdurre vetture più competitive.

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