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Atlantia, Poste ed Hera danno sprint alla Borsa

La Borsa chiude la settimana in netto rialzo (+1,11%) – I driver sono stati Atlantia, che intravede l’uscita dal tunnel di Autostrade, Poste, che ha un nuovo piano strategico, ed Hera che tocca i massimi – Vendite su Azimut mentre Pirelli sconta il profit warning di Nokian.

Atlantia, Poste ed Hera danno sprint alla Borsa

La spumeggiante seduta dei listini europei si sgasa un po’ nel finale a seguito dell’andamento incerto di Wall Street. Piazza Affari, dopo essere arrivata a guadagnare l‘1,5%, chiude in rialzo dell’1,1% e si ferma a un soffio dai 24mila punti. Brilla ancora Hera, +3,21% che tocca un nuovo massimo; bene Atlantia +3,19%; Poste +3,17%; Prysmian +3,01%.

Sono in rosso Azimut -2,76%; Pirelli -2,5%; Saipem -1,39%. A perdere quota nel corso della seduta sono soprattutto le banche, che si fermano in ordine sparso: salgono Intesa +0,44% e Mediobanca +0,5%, mentre perdono Banco Bpm -1,01% e Unicredit -0,89%. Lo spread migliora e scende a 159 punti base (-0,63%), con il rendimento del decennale italiano in contrazione a 1,22%.

Nel resto dìEuropa è tonica Francoforte +1,4%, sorretta da un risveglio dell’economia, che resta debole ma procede. A gennaio, secondo la stima preliminare elaborata dall’istituto IHS Markit, l’indice Pmi manifatturiero tedesco è salito a 45,2 punti dai 43,7 punti dicembre. Si tratta dei livelli più alti degli ultimi 11 mesi. 

Leggermente più arretrate Parigi +0,88% e Madrid +0,44%. Londra +1,06%, mentre si avvicina il di 31 gennaio, data di uscita dalla Ue.

Wall Street ha aperto in rialzo, poi ha cambiato segno e al momento è in territorio negativo, con gli investitori che stanno vendendo titoli energetici, finanziari e per la cura della salute. In controtendenza si muove il produttore di chip Intel (+9%). Sono in chiaroscuro i dati macroeconomici: il Pmi manifatturiero di gennaio è sotto le stime e quello dei servizi risulta migliore del previsto. 

Al centro dell’attenzione rimane la polmonite cinese, che non sarà un’emergenza globale come dice fortunatamente l’Oms, ma fa ugualmente paura. Negli Usa c’è la conferma di un secondo caso: si tratta di un passeggero giunto a Chicago da Wuhan, la città cinese epicentro dell’epidemia. Il rischio di una frenata nei viaggi e nel turismo continua a pesare sul petrolio, che non riesce a invertire la rotta: Brent -2,3%, 60,61 dollari al barile. L’oro procede invece ben intonato e si muove in rialzo a 1571,75 dollari l’oncia.

Sul mercato valutario l’euro resta debole e scambia con il dollaro in calo a 1,025. In Piazza Affari gli acquisti premiano Poste, nel giorno della presentazione a Londra di una strategia che punta sull’innovazione con l’obiettivo di mettere assieme una piattaforma da 35 milioni di clienti. 

Atlantia, dopo aver brindato alle dimissioni di Luigi Di Maio da capo politico dei 5 stelle, oggi beneficia delle indiscrezioni del Sole 24 Ore, secondo cui sarebbe rispuntata l’ipotesi del progetto di scissione di Aspi. 

Sul fronte opposto Pirelli paga forse lo scotto del nuovo allarme vendite e utili della rivale finlandese Nokian Tyres.

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