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Atlantia ed Eni volano e spingono la Borsa al rialzo, asta Btp ok

Piazza Affari chiude in rialzo malgrado la flessione delle banche – Boom di Atlantia, volano i petroliferi – Tassi in rialzo all’asta Btp.

Atlantia ed Eni volano e spingono la Borsa al rialzo, asta Btp ok

La volatilità è stata altissima, ma il finale positivo: si chiude in verde l’ennesima seduta in altalena dei listini europei, l’ultima di un trimestre da dimenticare a causa dell’espansione della pandemia di Covid-19. Dopo numerosi alti e bassi le piazze continentali hanno trovato la via dei rialzi grazie a un cambio di passo di Wall Street, partita incerta e poi via via in miglioramento.

Piazza Affari guadagna l‘1,06% e si riporta sopra 17mila punti, con il balzo di Eni +7,3% e Atlantia 7,27%. Sono miste le banche, ancora sotto pressione dopo la richiesta della Bce di rinunciare alla distribuzione dei dividendi, per conservare liquidità: bene Bper +3.09, in calo Unicredit -1,75%. Intesa sale invece dell‘1,2%, nonostante la decisione di congelare una cedola da 3,4 miliardi di euro. L’’istituto ha deliberato di proporre alla prossima assemblea ordinaria l’assegnazione a riserve dell’utile dell’esercizio 2019, ma con l’obiettivo di tornare a remunerare gli azionisti una volta passata l’emergenza. L’ad Carlo Messina resta convinto dell’offerta pubblica di scambio volontaria e totalitaria su Ubi (+0,08%), che ritiene ancora più valida per entrambi gli istituti in questa fase straordinaria.

Chiude una seduta in altalena anche l’obbligazionario: lo spread fra decennale italiano e tedesco scende dello 0,73% a 199 punti e il rendimento del Btp si porta a 1,51%. Rendimenti in rialzo inoltre sul primario. Il Tesoro ha assegnato tutti i 7,75 miliardi di euro di Btp a 5 e 10 anni offerti in asta ma il rendimento medio del Btp quinquennale (13ma tranche) è salito a 0,8% da 0,36% del collocamento di febbraio, quello del Btp decennale agosto 2030 (terza tranche) a 1,48% da 1%, mentre il tasso del decennale aprile 2030 (15ma tranche) è salito a 1,44% da 1,29%. Assegnati anche Ccteu per 750 milioni di euro allo 0,66%.

La carta italiana soffre le previsioni fosche sull’economia: Confindustria stima un calo del pil del 6% nel 2020 (-10% nel primo semestre), mentre Goldman Sachs ipotizza un rapporto deficit pil al 10% in Italia e Spagna. In questa situazione, gli economisti del colosso bancario Usa stimano che il rapporto debito-Pil dell’Italia potrebbe balzare fino al 160%, e al 120% nel caso di Spagna e Francia.

Nere le previsioni per la crescita economica statunitense: -30% il pil del secondo trimestre 2020. Dalla Cina però arrivano notizie incoraggianti sul Pmi manifatturiero. Il sondaggio tra i direttori degli acquisti delle aziende balza a 52 punti dopo i minimi (35,7) toccati a gennaio-febbraio, nel pieno dell’emergenza Covid-19.  Si può parlare di ripresa però solo quando il dato PMI sale per almeno tre mesi consecutivi. Sul mercato valutario si riaccende la sete di dollari, con l’euro che perde quota contro il biglietto verde e il cambio in discesa e 1,01. 

La Federal Reserve intanto annuncia l’introduzione di una nuova facility destinata alle banche centrali estere per favorirne l’accesso alla liquidità in dollari, permettendo di consegnare governativi in cambio di fondi overnight in valuta Usa. Il nuovo programma pronti contro termine, distinto dalle linee swap con le principali banche centrali in cui i dollari sono scambiati con altre valute estere, “dovrebbe aiutare a supportare il regolare funzionamento del mercato dei Treasury Usa, fornendo una fonte alternativa temporanea di dollari oltre alle vendite di titoli sul mercato”, spiega la banca centrale. Il programma avrà inizio a partire dal 6 aprile e durerà per almeno sei mesi.

Sul fronte europeo restano le divisioni sui coronabond, bocciati dal direttore del Mes, Klaus Regling in un’intervista al FT. Secondo Regling per definire una nuova istituzione europea in grado di emettere eurobond sarebbero necessari da uno a tre anni, quindi per fronteggiare finanziariamente i problemi della sanità e sostenere le imprese “il solo modo è usare le attuali istituzioni con gli strumenti esistenti”. Il riferimento è proprio al fondo salva-Stati. L’accesso ai prestiti prevederebbe condizioni molto diverse da quelle richieste alla Grecia: “Per la linea di credito rafforzata vedo condizioni limitate che assicurino che i fondi siano spesi nel modo giusto e che il Mes sarà ripagato un giorno”.

Fra le materie prime è in calo l’oro e scambia a 1623 dollari l’oncia, mentre rialza la testa il petrolio nella speranza che la linea Trump-Putin sortisca qualche effetto sul mercato e riapra il dialogo fra Russia e Arabia Saudita. Il greggio sale dell‘1,34% a 20,37 dollari al barile, mentre il Brent si apprezza dello 0,5%, 26,555 dollari al barile.

Riprendono quota i titoli oil di Piazza Affari, in particolare Eni, dopo i progressi di ieri. Bene Atlantia, con il mercato che vede di buon occhio l’ipotesi avanzata dal Sole e la possibile cessione di una quota fra il 40-50% di Aspi a F2i e Cassa Depositi e Prestiti, con quest’ultima che potrebbe fare valere il debito di 1,2 miliardi che ha nei confronti della società autostradale, magari attraverso una possibile conversione. 

In rialzo Buzzi, +4,35%, dopo le recenti perdite. Brilla Fiat, +4,15%, con i vertici e il Cda che hanno deciso all’unanimità di rinunciare ai propri compensi fino alla fine del 2020. Exor +0,58% si sgonfia nel corso della seduta, animata dall’annuncio di un accordo per acquisire l’8,87% della società Usa di ride-sharing Via Trasportation con un investimento complessivo di 200 milioni di dollari. In calo Prysmian -4,67%; Ferragamo -3,59%; Poste -2,48%; Pirelli -2,27%. 

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