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Astm: la fusione con Sias fa volare il titolo

Dopo la sospensione di giovedì, in attesa dell’ok formale al riassetto societario, le azioni Astm galoppano, realizzando la miglior performance della Borsa. In ribasso Sias

Astm: la fusione con Sias fa volare il titolo

Grandi manovre sui titoli della famiglia Gavio dopo l’ok al riassetto societario stabilito nella serata di ieri, 13 giugno, giorno in cui i titoli sono stati sospesi dalle contrattazioni in attesa dell’annuncio. Alle ore 10.00 le azioni Astm guadagnano l’8,4% a 28,14 euro (la miglior performance della Borsa di Milano), mentre quelle della controllata Sias cedono il 5,28% a 16,28 euro.

Giovedì, i cda delle due società hanno approvato un’operazione di integrazione, che si traduce in una fusione per incorporazione di Sias in Astm allo scopo di “semplificare la catena di controllo attraverso la creazione di una ‘One Company’ quotata in Borsa”, spiega la nota. Il riassetto partirà da un’Opa volontaria parziale della controllante sul 5% di Sias. Fissato il prezzo: 17,5 euro per azione.

“La decisione di promuovere l’offerta è riconducibile, da una parte, alla esigenza di mitigare gli effetti diluitivi derivanti dalla fusione e, dall’altra, alla volontà di concedere una facoltà di uscita parziale agli azionisti di Sias che non intendano mantenere il proprio investimento nella società risultante dalla fusione”, si legge nel comunicato di Astm. Il perfezionamento dell’offerta è subordinato al fatto che Astm venda a detenere direttamente il 66,693% di Sias.

Se tutto andrà come previsto dunque, nascerà presto un’unica holding, con una struttura societaria più semplice rispetto a quella attuale, attiva nei settori delle “concessioni autostradali, delle costruzioni, dell’ingegneria e dell’innovazione tecnologica”.

Dopo la fusione, verrà presentato un “nuovo piano strategico”, che potrebbe prevedere anche operazioni di rafforzamento del capitale. Dopo le nozze, se l’opa avrà successo, il 44,753% della società sarà in mano al mercato. In caso contrario – cioè se non ci sarà alcuna adesione – sul mercato finirà il 47,015%. Le quote restanti saranno detenute da Nuova Argo Finanziaria, Aurelia e Nuovo Codelfa.

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