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Assopopolari celebra l’indimenticabile Luigi Albertini

Assopopolari pubblica un nuovo volume dedicato a Luigi Albertini, che diresse la rivista delle banche popolari a fine Ottocento e che fu lo storico direttore del Corriere della Sera, a cavallo tra i due secoli. La prefazione è firmata dallo storico del’economia Giulio Sapelli.

Assopopolari pubblica un nuovo volume dedicato a Luigi Albertini, che dal 1895 al 1899 fu direttore della rivista dell’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari “Credito e Cooperazione” di cui era presidente Luigi Luzzati. Il volume si chiama “Luigi Albertini e la cooperazione in Europa”. Albertini aveva mosso i suoi primi passi da giornalista nella Londra del nascente “The Times”, e diventerà, subito dopo, direttore del Corriere della Sera

La pubblicazione si inserisce nel programma di pubblicazioni che l’Associazione sta predisponendo per valorizzare il ruolo e l’importanza che il movimento del Credito Popolare ha assunto nel nostro Paese fin dagli albori del processo di unificazione, grazie anche alla visione lungimirante di persone quali proprio Luigi Albertini o anche Luigi Luzzati e Bonaldo Stringher (di cui nei prossimi mesi ricorreranno rispettivamente il 180° anniversario della nascita e il 90° della morte), figure che hanno favorito la nascita e la diffusione delle Banche Popolari in ampie aree della penisola. 

La prefazione del volume è firmata dal professor Giulio Sapelli, il quale si concentra sugli studi che Albertini realizzò in merito alle varie forme di cooperazione che stavano allora nascendo e sviluppandosi in diversi paesi europei come Inghilterra, Francia e Germania. 

“Il volume – ha commentato Giuseppe De Lucia Lumeno – non solo rappresenta un doveroso omaggio a un grande italiano e alla dedizione manifestata verso il movimento cooperativo negli anni in cui è stato direttore della rivista Credito e Cooperazione, ma vuole, ancora una volta, evidenziare come le Banche Popolari e del territorio siano state storicamente un elemento imprescindibile per lo sviluppo socio economico del Paese e come questo patrimonio vada, ancora oggi, tutelato e non disperso se l’auspicio vero è quello di uno sviluppo sostenibile ed inclusivo”. 

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