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Assolombarda sollecita riforme per giovani e lavoro ma avverte: 1 impresa su 4 a rischio entro luglio

La relazione del presidente Spada all’assemblea di Assolombarda – Nell’attuale nuova crisi non bisogna solo fronteggiare al meglio l’emergenza: è l’ultima occasione per fare le riforme

Assolombarda sollecita riforme per giovani e lavoro ma avverte: 1 impresa su 4 a rischio entro luglio

Lavoro e giovani, due temi che Assolombarda vede strettamente intrecciatati e devono essere sostenuti, agevolati, sviluppati per dare sostegno all’economia lombarda e nazionale.
E’ il fulcro del discorso del presidente di Assolombarda, Alessandro Spada, dal palco dell’annuale assemblea generale della principale associazione territoriale di Confindustria che si è tenuta a Milano in coincidenza con l’inaugurazione del Mind (Milano Innovation District). Il nuovo distretto dell’innovazione, unico in Europa per dimensioni e modello di rigenerazione, è nato da una partnership pubblico privata tra Arexpo e Lendlease con l’obbiettivo di connettere le eccellenze del territorio ai migliori talenti da tutto il mondo, favorendo lo scambio tra ricerca e impresa.
Nel corso dell’Assemblea, aperta dai saluti di Igor De Biasio, AD Arexpo, e Stefano Minini, Project Director Mind, sono intervenuti anche Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, Vittorio Colao, Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, Roberta Metsola, Presidente del Parlamento Europeo, Attilio Fontana, Presidente di Regione Lombardia, Giuseppe Sala, Sindaco di Milano.


Il clima è decisamente diverso rispetto a quello dello scorso anno, in cui si respirava soprattutto una voglia di ripresa dopo il Covid. La crisi attuale e i nodi irrisolti da tempo creano un quadro più critico. «Il dovere dei tempi – scandisce Spada – non è solo quello di fronteggiare al meglio l’emergenza. Si tratta dell’ultima occasione per fare le riforme guardando alle nuove generazioni. Quelle che dovranno pagare i debiti contratti con Next Generation Eu”.
Mentre -a causa della crisi energetica- in Lombardia un’azienza su 4 è a rischio entro luglio.

Preoccupazione per i giovani che dovranno pagare l’attuale debito

“Dobbiamo assumerci, come classe dirigente, la responsabilità delle scelte. Lo dobbiamo ai giovani del nostro Paese” ha detto Spada che lancia un messaggio alle istituzioni, alle controparti sindacali, a tutti gli stakeholder: “gli imprenditori lombardi ci sono, Assolombarda c’è, per ricostruire fiducia e coesione, per costruire insieme un percorso di sviluppo innovativo e sostenibile e per offrire un contributo per attuare efficacemente il Pnrr”.
Spada vede con preoccupazione il futuro dei giovani: con l’avvento del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che è un’opportunità irripetibile di rilancio del Paese, dobbiamo anche pensare, responsabilmente, a quei 5,8 milioni di giovani italiani che oggi hanno tra i 15 e i 24 anni e che nel 2058 avranno tra i 51 e i 60: saranno loro a ripagare i debiti che abbiamo contratto per questo sforzo straordinario. Di questi giovani, ben un milione si trova in Lombardia e 466.000 tra Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia. Alle nuove generazioni dobbiamo consegnare un mondo nuovo, più inclusivo e gratificante dal punto di vista lavorativo.

Assolombarda propone soluzioni a disoccupazione e Neet al posto di reddito di cittadinanza

L’Italia, oggi, ha il terzo più elevato tasso di disoccupazione in Europa: oltre l’8,3% contro una media nell’Eurozona del 6,8%.
Inoltre, il 20% di ragazze e ragazzi tra i 15 e i 24 anni non studia, non lavora, non si forma. La Lombardia ha una percentuale di NEET più bassa, pari al 17%, ma si tratta comunque di 165.000 giovani che si trovano nella più totale inattività. Questa situazione è intollerabile perché si sprecano vite, talenti e forze.
Assolombarda ha l’obiettivo è di creare lavoro: esperimenti come il reddito di cittadinanza, che finora ci è costato oltre 30 miliardi di euro, hanno chiaramente dimostrato di aver fallito. Dobbiamo, d’altra parte, abbandonare la logica del sussidio fine a sé stesso e fare tutto il necessario per attrarre i giovani nelle imprese ed evitare che i talenti fuggano all’estero”.

Sollievo fiscale per i giovani neoassunti per i primi 5 anni, le risorse ci sono

Ed è sempre pensando ai giovani che Spada propone anche un aiuto da un punto di vista fiscale: “Occorre una tassazione specifica e più favorevole per i giovani. La nostra proposta è quella di applicare ai giovani neoassunti un’imposta del 5% per i primi 5 anni di attività lavorativa, estendodo ad essi lo stesso modello già applicato ai redditi imprenditoriali e professionali inferiori ai 65.000 euro.
In alternativa, proponiamo di applicare il regime equivalente a quello del ‘rientro dei cervelli’, che assicura alle persone fisiche che trasferiscono la residenza fiscale in Italia un abbattimento del reddito imponibile del 70% per 5 anni.
Spetta certamente alle istituzioni individuare le coperture, ma ricordiamo che per l’Italia, quando entrerà in vigore la Global Minimum Tax, si prevede un maggior gettito annuo pari a 2,7 miliardi di euro”.

Serve inoltre fare di più in tema di progetti promossi congiuntamente da imprese, università e ITS. Il progetto che abbiamo proposto al Comune di Milano di dare una sede unica a tutti gli ITS della città va nella direzione di una vera e propria Academy tecnologica: un hub che dia ai giovani le competenze tecniche

Spada inoltre sollecita le istituzioni per progettare insieme la prima Zona Economica Speciale Virtuale del Paese, che consenta di sperimentare il Programma ‘Lavoro 4.0’: un’area “laboratorio” su cui testare una nuova forma di organizzazione del lavoro basata sulla collaborazione digitale più efficiente puntando alla formazione

Inoltre “abbiamo firmato -un mese fa- con istituzioni ed enti del territorio un Patto per il lavoro. Un documento promosso per condurre Milano e la Lombardia al livello delle maggiori città europee in termini di occupazione, qualità del lavoro e crescita dei talenti. Un Patto che proponiamo di estendere anche alle altre città: se Milano è apripista, queste azioni vanno estese a tutto il nostro territorio, a partire da Monza e Brianza, Lodi e Pavia.
Occorre pensare alle nuove generazioni, quelle che nel 2058 finiranno di pagare i debiti del Next Generation EU”. 

Nuovo rallentamento causato dal conflitto: crescita 2022 in Lombardia rivista a 2,6% da 4%

Più in generale Spada si sofferma a descrivere il rallentamento dell’economia all’intero dell’attuale crisi. “La guerra in Ucraina sta provocando seri contraccolpi all’economia italiana a causa, soprattutto, degli ulteriori rincari energetici e delle materie prime. A questi si aggiungono gli effetti della pandemia, l’inflazione e la difficoltà delle catene del valore a riorganizzarsi. Secondo le nostre stime, la Lombardia rischia di accusare una riduzione della crescita dal 4% al 2,6%. Crescite ridotte interessano anche i territori di Milano, Monza e Brianza, Lodi e Pavia. A livello nazionale, quella che stiamo vivendo è la ‘quarta crisi’ negli ultimi 14 anni.

A causa della crisi energetica, da qui a luglio un’azienda su 4 è a rischio

‘Il dovere dei tempi’, tema dell’Assemblea, significa sicuramente fronteggiare al meglio l’emergenza, ma non solo. È l’ultima occasione per fare le riforme.
“La crisi in Ucraina ha fatto esplodere un problema che in realtà esisteva da tempo: in Italia è sempre mancata una politica energetica. E pensare che proprio Milano, su questi temi, è stata pioniera: in via Santa Radegonda è stata costruita la prima centrale elettrica dell’Europa; penso anche al visionario Enrico Mattei, che ‘disegnava’ la politica energetica del Paese dal suo quartier generale di San Donato Milanese. È dunque ora che essa torni a compiere quelle scelte strategiche e ad assumersi pienamente le responsabilità.

Il problema dell’energia tocca, in modo particolare, la Lombardia, cuore dell’industria italiana e quindi con i maggiori consumi di energia: oltre il 25% dell’energia elettrica nazionale e circa il 20% del gas naturale. Eppure il prezzo unico è quasi 5 volte quello di inizio 2020.
Da qui a luglio è a rischio la produzione di un’impresa su quattro nel territorio ed entro un anno la produzione di più della metà delle aziende”. 
Occorre dunque sostenere queste aziende, visto che i vari decreti energia contengono misure deboli e insufficienti
Un aiuto concreto arriverebbe da un tetto al prezzo del gas, mentre occorre scongiurare razionamenti nelle forniture.
È anche necessario aumentare, al più presto, la produzione di gas nazionale per garantire prezzi calmierati ai settori più energivori e vanno ripensati i modi e i tempi della transizione ecologica, aprendosi a tutte le fonti energetiche, compreso il nucleare.

I 4 ambiti in cui agire in ambito energetico

Le direttrici individuate sono quattro: sviluppare velocemente nuovi impianti alimentati a fonti rinnovabili per l’autoconsumo, favorire l’efficientamento in chiave energetica dei processi produttivi per ridurre il fabbisogno energetico e le relative emissioni, riducendo anche il costo della spesa energetica, creare comunità energetiche capaci di produrre energia per sé e gli altri consumatori del quartiere, condividendo benefici ambientali, economici e sociali, puntare sull’idrogeno: in tal senso, guardiamo con favore al progetto annunciato da A2A di produrre idrogeno verde in Val Camonica sfruttando l’energia del termovalorizzatore di Brescia.

Abolire l’Irap: meno tasse, più crescita. “È necessario agire anche per ridurre il cuneo fiscale a vantaggio di tutti i lavoratori. In Italia si parla sempre del fatto che i salari sono troppo bassi, ma non ci si ricorda mai che il nostro è il Paese con il costo del lavoro tra i più elevati. Va, poi, eliminata definitivamente l’Irap nel quadro di una riforma fiscale

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