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Apple vola e vale oltre 900 miliardi, Piazza Affari sopra quota 23 mila

Più della riforma fiscale di Trump e della nomina di Powell alla presidenza della Fed sono i miracoli di Apple a sedurre Wall Street e i mercati – Intanto Piazza Affari supera la soglia psicologica dei 23 mila punti base, mentre lo spread Btp-Bund scende a 141 pb e Basilea 4 premia le banche italiane

Apple vola e vale oltre 900 miliardi, Piazza Affari sopra quota 23 mila

Habemus Papam. Donald Trump ha designato Jerome Jay Powell alla presidenza della Fed a partire dal prossimo febbraio. Wall Street, con un rialzo finale, ha manifestato il suo gradimento per la promozione di una colomba. Powell, 64 anni, repubblicano, alla Fed dal 2012, ha sempre votato sui tassi in linea con l’attuale presidente Janet Yellen.

Ad aumentare il buonumore ha contribuito la presentazione al Congresso da parte dei repubblicani del piano di riforma fiscale voluto da Trump. L’aliquota per le società abbassata al 20 % dall’attuale 35% potrebbe comportare un aumento medio di 8-10 dollari per azione dell’S&P500.

Infine, ad allietare i mercati sono arrivati i conti di Apple: la Mela ha non solo battuto le attese sia per gli utili sia per i ricavi, ma ha avanzato previsioni positive sulle prossime vendite di Natale. Solo allora arriveranno i primi dati sulle vendite di i Phone X. Nel frattempo il gruppo ha realizzato nel trimestre al 30 settembre ricavi per 52,6 miliardi di dollari, in crescita del 12% (contro 50,7 miliardi previsti). L’utile netto per azione è stato di 2,07 dollari, in rialzo del 24%. Nel trimestre sono stati venduti 46,7 milioni di i Phone (contro attese per 46 milioni).

Nel corso del trimestre, ha detto il cfo Luca Maestri, Apple ha generato 15,7 miliardi di cash flow e restituito agli azionisti 11 miliardi sotto forma di dividendi e buy back. Nel dopo Borsa il titolo, in crescita dello 0,7% durante la giornata, ha messo a segno un rialzo superiore al 3,5 %, a quota 168,11 dollari. La capitalizzazione ha superato in questo modo la barriera dei 900 miliardi di dollari.

LA MELA SPINGE ANCHE L’ASIA. DEBOLE LA CINA

La buona performance della Mela ha favorito stamane i fornitori asiatici. I listini del Continente, orfani di Tokyo chiusa per festività, chiudono la settimana in terreno positivo. L’indice Hang Seng di Hong Kong sale dello 0,2%, il Kospi di Seoul dello 0,1%, il BSE Sensex di Mumbai dello 0,2%. In calo dello 0,4% l’indice CSI300 dei mercati azionari di Shanghai e Shenzhen. È stato migliore del previsto l’indice PMI Caixin sulle aspettative dei direttori degli acquisti delle aziende cinesi dei servizi.

SOTTO TIRO TESLA E GLI IMMOBILIARI

L’annuncio della riforma fiscale e la nomina di Powell alla Fed non hanno eccitato più di tanto Wall Street, in attesa dei dati sul lavoro in arrivo oggi. Deboli gli immobiliari: il mercato teme l’abolizione degli incentivi all’acquisto. Il Dow Jones ha chiuso in rialzo dello 0,35%, poco mosso l’indice S&P 500 +0,02%. In lieve calo il Nasdaq, -0,02%.

Il dollaro si è indebolito su euro, a 1,165 da 1,162 del giorno prima. Treasury Bill poco mossi, il decennale è sceso a 2,34%, da 2,36%. 

In evidenza Boeing, 3 M e Goldman Sachs. Sotto tiro Tesla (-6,8%) per i gravi ritardi nella produzione del Modello S e Facebook (-2%), investito dalle inchieste sulle bufale in Rete.

Prosegue il rialzo del petrolio. Il Brent tratta stamattina a 60,7 dollari il barile, in rialzo dello 0,2%, ieri ha chiuso a 60,6% (+0,2%).

PIAZZA AFFARI SOPRA 23 MILA. LO SPREAD SULLA SPAGNA A 32 PUNTI

Chiusura contrastata per le Borse europee nonostante gli ottimi dati in arrivo per il settore manifatturiero della zona euro: ottobre è stato il mese più forte da inizio 2011.

Piazza Affari (+0,24%) consolida i guadagni chiudendo oltre la barriera dei 23 mila punti (indice Ftse Mib a 23.046 punti). Perdite frazionali per Francoforte (-0,18%), che si allontana moderatamente dal top toccato ieri.

Stabile Parigi (-0,07%). Lo Stato francese ha annunciato la cessione del 4,73% del capitale di Renault di cui resterà, come previsto, primo azionista con il 15,01%.

Arretra Madrid (-0,47%). Un giudice spagnolo ha ordinato oggi che otto dirigenti secessionisti della Catalogna restino in custodia cautelare fino al processo. È stato firmato un mandato di arresto europeo per l’estromesso leader catalano Carles Puigdemont.

Fuori dalla zona euro Londra guadagna lo 0,9%. La sterlina ha accusato il peggior deprezzamento contro l’euro degli ultimi tre mesi (-1,7% a 0,892) dopo la decisione della BoE di alzare i tassi dallo 0,25% allo 0,5%, per la prima volta da dieci anni. La Banca centrale inglese mette in conto altri due rialzi nel triennio 2018-2020, ma le sue previsioni sono molto prudenti, soprattutto per le incertezze legate alla Brexit. 

Continua il recupero dei titoli italiani. Lo spread Italia-Germania ha toccato in seduta un minimo a 141 punti base, livello più basso da fine ottobre 2016. Il rendimento del Btp 10 anni è all‘1,8%.

Il differenziale di rendimento fra i decennali benchmark italiano e spagnolo si è spinto a 32 punti base in seduta, toccando i minimi da inizio dicembre 2016. Madrid ha collocato ieri 4 miliardi di titoli nominali e quasi 600 milioni di un indicizzato, Parigi ha invece assegnato oltre 8 miliardi su tre Oat.

TENARIS, UTILE DOPPIO DELLE PREVISIONI

Il titolo leader di Piazza Affari è stato Tenaris, in rialzo del 9,8%. Il produttore di tubi speciali per l’industria petrolifera ha comunicato di aver chiuso il terzo trimestre 2017 con un utile netto di 105 milioni di dollari, il doppio della cifra stimata dagli analisti. L’Ebitda rettificato è salito del 43% anno su anno a 225 milioni. Confermato dalla società il raggiungimento dei target, grazie al miglioramento atteso nell’ultima parte del 2017.

La società si aspetta che le vendite nelle Americhe (sia nord che sud) continuino a crescere nel quarto trimestre e in tutto il 2018. Mediobanca ha premiato la trimestrale, confermando la raccomandazione Outperform e il target price a 18 euro. Il titolo accusa ancora un calo del 24% da inizio anno. Positivi gli altri titoli del settore: Eni +0,5%, Saipem +1,1%. 

PRESE DI BENEFICIO SU FERRARI. INVARIATE LE VENDITE FCA

Segna il passo invece Fiat Chrysler (+0,8%) dopo i dati delle vendite di ottobre. La società ha registrato negli Stati Uniti un calo del 13% delle immatricolazioni, a fronte del -9% del mercato. La flessione è leggermente peggiore del previsto, ma il mix è positivo. In Italia, a fronte di un mercato in crescita del 7,10% rispetto allo stesso mese del 2016, le vendite sono state invariate. Invariate: 41.200 vetture, con una quota di mercato del 26,1%. Nel periodo gennaio-ottobre 2017 le vendite sono state di 486.100 vetture, con un progresso dell’8% rispetto il 2016, e una quota di mercato del 28,7%.

Battuta d’arresto per Ferrari dopo lo straordinario rally degli ultimi giorni. Nel giorno dei conti sono scattate le prese di beneficio, così la Rossa è arretrata bruscamente del 3% a 100,70 euro, dopo aver segnato in avvio di seduta i nuovi massimi di sempre a 105,30 euro ed esser scesa fino ad un minimo di 99 euro. Nella conference call Sergio Marchionne ha sostenuto che le stime sull‘anno, ritoccate all’insù, sono realizzabili e conservative, e ha promesso margini in rialzo nel nuovo piano industriale. “Ma non è neanche lontanamente immaginabile pensare di arrivare in futuro a un numero di veicoli prodotti paragonabile a quello di Porsche”, ha spiegato l‘ad.

BASILEA 4 PREMIA LE BANCHE ITALIANE. RIPARTE UNICREDIT

A sostenere il mercato ha contribuito la ripresa del settore bancario, in rialzo dello 0,75% a fronte di un comparto europeo poco mosso, nonostante i conti positivi del Credit Suisse. La Banca d’Italia ha comunicato che è stato trovato l’accordo su una parte delle nuove regole riguardanti la contabilità delle banche. Il comitato di Basilea 4 ha stabilito una soglia al beneficio massimo derivante dall’adozione di modelli interni per il computo degli attivi. Una buona notizia per le banche italiane che applicano già una contabilità molto prudenziale, mentre le più colpite saranno le banche del Nord Europa. Ha giovato al settore un corposo studio del Credit Suisse che si dice “selettivamente costruttiva” sulle banche italiane.

Unicredit +1,8%. Il gruppo ha comunicato che la cessione dei 17,7 miliardi di euro di crediti in sofferenza prosegue in linea con le indicazioni già fornite.
Ubi Banca +1%. Credit Suisse ha avviato la copertura con giudizio Outperform. 
Bper Banca +3,6%. KBW ha alzato il target a 6,40 euro, giudizio Outperform.
Arretra solo Banca Monte dei Paschi (-0,6%). Credit Suisse avvia la copertura con il giudizio Underperform. 

TELECOM, GOLDEN POWER ANCHE SULLA RETE

Nel resto del listino da segnalare Telecom Italia, +1,5%. Ieri il Consiglio dei ministri ha approvato l’esercizio del Golden power sulla rete, che riguarda il mantenimento degli investimenti e il corretto funzionamento dell’infrastruttura. Il Governo aveva già approvato a metà ottobre l’esercizio del Golden power su Tim e le controllate strategiche per la difesa e la sicurezza Sparkle e Telsy. Mediaset ha chiuso in calo del 2,2%.

Tra le medium cap ancor in evidenza i titoli immobiliari dopo l’estensione dei Pir al settore. In particolare si è messa in luce Igd (+4,82%).

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