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Alitalia: ricapitalizzazione impossibile, si va al commissariamento

Tramontata l’ipotesi ricapitalizzazione, l’unica via percorribile rimane quella del commissariamento che il consiglio di amministrazione dell’ex compagnia di bandiera sarà costretto a varare in seduta straordinaria. – Il 27 aprile l’assemblea, avviate stamattina le procedure previste dalla legge.

Il Presidente di Alitalia, Luca Cordero di Montezemolo, ha comunicato ufficialmente al Presidente dell’Enac Vito Riggio la decisione del Consiglio di Amministrazione della compagnia aerea di avviare la procedura per la nomina del Commissario. Lo riferisce l’Ente nazionale
per l’aviazione civile. “L’Enac – si legge nella nota – ha preso atto che, al momento, esistono le condizioni per il mantenimento della piena
operatività di Alitalia, su cui l’Ente continuerà  a mantenere la propria vigilanza istituzionale in base alla normativa europea vigente”. 

Sono dunque cominciate le prime manovre post referendum. I lavoratori hanno votato No all’accordo sindacati-Governo sull’Alitalia, decisivo per il via libera al nuovo piano industriale della compagnia aerea, che per essere finanziato dalle banche attendeva invece una risposta positiva dal referendum che è stato votato dal 20 al 24 aprile, con la partecipazione in massa di quasi il 90% degli aventi diritto, tra piloti, assistenti di volo e personale di terra.

Tramontata dunque l’ipotesi ricapitalizzazione, l’unica via percorribile ormai rimane quelle del commissariamento, che il consiglio di amministrazione dell’ex compagnia di bandiera sarà costretto a varare in seduta straordinaria. 

Stamattina, i vertici di Alitalia hanno dato il via all’iter necessario “data l’impossibilità di procedere alla ricapitalizzazione, il cda della compagnia ha deciso di avviare le procedure previste dalla legge e ha convocato un’assemblea dei soci per il 27 aprile al fine di deliberare sulle stesse”. Questo quanto si legge nella nota diramata dal gruppo. 

Le “procedure procedure previste dalla legge” altro non sono che le ipotesi di commissariamento o liquidazione dell’azienda. Dallo stesso comunicato si apprende che il consiglio di amministrazione convocato oggi “ha preso atto con rammarico della decisione dei propri dipendenti di non approvare il verbale di confronto firmato il 14 aprile tra l’azienda e le rappresentanze sindacali”.

L’approvazione del verbale avrebbe sbloccato un aumento di capitale da due miliardi, compresi oltre 900 milioni di nuova finanza, che sarebbero stati utilizzati per il rilancio della compagnia. In un secondo comunicato Alitalia specifica che il programma e l’operatività dei voli “non subiranno al momento modifiche”. Inoltre secondo la compagnia “non ci saranno per ora conseguenze sull’operativo dei voli”.

Delusione da parte di Etihad, socio di Alitalia con il 49%, per l’esito del referendum. La compagnia guidata da James Hogan, supporterà la decisione espressa oggi dal cda di demandare all’assemblea l’apertura delle procedure di legge. “Ci rammarichiamo profondamente – ha dichiarato James Hogan, presidente e amministratore delegato di Etihad Aviation Group – per il risultato del voto, che significa una sconfitta per tutti: i dipendenti di Alitalia, i suoi clienti, i suoi azionisti, e lo stesso Paese, di cui Alitalia e’ un ambasciatore in tutto il mondo’. Il rifiuto, attraverso il referendum, dell’accordo preliminare “è profondamente deludente”.

Alitalia, per la seconda volta nella sua storia procede, quindi verso la liquidazione. Nonostante la spinta del governo, il referendum interno non lascia nessun altro margine d’azione. Al contrario, col via libera all’accordo tra sindacati e compagnia, sarebbe andato avanti il piano quinquennale presentato a marzo, un progetto che attraverso un drastico taglio agli stipendi e dei posti di lavoro puntava a mettere in sicurezza i conti nei prossimi tre anni in vista del suo ultimo rilancio. Che ora non ci sarà.

Decisivo il No del personale navigante, di Milano come di Roma, dove il No è risultato largamente maggioritario. Gli oltre 12mila dipendenti di Alitalia si sono dunque espressi in senso contrario all’accordo e ora il futuro dell’azienda appare sempre più segnato. Non a caso proprio ieri il governo nel pomeriggio si è riunito per parlare della crisi del vettore: al vertice d’emergenza hanno partecipato il premier Gentiloni e i ministri Delrio, Padoan, Calenda.

 
 

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