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Alitalia: l’intesa si avvicina, ma i soldi sono pochi

Uno schema di suddivisione del capitale è stato abbozzato, ma la dotazione finanziaria complessiva rischia di essere molto bassa per una compagnia aerea – Il Tesoro chiede a Delta uno sforzo in più

Alitalia: l’intesa si avvicina, ma i soldi sono pochi

L’intesa per la Nuova Alitalia prende forma. Mercoledì è andato in scena un incontro tra i vertici di Delta, Ferrovie dello Stato e Atlantia, durante il quale sono stati fatti passi avanti nella trattativa per mettere a punto l’offerta vincolante, che dovrà essere presentata entro il 15 ottobre.

Il capitale dovrebbe essere così suddiviso: 12% a Delta (dal 10% preventivato), 15% al ministero dell’Economia e 36,5% a ciascuno dei due soci privati, cioè FS e la holding della famiglia Benetton.

Il capitale sociale iniziale dovrebbe essere piuttosto basso per una compagnia delle dimensioni di Alitalia: fra 900 milioni e un miliardo.

Gli americani dovrebbero investire appena 120 milioni di euro, una cifra troppo bassa per garantire un impegno a lungo termine. Per questa ragione il Governo italiano vorrebbe che il vettore Usa arrivasse a detenere una quota pari almeno al 15%.  Il pressing sul vettore Usa è in corso e si vedrà quale esito darà.

Dal Tesoro arriveranno invece gli interessi sul prestito ponte concesso ad Alitalia (pari a 150 milioni).

Più salato il conto per Ferrovie e Alitalia, che dovrebbe contribuire con 365 milioni ciascuna.

Lo schema è però ancora provvisorio e i capitoli ancora in sospeso non mancano. A cominciare dal nome del nuovo amministratore delegato, ancora avvolto dall’incertezza.

Se l’accordo definitivo non sarà trovato entro i primi di ottobre, c’è il rischio che Alitalia debba chiedere allo Stato un altro prestito da 200 milioni.

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