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Alfano sfida Berlusconi: “Primarie Pdl per il candidato premier”

In caso di elezioni, “il candidato premier dovrà essere scelto attraverso primarie il più aperte possibile”, dice il ministro dell’Interno – Su tutt’altra linea Raffaele Fitto: “Berlusconi ha fatto la campagna elettorale del 2013 dicendo che il candidato a palazzo Chigi sarebbe stato Alfano. Quindi sarà ancora una volta lui a decidere che cosa si farà”.

Alfano sfida Berlusconi: “Primarie Pdl per il candidato premier”

Compatti sul destino di Annamaria Cancellieri, divisi sul futuro del partito. Torna a salire la temperatura in casa Pdl. A soffiare sul fuoco è ancora una volta Angelino Alfano, che rilancia una delle proposte più invise ai berluscones ortodossi: in caso di elezioni, “il candidato premier dovrà essere scelto attraverso primarie il più aperte possibile, alle quali partecipi il più alto numero di simpatizzanti – ha detto l’ex Delfino del Cavaliere –. Chi prende più consensi diventa il candidato. La mia idea non è cambiata rispetto alla fine del 2012, quando lanciammo le primarie. Io stesso, poi, le bloccai quando Berlusconi decise di ripresentarsi, e Giorgia Meloni ancora me lo rimprovera”. 

Su tutt’altra linea Raffaele Fitto, leader dei lealisti berlusconiani e principale antagonista di Alfano nella corsa alla successione al Cavaliere: “Io ragiono sul dopo Berlusconi – ha detto –, il giorno in cui Berlusconi autorizzerà il ‘dopo’. Ricordiamo che lui ha fatto la campagna elettorale del 2013 dicendo che il candidato a palazzo Chigi sarebbe stato Alfano. Quindi sarà ancora una volta lui a decidere che cosa si farà”.

Quanto alla linea di partito, Alfano ribadisce la linea della moderazione: “Il nostro è stato sempre un grande movimento a guida e a prevalenza moderata. Non è un bene che finisca in mano a estremisti. Berlusconi non lo è, ma c’è il rischio che nella gestione pratica e quotidiana della comunicazione si prenda quella deriva”.  

Al tempo stesso, però, il ministro degli Interni nega la prospettiva della scissione: “L’idea di far nascere un partito centrista che aderisca autonomamente al Ppe è una cavolata cosmica. Il tema non è di aggiungere allo schieramento un nuovo parto, ma di fare un grande centrodestra che unisca tutte le forze moderate e riformiste alternative alla sinistra, a cominciare da quell’area centrista che ha preso il 10% dei voti e che, schierata con noi, ci avrebbe portato a una smagliante vittoria”.

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