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Al via il Forum di Davos, l’ombra del terrorismo sull’economia

Sono 2.500 i manager, politici, ministri, premier e accademici che parteciperanno al World Economic Forum 2015. Si è aperto ieri con una serata italiana organizzata dall’Ice, accompagnata da un concerto del tenore Andrea Boccelli. Oggi parla Matteo Renzi, atteso anche Pier Carlo Padoan

Al via il Forum di Davos, l’ombra del terrorismo sull’economia

Si è aperta ieri e proseguirà fino a sabato l’edizione 2015 del World economica forum di Davos, in Svizzera. La sopresa è che si è aperto con una festa italiana organizzata dall’Ice e offerta ai 2.500 tra imprenditori globali, ministri, primi ministri accademici di varie parti del mondo. Il premier, Matteo Renzi, arrivato in serata interverrà stamattina alla sessione plenaria “Transformational Leadership”. Atteso anche il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.

Meno fiducia su crescita.
L’avvio del Forum 2015 avviene in un momento in cui l’escalation del terrorismo viene considerata dal Gotha della politica e dell’economia mondiale la principale minaccia alla stabilità e alla ripresa. La settimana offrirà anche ampi spunti di carattere economico-finanziario e le decisioni che prenderà giovedì la Bce (Mario Draghi infatti non sarà a Davos) rimbalzeranno in diretta sulle montagne svizzere.

L’avvio del forum è in chiave un po’ pessimistica. Tra i 1.322 top manager che hanno risposto al tradizionale sondaggio PwC, che dà l’avvio alle giornate del Wef di Davos – riferisce l’Ansa – la percentuale degli ottimisti è diminuita rispetto ad un anno fa. E’ scesa dal 44% al 37%. Peggio ancora in Italia. Tra i 50 Ceo che hanno risposto a PwC gli ottimisti all’inizio del 2014, erano al 43%, in linea con le aspettative dei loro colleghi. Ora invece solo il 27% crede nella crescita. 

  Il World Economic Forum si prepara così ad ospitare un plotone di finanzieri e industriali che appare meno fiducioso sulla forza della ripresa rispetto ad un anno fa. Timore che – rileva il survey di Pwc, riportato dall’Ansa – non riguarda tutti. In India c’e’ un 62% di Ceo che prevede un maggior fatturato nei prossimo 12 mesi. Negli Usa ci si ferma al 46%. In Europa non si va oltre il il 36% dei manager britannici, il 35% di quelli tedeschi, il 23% di quelli francesi e il 20% degli italiani.

I top manager dell’Italia non lanciano però solo segnali di preoccupazione. L’80% ritiene che il 2015 sarà migliore del 2014. E, ancora di più, c’è una importante inversione di tendenza sull’occupazione e sul lavoro, che poi è uno degli snodi che interessa di più famiglie e imprese, che di più ha impegnato e impegnerà la politica alla ricerca di ricette. Sarà l’effetto Jobs Act? Impossibile dirlo, spiegano gli esperti che hanno curato il survey. Ma il 36% dei Ceo italiani intervistati dal PWc valuta un aumento dei numero di dipendenti per i prossimi 12 mesi. Magari tra loro c’è l’Ad Fca, Sergio Marchionne, che ha annunciato assunzioni a Melfi. Ma un anno fa la percentuale era decisamente più bassa, al 26%. 

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