Condividi

Al Metropolitan Museum of Art di New York dipinti indiani Pahari

A partire dal 22 dicembre, il Metropolitan Museum of Art di NY presenterà una mostra incentrata sui primi stili di pittura emersi nelle corti Pahari dell’India settentrionale durante il XVII e il XVIII secolo.

Al Metropolitan Museum of Art di New York dipinti indiani Pahari

Con una ventina di dipinti tra i più raffinati prodotti in Asia meridionale durante il periodo, Seeing the Divine: Pahari Painting of Nord India esaminerà i modi innovativi in ​​cui gli artisti Pahari raffiguravano gli dei indù. Giustapponendo le immagini devozionali con momenti narrativi emotivamente carichi, i dipinti davano ai patroni reali un nuovo approccio per creare una connessione personale con il divino attraverso la devozione (bhakti).

I punti salienti includono un raro banner del tempio risalente agli inizi del XIX secolo che misura 26 piedi e viene mostrato pubblicamente per la prima volta. La maggior parte delle opere in mostra sono le recenti promesse fatte da Steven Kossak e trasformano la capacità del Met di mostrare dipinti del nord del XVII e del XVIII secolo di altissimo livello.

La mostra è resa possibile dalla Fondazione Miriam e Ira D. Wallach.

Lavorando principalmente in miniature e fogli di grande formato, gli artisti Pahari hanno utilizzato vocaboli notevolmente innovativi. Spesso raffiguravano Dio come un bambino, un amante, un terribile protettore o persino una visione personale. Narrazioni famose come il Ramayana e la Gita Govinda (Canzone di Govinda) hanno avuto un grande fascino presso le corti Pahari, e la mostra includerà fogli che fanno riferimento entrambi. Il leader delle scimmie Angada ruba la corona di Ravana dalla sua fortezza (1725 circa), un foglio del Ramayana (la storia della ricerca di Rama per salvare la sua amata Sita dal demone Ravana) è attribuito al maestro pittore Manaku (attivo intorno al 1725 -60). Radha e Krishna Walking at Night (1775-80 circa), un foglio della Gita Govinda, raffigura le interazioni emotivamente cariche di Krishna con Radha: qui l’artista contrappone la sua solitudine e il desiderio con incontri erotici di enfasi per enfatizzare l’idea di unità tra dio e devoto.

L’imponente stendardo del tempio racconta la complessa storia del salvataggio e del matrimonio di Krishna con la sua prima moglie, Rukmini, nonché scene drammatiche di Krishna e dei suoi numerosi seguaci che combattono un’eroica battaglia sulle colline dell’Himalaya – una battaglia che rappresenta il grande conflitto tra divinità e demoni per ripristinare l’ordine cosmico.

La mostra che resterà aperta fino al 21 luglio 2019 è organizzata da Kurt Behrendt, Associate Curator del Dipartimento di Arte Asiatica al Metropolitan Museum of Art.

Commenta